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Martedì, 4 Settembre, 2007 - 17:15

Ticket: prosegue la stagione delle boutade

Ancora la Giunta conferma la stessa sceneggiatura: sui ticket di ingresso nella città, la eco tassa come è stata ribattezzata per renderla più "political correct", la querelle sospesa prima della chiusura dell'anno amministrativo scorso si è riaperta come un canale in piena coperto da una leggera coltre di asfalto. Le boutade alla Moratti sono ormai tipiche di un'azione politica di governo assente, senza prospettive e senza linee di programmaticità: dov'è un serio e coerente progetto sulla mobilità, che possa garantire un decongestionamento del traffico veicolare e camionale, correlato da un aumento strutturale e un'ottimizzazione delle linee di trasporto pubblico? Londra ha adottato i ticket di ingresso nella città, ma ha anche agevolato i pendolari rendendo un servizio di trasporto pubblico competitivo con l'utilizzo del trasporto privato. Rebus sic stantibus non è concepibile vedere nei ticket la soluzione di ogni mali: non è una panacea, in quanto non è neppure deterrente all'utilizzo dell'autovettura e, infine, applicato solamente all'interno della cerchia delle mura spagnole inficerebbe la periferia che si troverebbe ulteriormente aggravata dalla presenza di flussi di automobili, la cui quantità non potrebbe trovare adeguate collocazioni e un discreto numero di parcheggi dove albergare.
Penso che alla Giunta manchi una visione complessiva della politica per la mobilità: le esternazioni fatte come fulmini a ciel sereno non hanno adeguate possibilità di essere considerate come funzionali al miglioramento delle condizioni di vita e ambientali. Credo che la tassa di entrata sia una gabella che non disincentiva l'utilizzo dell'automobile e aggrava i pendolari meno abbienti, in quanto dotati di autovetture certamente non a basso impatto ecologico, in quanto "costose".
Ma è ancora più chiaro come questa maggioranza di centrodestra milanese abbia poca capacità di poter decidere in modo autonomo, essendo frazionata, fortemente incoerente, poco autonoma rispetto alle imposizioni nazionali e alle logiche nazionali di "equilibrismi" da "saltimbanco". Addirittura la parola del dominus absolutus, Berlusconi, ha dovuto essere data per poter portare quella "pax romana" necessaria per dirimere le contrversie interne e intestine, che rimangonoe  permangono. Esempio ne è la dichiarazione della sindaca disarcionata nel suo potere decisionale, ostaggio delle dinamiche e logiche extraterritoriali romane (ma, mi domando, non sono loro a propagandare la "rivoluzione federalista" a ogni passo, mentre nella pratica amministrativa adottano misure e metodi da centralismo burocratico?): non c'è decisione sulla data di avvio della sperimentazione, pertanto ogni dilazionamento dei tempi è giusitificabile. Apettando Godot, ogni data di inizio può essere lecita, secondo la dichiarazione della sindaca: basta che i partiti trovino la loro !quadratura del cerchio" che consiste nell'immobilismo assoluto e nell'assenza di prospettive per questa città.
L'ambiente aspetta, nel mentre avremo un autunno fatto di mattine dove il congestionamento veicolare sarà sempre più intenso, dove autovetture saranno catapultate nella cerchia urbana, dove ogni automobilista attenderà con forte dose di impazienza e di stress chiuso nel proprio abitacolo bloccato in una marea oceanica di automobili inquinanti, dove i trasporti pubblici saranno ostacolati nel loro tragitto, dove alcune linee saranno sospese in alcuni tratti senza nessun tipo di "modifica" temporanea del tragitto a causa di lavori in corso per altri parcheggi sotterranei mastodontici, destinati a inghiottire altre autovetture, richiamando pendolari automobilisti dall'esterno; dove i ciclisti dovranno fare lo slalom come su una pista da sci di un campionato mondiale alpino, essendo mancanti tratti interi di piste ciclabili a singhiozzo.
E' questa la politica sui trasporti e per il rilancio della qualità del vivere e dell'aria a Milano promossa dalla Giunta? Forse è questo lo stato idilliaco gradito dall'amministrazione, essendoci sul tavolo niente altro che dichiarazioni da campagna elettorale permanente, in un'ottica di populismo plebiscitario, e fallimenti che gettano giusto e concepibile discredito rispetto all'attuale maggioranza.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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