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Lista Pagliarini per il Federalismo

Perché mi candido

Dopo molti anni di vita Milanese sento che devo dare alla mia città almeno una parte del tanto che ho ricevuto.

Ho incontrato un "concreto sognatore" di nome Giancarlo Pagliarini che crede ancora possibile affermare i principi del Buon Governo e della professionalità.

Da neofita della politica (con la minuscola) sono convinto che la Politica (con la maiuscola) sia il buon governo della Città con la partecipazione dei cittadini cui faremo diretto riferimento per le scelte più importanti.

Il programma della lista Pagliarini per il Federalismo è ampio ma alcuni elementi sono semplici e importanti:

Formula Magica: basta contrapposizione tra i partiti. In Giunta (dove si governa la città) ci devono essere rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione.

Le nomine siano fatte in base alle capacità professionali e non "in quota" a questo o quel partito

Referendum:Coinvolgimento diretto dei cittadini. Tutte le volte che sia logico e ragionevole sugli argomenti più rilevanti si svolgano referendum deliberativi senza quorum

I soldi dei Milanesi: che tutti sappiano a) da dove vengono i soldi del Comune e come sono usati, e b) dove vanno a finire tutte le tasse che i milanesi versano a tutte le Pubbliche Amministrazioni della Repubblica e cosa ricevono in cambio.

Altre informazioni

Sono Milanese  e ho 57 anni.

La laurea in Scienze Politico-Economiche non mi ha impedito di essere un buon giocatore di pallavolo, un appassionato sub e un cultore della  buona cucina.

Ho  svolto incarichi dirigenziali in varie società internazionali operanti nel settore elettronico, informatico e industriale negli ambiti  comunicazione, marketing e vendite con responsabilità crescenti.

Attualmente sono attivo nel settore delle Energie Rinnovabili.

Già Presidente ASMI (Associazione Supporti e Sistemi Multimediali Italiana)

Membro consiglio direttivo ADICO (Associazione Direttori Commerciali e Marketing)

Presidente  EX VV (Associazione ex alunni Vittorio Veneto)

Oltre al lavoro passo il tempo in  varie attività sportive senza trascurare  moglie e  tre figli.

Sintesi del programma amministrativo  della lista Giancarlo Pagliarini “esposta” sull’albo pretorio del comune di Milano

Primo: noi non “saremo” né della maggioranza né della opposizione. Saremo indipendenti.  Valuteremo i documenti sulla base del loro contenuto e non sulla base di chi li ha firmati o della parte politica che li ha presentati.

A nostro giudizio della Giunta dovranno fare parte, chiunque sia il sindaco, rappresentanti della maggioranza e rappresentanti dell’opposizione. Le due diverse parti si rispetteranno, ognuno farà dei passi indietro, e il testo approvato in Giunta non sarà più l’oggetto di lunghissime lotte ma “solamente” il documento da approvare dopo averlo discusso ed aver proposto eventuali miglioramenti. Nella Confederazione Svizzera questo è esattamente quello che succede da anni. Quindi la nostra prima proposta è che in Giunta, a governare, ci siano i rappresentanti della maggioranza e anche della minoranza: basta con l’assurdo «muro contro muro» dei partiti politici che blocca la nostra città

Secondo: noi proponiamo che a Milano le nomine siano fatte sulla base delle capacità professionali. I partiti politici devono smettere di fare gli uffici di collocamento. Basta con le nomine «in quota» a questo o a quel partito.

Terzo: il nostro programma amministrativo prevede che i cittadini siano coinvolti, consapevoli e ascoltati. E che, come in Svizzera, tutte le volte che è logico e ragionevole si svolgano referendum deliberativi senza quorum. Il motivo di questa dichiarazione è semplice: per noi i “detentori del potere” sono i cittadini. Non gli amici degli amici o i signori della Casta.

Ecco un esempio recente : governo e parlamento Svizzeri hanno proposto un aumento dell’IVA, ma la decisione finale l’hanno presa i cittadini e i Cantoni che con il referendum del 27 Settembre 2009 hanno deciso di “aumentarsi” l’IVA. Tra l’altro l’aumento dell’IVA serve per finanziare le spese della AI (l’Assicurazione della Invalidità). I contributi non erano più sufficienti e il “buco” veniva chiuso con trasferimenti dall’AVS (l’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti: in pratica l’ente che paga le pensioni). Il consiglio federale ha fatto questa proposta ma la decisione finale  è stata del popolo.

In quel fortunato paese, ogni singolo Cantone ha competenze irrevocabili perfino nel campo della giustizia e in quello fiscale. Eppure ogni 100 metri sventola una bandiera rossocrociata. Dunque, il federalismo non divide, come dicono i signori della Casta preoccupati solo di non modificare la mappa del potere e di tutelare i loro privilegi.

Quarto: trasparenza. Che tutti sappiano da dove vengono i soldi del Comune e come sono usati. E dove vanno a finire tutte le tasse che pagano i milanesi.

Se chiedete a mille cittadini di Milano o di qualsiasi altro comune cosa sanno del bilancio della loro città quasi tutti vi risponderanno che non ne sanno niente. Nei paesi federalisti non è così. Questo succede anche perché in Italia i bilanci dello Stato e della altre Pubbliche Amministrazioni sono caratterizzati da tantissimi dettagli e dall’assenza di principi di “accountability” , di resa di conto e di trasparenza. Questa è  una delle (tante) malattie del nostro paese.

Il programma amministrativo della lista Giancarlo Pagliarini per il federalismo prevede che come allegato al bilancio del Comune, siamo resi pubblici anche questi tre dati:

1) Il totale delle tasse pagate dai milanesi a tutte le pubbliche amministrazioni della Repubblica. Questo dato può essere ragionevolmente stimato utilizzando (e naturalmente integrandole) le tabelle del libro “La regionalizzazione delle entrate erariali” pubblicato dal Dipartimento per le politiche fiscali (Ufficio studi e politiche economiche fiscali) del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

2) Il valore dei servizi che tutte le Pubbliche Amministrazioni della Repubblica, direttamente o indirettamente rendono ai cittadini di Milano, in modo da poter così identificare ed evidenziare la cifra commentata nel successivo punto 3). Anche questa cifra può essere ragionevolmente stimata utilizzando le tabelle e le analisi pubblicate ogni anno dalla Ragioneria Generale nel libro “La spesa statale regionalizzata”. Naturalmente anche in questo caso integrandone il contenuto. Per la gestione dei dati relativi alle pensioni i dati necessari per le proiezioni si trovano nei cinque rapporti sulla “regionalizzazione del bilancio previdenziale italiano”. Noi pensiamo che i milanesi hanno il diritto di conoscere questa cifra e riteniamo che sindaco e giunta hanno il dovere di stimarla e di renderla pubblica.

3) la differenza tra quello che i milanesi versano al Comune, allo Stato centrale e a  tutte le altre Pubbliche Amministrazioni della Repubblica e la stima del valore dei servizi che, in cambio delle imposte che pagano, i milanesi ricevono dal Comune, dallo Stato centrale e da tutte le altre Pubbliche Amministrazioni. Questo numero, questa differenza tra quello che i milanesi pagano e quello che ricevono, a nostro giudizio  rappresenta l’ABC della trasparenza. E’ un numero che misura la generosità e la solidarietà dei milanesi verso i loro concittadini: molti milanesi ne saranno orgogliosi e molti altri milanesi non lo saranno per niente. Questo sarà argomento di dibattito, ma noi abbiamo il dovere di stimare e rendere pubblici questi dati.

Quinto la cultura del rispetto delle leggi. Voglio parlare di una gravissima malattia. Nel nostro paese, ma ormai anche a Milano, si sta perdendo la cultura del rispetto delle leggi. Nei mercati all’aperto ogni tanto vedi gente sprovvista di qualsiasi permesso che mettendo assieme un paio di cassette della frutta si costruisce un banchetto e vende carciofi o altri ortaggi. Quando sanno che passa la polizia in 10 secondi spariscono per riprendere subito dopo. Tutti lo sanno, tutti li vedono e li conoscono, ma dopotutto “è meglio che facciano così: altrimenti devono andare a rubare”. E’ ragionevole, ma non è giusto. D’altro canto le statistiche dei viaggiatori che non pagano il biglietto dell’ATM sono impressionati. Per non parlare dei numeri dell’evasione fiscale e dei processi che non si celebrano per “scadenza dei termini”.
Il 21 Giugno a Montecitorio avevamo dato la fiducia al Governo Berlusconi . Ecco cosa avevo detto nella circostanza (fonte il resoconto stenografico dei lavori dell’aula):

“….in questi giorni al Senato e sui giornali si è parlato della possibilità di una amnistia. Ieri nella sua replica al Senato lei non ha chiarito il suo pensiero in proposito. Io sono contrario a quest'ipotesi e chiedo a lei e al suo saggio guardasigilli, Roberto Castelli, di investire molto sui meccanismi necessari per accelerare lo svolgimento dei processi. È necessario che nel nostro paese i processi siano sempre celebrati in tempi ragionevoli, che gli innocenti siano completamente scagionati per il risultato di un giudizio e non grazie ad un'amnistia o ad una cervellotica prescrizione dei termini e che i delinquenti non vivano tranquilli in attesa di processi che non si celebrano mai, ma vadano in galera e ci restino finché non hanno pagato i loro debiti con la società. “

Forse questa considerazione non ha portato significativi vantaggi alla mia carriera politica ma cosa posso farci: io sono nato e cresciuto a Milano e il rispetto delle leggi è nel mio dna. Mi dicono che in presenza di un procedimento penale le “stregie difensive puntano sempre più spesso ad ottenere la “prescrizione”. In Svizzera, per la cronaca, credo che in 720 anni non ci sia mai stato un caso di prescrizione. Ma lì comandano i cittadini. Il sindaco e i gruppi di Palazzo Marino hanno visibilità ed ecco dunque un quinto impegno della lista Giancarlo Pagliarini per il federalismo: ricordare sempre che questa è una grave malattia e , con gli scarsi poteri a disposizione, cercare di curarla. Con ragionevolezza .. per esempio chiedendo con ostinazione che ai sindaci siano dati i poteri dei prefetti.. Ecco quello che scriveva Liugi Einaudi nel 1944 in un famoso testo intitolato “Via il prefetto!”, nel quale analizza la realtà accentratrice dello stato italiano, modellato (in versione corretta e peggiorata) su quello francese, e propone l'abolizione dei prefetti. Un provvedimento indispensabile che i "rivoluzionari" di casa nostra non hanno mai preso.

Allegati (1)

Manuale Giancarlo Pagliarini per il federalismo da stampare.doc