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A cosa mi candido

Consigliere Comunale Consigliere di Zona ( Zona 5 )

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giulio.ernesti@gmail.com

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Sinistra Ecologia Libertà con Vendola

Perché mi candido

PERCHE’ MI CANDIDO

Per la responsabilità storica, per il ruolo che occupa nella scena urbana nazionale e internazionale, e dunque per la risonanza delle sue scelte e del modello di società che propone, Milano deve essere interprete consapevole della modernità.

Per lavorare a questo obbiettivo, con la fortuna di poterlo fare a Milano, terreno ideale per questa prova, ho deciso di mettere a disposizione i miei studi e la mia persona.

Ho avvertito, infatti, che stentavo ormai a riconoscermi come cittadino, vivo, in mezzo ad altri, senza l’ossessione della sicurezza e dell’identità, figlia di un’ingigantita paura.

Lancio alcune osservazioni su Milano per aprire, spero, il dialogo con voi, per mettere in evidenza alcune contraddizioni che vorrei contrastare e per giustificare la richiesta di aiuto e sostegno che vi rivolgo: sono convinto, e non sono solo, che Milano sia il luogo per eccellenza della modernità italiana e che dunque non possa esimersi dal reinterpretarla nelle nuove condizioni da essa assunta in una prospettiva di progresso.

Milano è considerata da una certa letteratura scientifica anglosassone, di matrice socioeconomica e geografica, una città-mondo (la terza in Europa, con Londra e Parigi) ovvero una delle città con il più alto grado di connettività, dunque, un riferimento per lo sviluppo dal mondo globale.

Milano, inoltre, porta di ingresso e uscita dell’economia nazionale e internazionale.

Milano è anche città-mondo, ormai, per il mosaico di popolazioni e di culture che si adoperano per abitarla, per i processi di ibridazione e creatività culturale che favoriscono e che possono contribuire a formare una città fluida, per parti caratterizzate da specificità e peculiarità permeabili, malleabili e reattive, in opposizione al rischio di una città a placche, cioè di parti confinate, serrate, esclusive.

Milano è anche, come tutti costatiamo, un luogo carico di contraddizioni sociali ed economiche, e dunque di soglie di fragilità e marginalità o di fatica crescente.

Ciò vale per gli immigrati, ma anche e non meno per gli anziani e i giovani, questi ultimi, in particolare, assillati dalla precarietà del lavoro e dunque limitati nelle loro aspirazioni di indipendenza.

La povertà cresce e mette in gioco tre questioni vitali: lavoro, welfare, casa.

Possiamo ormai parlare dell’emergere di una nuova questione urbana. Non sottovalutiamola.

Milano è, tirando le somme, città e metropoli di indubbie potenzialità, collocata in una posizione strategica nella geografia della nazione, dell’Europa, del Mediterraneo, un mare tornato ad essere centrale nei flussi del mondo contemporaneo.

Ebbene, è accettabile che Milano non sappia darsi un progetto di respiro capace di tenere insieme il suo rango nazionale e internazionale con la volontà di risolvere i problemi sociali sollevati dalla grande trasformazione dell’età neoindustriale?

E’ accettabile che Milano non abbia una visione geopolitica che orienti la sua collocazione e il suo rafforzamento in quella che tutti riconoscono come un’età di grande competizione? E’ possibile che chi ci amministra non abbia un’idea per governare la complessità?

E’ accettabile che, rispetto a questa necessità e urgenza, Milano e l’impreparata classe dirigente di questi anni, sperperi in una rozza logica di rendita l’occasione strategica dell’Expo e del tema scelto: l’alimentazione del mondo nel XXI° secolo?

Per chiudere un grande obbiettivo, con un po’ di orgoglio:

dal 16 maggio 2011incominciare a lavorare per una Milano capitale del Mediterraneo

Giulio Ernesti

Altre informazioni

Sono nato a Milano il 30.6.1949. Qui ho studiato (liceo classico Berchet) e mi sono laureato (Politecnico). Sono architetto, urbanista e professore di urbanistica presso lo IAV-Università di Venezia. Sono stato Preside della Facoltà di Pianificazione del Territorio e sono oggi Direttore della laurea specialistica in Pianificazione della città. Qui tengo il corso di Teorie dell’urbanistica e il laboratorio di progettazione dell’ultimo anno del corso di laurea.

A Milano presso lo IULM tengo il corso di Progetto Urbano.

Infine, sono membro del comitato di redazione della rivista “Storia urbana”. In gioventù ne sono stato, agli esordi, segretario di redazione.

Ho studiato la città contemporanea e in particolare: la sua storia; la storia delle culture e dei saperi che vi sono applicati; le idee che hanno elaborato; i progetti che hanno preso forma; le trasformazioni della morfologia fisica e sociale; i conflitti che l’hanno segnata; le forme del suo governo.

Ho fatto e continuo a fare ciò muovendo da una convinzione: che la città sia stata, sia e continui ad essere, il cuore, il condensatore della trasformazione della società. Penso in altri termini: che in essa e per essa prenda forma e di continuo si arrangi la modernità. Modernità che, nello sviluppo della società industriale, ha coinciso con il faticoso e contraddittorio percorso della democrazia, ovvero con la conquista e l’estensione dei diritti di cittadinanza e con la convivenza su fondamenti di equità.

Obiettivi e valori che il nuovo mondo (nel quale siamo ormai approdati) ha messo fuori squadra e che la vita quotidiana delle molte popolazione che attraversano, vivono ed abitano la città, denuncia con asprezza.

Credo che la sfida nei prossimi anni, cruciale per un futuro ben più lungo, sia quella di difendere e rilanciare, reinterpretandoli, quei valori; o se preferite, trovare e sperimentare la capacità di tornare a vivere insieme.

Allegati (1)

Giulio_Ernesti.pdf