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A cosa mi candido

Consigliere Comunale Consigliere di Zona ( Zona 3 , Zona 6 )

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La Destra Storace

Perché mi candido

Il Comitato per la Giustizia è fondato sulla partecipazione e la democrazia interna, sul pluralismo delle idee e non delle correnti, su dei valori chiari, quelli che potranno permettere di effettuare un “viaggio” verso un nuovo modello sociale e politico che si colloca al termine della lunga transizione italiana: un nuovo mondo fatto di uno Stato ed una società più dinamici, aperti, liberi, europei.

Da questi principi e voglie, si è deciso di scendere in campo, di candidarci in una città, a me vicina e cara e che conosco bene, per iniziare un percorso volto a creare e lasciare il segno concreto e tangibile di certi valori e non solo. Quindi partirò dal concetto di Giustizia, come per dire equità o dire giusto nel pensare e nel fare che è costruttivo.

Il concetto di giustizia ti mette di fronte al bene o al male. Giusto è ciò che crea del bene a se stessi ed agli altri e quindi rappresenta benessere nel sociale.

Ogni essere umano che conosco ha dovuto lottare tra scelte nel bene o nel male così come ogni azione porta ad un risultato positivo o negativo che sia. Ogni persona ha diritto al proprio bene al proprio lavoro alla propria famiglia!

Appunto la Famiglia, il bene sociale più importante che abbiamo e che và protetta e dove punterà il valore della giustizia. Azioni giuste verso la famiglia,vuol dire proteggere i valori e le vite di noi Italiani! Ogni singola persona merita giustizia ed un giusto percorso di vita e quindi merita un percorso sociale in mezzo ad altre persone altri gruppi: amici sport cultura ecc.

Noi vorremo sempre portare la giustizia al massimo valore per creare nuove regole di vita dove il rispetto reciproco torni ad essere un bene reale. Il rispetto: della vita, di noi stessi e degli altri è un fattore di miglior vita e benessere che poi diventa un normale senso della giustizia,dove ogni pensiero ed azione rimane positivo e che si riflette anche sull’ambiente. L'ambiente, la natura, è un qualcosa di vivo che soffre per tutti i danni creati da noi uomini e che pertanto necessita di attenzione e cure.

Come si vede, il fattore giustizia è il fondamento di ogni cultura costruttiva: è la base su cui poggia il benessere di ognuno di noi. Un benessere Italiano, un benessere mondiale! La giusta giustizia crea nel mondo un nuovo ordine, dove poi tutto funziona mettendo ordine nel caos sociale. Per questo bisogna agire con sapienza, giustizia, etica e morale.

Una legge deve avere dei fondamenti per essere valida: deve funzionare in senso civico, giuridico ed etico. Se manca il senso etico-morale, non e’ una buona legge, non viene capita e non viene applicata.

Pertanto, questo è il momento di fare scelte coraggiose, che in qualche caso può anche voler dire impopolari.

Bisogna cioè avere il coraggio di respingere le tentazioni demagogiche, anche se portano voti.

Coraggio che – ad esempio -, nella lotta al traffico e all’inquinamento, potrebbe indurre a Milano alla chiusura del centro storico alle auto (con la scontata rivolta dei commercianti) o all’istituzione del ticket d'ingresso in città (con la altrettanto scontata rivolta dei comuni dell’hinterland).

Forse bisogna andare un pò al di là della meritevole concretezza e del doveroso pragmatismo: Milano, infatti, ha anche - ma forse soprattutto - bisogno di un disegno strategico, che non coinvolga solo l’Expo, ma che riporti quel senso di civiltà umana che i milanesi richiedono ormai tra troppo tempo.

Globalizzazione, potenze economiche emergenti, grandi migrazioni, riassetto del Nord-Africa musulmano: insomma, il mondo sta cambiando molto e velocemente. Quale vogliamo che sia il futuro di Milano in questo nuovo scenario? Nel quale, ad esempio, le dimensioni amministrative della città appaiono ridicole e non corrispondenti alla realtà strutturale, economica e sociale della metropoli, altresi, riportare l'amministrazione in una dimensione di etica, moralità e trasparenza, per ridare ai cittadini il consenso e rispetto verso le istituzioni.

Ed ancora, perché non impegnarsi a ottenere entro il prossimo mandato la nascita della città metropolitana, in Costituzione da un decennio e indispensabile per una gestione più razionale di problemi come inquinamento, collegamenti, verde e insediamenti industriali?

Non ci sono soldi, è vero, ma forse è anche arrivato il momento di fare un piano di grandi opere, soprattutto infrastrutture, rivolto in particolar modo alle famiglie, che guardino a un futuro che vada oltre il 2015 - che poi è solo fra quattro anni.

E ancora: un tunnel di attraversamento delle parti più congestionate della città, una sesta linea della metropolitana - in un primo tempo progettata per l’Expo e poi abbandonata - e magari anche di una linea 7.

Portiamo il federalismo fino in fondo (per cui non solo fiscale, ma sopratutto sociale) facendo finalmente dei nove consigli di zona qualcosa di utile e non semplici fonti di spesa e piccoli vivai per ambizioni politiche: quindi diamo loro più autonomia gestionale sul territorio, ad esempio nella piccola manutenzione, nell’arredo urbano, nella cura del verde, con la possibilità di reperire i fondi necessari, ad esempio trattenendo una quota delle multe per divieto di sosta. Insomma, vorremmo vedere un programma che non si limiti a tenere conto della città così com’è, magari per migliorarla, ma che ambisca anche a cambiarla.

Questi sono i punti su cui desidero coinvolgere tutti affinché si attuino e diano una nuova veste a questa città, un futuro su cui attrarre cervelli per idearli, capitali per realizzarli e segni tangibili di una città che è all’avanguardia nel nostro paese ed un esempio nel mondo.

Il futuro è nelle buone idee...

Altre informazioni

Informazioni Personali

Nasce a Novara il 19 Febbraio del 1964.
La sua non è stata quel che si può definire "una vita facile". Quando la malattia lo priva della madre e del padre, viene amorevolmente adottato, insieme alle due sorelle, dalla famiglia dell'orefice milanese Torregiani.
A quindici anni, spensierato e felice, studia e gioca al pallone come tutti i suoi coetanei, sino al giorno in cui la follia omicida di un gruppo armato terroristico (P.A.C.) gli "ruba" anche questo genitore e lo condanna per il resto dei suoi giorni su di una carrozzina...

Seconda Vita

... Dopo aver passato la sua adolescenza in ospedale, maggiorenne, riprende gli studi conseguendo, grazie ad una borsa di studio, il dottorato di Informatica presso la I.B.M. Italia, a Milano. 
Dopo oltre venticinque anni da quel giorno "maledetto", ritornato alle "cronache" per via del caso BATTISTI, attraverso il libro "Ero in guerra ma non lo sapevo", trova la forza e la tenacia di "raccontarsi". 
Da anni è tornato a vivere a Novara, dove, dopo aver lavorato in varie sedi, ha lavorato dal 1998 al 2007 presso l'Amministrazione Comunale della città piemontese nel settore U.R.P. e Ufficio Stampa...

Il mio Impegno

... Dal 2007, lascia il lavoro per dedicarsi completamente nella sua opera di diffusione di GIUSTIZIA attraverso presentazioni, convegni pubblici e nelle scuole.
Apprezzato per la sua capacità e pacatezza nella sua "missione", è ricevuto da varie personalità culturali e politiche, tra cui il presidente francese Sarkozy, il presidente della Repubblica Napolitano, vari Ministri ed il Primo Ministro Berlusconi.
Nel 2008 viene insignito del premio "Ambrogino d'Oro" dalla città di Milano. Oggi, 2011, nasce da una sua idea e per volontà dei cittadini, il Comitato Cittadino per la Giustizia, di cui ne è presidente e, per aiutare i cittadini nel campo giustizia, entra in politica. 
Nasce da qui forse una nuova era, una nuova speranza...
Biografia redatta da: Stefano Rabozzi

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