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Inviato da avatar Lorenzo Guidotti il 16-06-2012 alle 11:51

Buongiorno signor Lepore,

sono un attivista di un gruppo di guerrilla gardening e capisco il suo disappunto. Nel senso che avendo come unica fonte il servizio di Striscia la notizia anche io mi sarei formato la stessa opinione sul movimento di cui faccio parte.

Mi permetta allora di raccontarle un'altra storia, che non ha comunque alcuna pretesa di farle cambiare idea, ma mi sembra giusto fornire un quadro un po' più completo di cosa sia il guerrilla gardening.

Io abito in un quartiere popolare di una grande città del nord italia, abitato da una congerie di diversa umanità: sopravvissuti all'eroina, famiglie di immigrati, gente che ha perso il lavoro e anziani indigenti. Dietro ogni parete solitudine e disperazione. La mia vicina di casa ultraottantenne non ha più i soldi per pagare la bolletta dell'elettricità, così dall'anno scorso usa le candele. All'entrata del quartiere, su un muro scrostato, qualcuno ha scritto con la bomboletta "Welcome to the jungle". Le lascio immaginare quali possano essere gli investimenti del comune per curare il verde pubblico di questo quartiere. Allora più di un anno fa io e gli altri membri del nostro gruppo abbiamo deciso di tentare di dare un po' di dignità a uno spazio "verde" tra le case. Quando abbiamo iniziato c'erano solo escrementi, rifiuti e siringhe. Abbiamo ripulito tutto, piantato oleandri. Dopo pochi giorni li hanno rubati. Abbiamo ricominciato: piante aromatiche e girasoli. In autunno bulbi di tulipani. Questa primavera era un trionfo di colori. E così, piano piano, gli abitanti del quartiere hanno adottato questo spazio, dando acqua alle piante, difendendole, piantando altre cose, tra cui uno splendido ulivo. Gli anziani hanno cominciato a mettere delle sedie vicino all'aiuola e ora di sera si trovano lì a chiacchierare e a fare l'uncinetto. I bambini giocano sull'erba. Dal suo punto di vista questo è illegale, perché è occupazione abusiva di suolo pubblico. Ed ha anche ragione. Io però ci vedo soprattutto un po' meno solitudine, un po' meno disperazione.

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