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Inviato da avatar Francesco Sacchetto il 18-06-2012 alle 19:39

A prescindere dalla gradevolezza del risultato, o dello stato precedente dello spazio pubblico, accettare che chiunque possa adoperare un tale spazio come meglio ritiene senza autorizzazione significa accettare il prevalere dell'azione soggettiva di un singolo sulla legge vigente, che in un sistema democratico costituisce l'espressione (per quanto indiretta, ovvero mediata da un sistema rappresentativo) della volontà collettiva.

Ora, le azioni dei guerilla gardeners sono, a quanto sembra, indirizzate a fin di bene e producono, immagino, risultati piacevoli.

Ma il loro agire rimane un precedente molto pericoloso.

Con il medesimo spirito, qualcuno, meno benefico, potrebbe produrre risultati affatto condivisi dalla maggioranza. Ad esempio, creare in uno spazio incolto un'area per cani. Azione apprezzabile per i padroni dei quattrozampe. Magari meno per chi incautamente ci finisce dentro o dovesse annusarne i miasmi.

Credo dovremmo tutti recuperare il senso della legalità. Se qualcosa non funziona, occorre pressare, anche in modo forte, le autorità preposte. Non assumere iniziative personali. Il passo verso il caos, altrimenti, è breve.

Putroppo viviamo in una società dove chiunque fa qualcosa di "diverso" o "alternativo" è un artista e un personaggio.

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