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Inviato da avatar Leonardo Donofrio il 30-10-2012 alle 21:19

Documento sul concorso per dirigenti scolastici in Calabria e in Lombardia

30/10/2012

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
e p.c.
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
All’Assessore alla Cultura e all’Istruzione della Regione Calabria
All’Assessore alla Cultura e all’Istruzione della Regione Lombardia
 
Documento sul concorso per dirigenti scolastici in Calabria e in Lombardia
Illustrissimo signor Ministro, gli scriventi sono comuni cittadini e candidati risultati non idonei al concorso per dirigenti scolastici, svoltosi in Calabria e in Lombardia.
Nel presente documento noi sottoscritti intendiamo portare a conoscenza della S.V.I. il nostro punto di vista sulla vicenda concorsuale calabrese e su quella lombarda, con particolare riferimento alla soluzione politica“salva-idonei” invocata da taluni partiti e sindacati.
Teniamo a puntualizzare che di tutto ciò che scriveremo qui appressoesistono documenti e testimonianze dirette.
Da quando il concorso per dirigenti scolastici è stato sospeso, prima in Lombardia e poi in Calabria, nel mondo della scuola si è riaccesa la speranza che moltedomande possano finalmente trovarerisposta.
In Lombardia il CdS ha sospeso il concorso, confermando la decisione del Tar circa la trasparenza delle buste.In Calabria, il CdS , invece, ribaltando la decisione del Tar regionale, ha accolto finora tutti i ricorsi in appello, ritenendo fondato il motivo dell’incompatibilità del presidente della Commissione.
Dunque, sia in Lombardia che in Calabria, si attendono le sentenze di merito per conoscere l’epilogo di questa penosa e inquietante vicenda concorsuale, che è stata aspramente criticata per i molti errori presenti in ogni sua fase, a iniziare dal bando.
Il primo campanello d’allarme era scattato mesi fa in Calabria, a causa di una situazione da molti ritenuta “anomala”.
Nel marzo 2011, l’Università Magna Graecia di Catanzaro, in collaborazione con l’USR Calabria, ha organizzato un corso di perfezionamento, a pagamento, di cui responsabile scientifico è stato il prof. Antonio Viscomi. Il corso era formalmenteintitolato “Per dirigenti scolastici”ma, in realtà, è stato esteso a docenti con funzioni vicarie. Ebbene, circa quattordici di questi docenti vicari sono stati successivamente ritrovati nell’elenco degli ammessi agli orali del concorso, presieduto dal medesimo Viscomi. Questi, insomma, accettò a suo tempo l’incarico di presidente del concorso, benché tra i partecipanti ci fossero diversi corsisti, nonché docenti con funzioni vicarie, del corso organizzato dallo stesso Viscomi pochi mesi prima.
Nel marzo 2012 l’USR Calabria ha promosso un corso di formazione per dirigenti scolastici, che prevedeva una serie di seminari da tenersi in diverse città calabresi. In quegli incontri il relatore è stato sempre il Prof. Antonio Viscomi. Nella scheda illustrativa del corso, alla fine della presentazione delle varie attività, si legge: “Per ulteriori informazioni contattare: M.A.C. e M. N. I.”Delle due collaboratrici referenti viene fornito sia il numero di cellulare che l’indirizzo di posta elettronica. Ebbene, anche queste due collaboratrici risultano nell’elenco degli ammessi all’orale del concorso. Una delle due era stata addirittura bocciata alla preselezione di ottobre e poi riammessa agli scritti e agli orali con riserva, mentre l’altra si è classificata tra i primi nella graduatoria finale dei vincitori.
Prima ancora del“fumus” dell’irregolarità ravvisato dal giudice amministrativo, molti candidati esclusi dalle prove orali avevanofiutatoodore di bruciato, non appena avuto accesso agli atti concorsuali.
Dopo la pubblicazione dell’elenco degli ammessi all’orale (avvenuta lo scorso 30 marzo), si è scatenata sull’ufficio contenziosi dell’Usr Calabria una vera tempesta di richieste di accesso a elaborati e a verbali, da parte di candidati che non riuscivano a spiegarsi il motivo della loro esclusione. Si era già avuto il presentimento che qualcosa di strano potesse esserci stata nella avvenuta correzione delle prove scritte, quando ad un gruppo di candidati, presentatisi il 23 aprile nella sede dell’Usr per visionare informalmente gli atti, veniva riferito dai pubblici funzionari che la commissione non aveva ancora consegnato l’incartamento. Come mai, a distanza di 23 giorni dalla pubblicazione degli ammessi, non aveva ancora depositato i documenti del concorso? La commissione aveva oltretutto disposto dei limiti molto restrittivi al diritto di accesso, mettendo a disposizione dei richiedenti un numero di elaborati pari al 25% del totale e, per ogni candidato, al massimo dieci elaborati anonimi.
Dalla lettura dei verbali e dei compiti anonimi emerge una lunga serie di illogicità: incongruenze nella griglia di valutazione, tempi di correzione troppo ristretti, gravi errori concettuali, grammaticali e sintattici riscontrati in alcuni temi di candidati ammessi agli orali, giudizi inspiegabilmente negativi attribuiti a compiti corretti e contenutisticamente esaustivi.
Inoltre, ci risulta assai strano il fatto che quasi tutti i candidati siano stati bocciati nella prima prova (a detta di tutti semplicissima),il che ha consentito alla Commissione di evitare la lettura della seconda prova.
I candidati che hanno sostenuto l’orale riferiscono di misteriose scatole contenenti delle buste con le domande da estrarre, scatoleche la Commissione avrebbe fatto apparire e scomparire tra un colloquio e l’altro. Buste e scatole venivano spostate dalla (e con) la Commissione, che si ritirava in un’altra aula per valutare il candidato appena interrogato. Le scatole rientravano poi con la Commissione e venivano nuovamente riposte sul tavolo per permettere al candidato successivo di estrarre una nuova serie di cinque domande con la stessa procedura. Perché la Commissione, dopo ogni interrogazione, portava le scatole con sé, sottraendole alla vista dei presenti? Eppure, c’era sempre un commissario di lingua (la lingua non scelta dal candidato) che non si allontanava, o poteva non allontanarsi, con il resto della commissione, dal momento che non era coinvolto nella valutazione. Non si riesce a capire il perché di una procedura così macchinosa e così poco trasparente!
Le supposte irregolaritàvengono denunciate pubblicamente in lettere aperte, indirizzateai massimi consessi dello Stato.
In Lombardia, quest’ estate, ha destato grande sconcerto la notizia che i giudici del Tar hanno verificato la trasparenza delle bustine bianche contenenti i dati anagrafici dei candidati. In tal modo i membri della commissione, volendo, avrebbero potuto leggere i nomi dei candidati in controluce. Da qui addio alla garanzia dell’anonimato, che è principio inderogabile nella correzione delle prove scritte nei pubblici concorsi.
Ma ecco che, a fine agosto, si crea una differenza rilevante tra la situazione calabrese e quella lombarda. Mentre in Calabria non c’è l’impellenza di sciogliere il nodo in tempi brevi, poiché il dimensionamento ha azzerato i 108 posti di dirigente scolastico inizialmente previsti, in Lombardia si contano 355 posti vacanti. Interviene a questo punto la politica, con la pretesa di sbloccare al più presto il “congelamento” degli idonei. Ma in quale modo!
Un disagio certamente comprensibile quello delle scuole lombarde senza presidi. Tuttavia l’escamotage prospettato da taluni partiti e sigle sindacali, per molti, ha più l’aspetto di una “proposta indecente” che di una soluzione politica sensata, poiché essi chiedono al governo, ancor quando la magistratura decidesse di annullare il concorso, l’emanazione di una accomodante sanatoria legislativa in barba alla sentenza dei giudici, come se non l’avessero mai emanata.
La proposta indigna osservatori ed opinionisti, i quali esprimono pubblicamente il proprio dissenso su riviste e forum. Da parte sua, il ministro dell’Istruzione si impegna a sistemare il pasticcio del concorso annullato secondo un’ottica normativa che punti ad “un colloquio valutativo dei candidati che hanno vinto il concorso e che ne certifichi l’idoneità, così da non stravolgere le graduatorie”.
Ci si chiede in molti come possa la politica invocare delle soluzioni di comodo che vadano contro la stessa Costituzione, oltre che contro le sentenze dei tribunali di merito. Tentare di “sterilizzare” una sentenza della magistratura equivarrebbe a causare una prevaricazione del potere legislativo su quello giudiziario, che è poi il potere di far rispettare le leggi emanate dagli stessi organi legislativi. Un fatto che rischia di destabilizzare i poteri istituzionali. Recita l’art 97 della Costituzione: I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge [95 c.3], in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”.
Non si capisce poi perché si temano possibili reazioni da parte di idonei sfornati da un concorso “viziato”( qualora ciò venisse accertato con sentenza definitiva della magistratura), che rivendicano degli improbabili “diritti acquisiti”, e non si temono invece le possibili richieste di risarcimento da parte dei candidati esclusi. Non sarebbero questi ultimi (in caso di sentenza di annullamento) che si sono visti negare il diritto di partecipare ad una selezione corretta e imparziale, finalizzata al perseguimento del pubblico interesse? Di quali diritti acquisiti si può parlare con un concorso “irregolare”? Un titolo di idoneità acquisito in seguito ad una procedura irregolare non è forse un bene strappato a chi, in un concorso condotto secondo le regole, sarebbe potuto risultare più meritevole? Ci lascia stupiti il fatto che si pensi che con un esamino pro-forma riservato agli idonei e un nuovo concorso da far ripetere ai bocciati si possa risolvere la situazione, senza minimamente preoccuparsi che, così facendo, si potrebbe scatenare una nuova guerra legale senza precedenti. Come è possibile che non ci si renda conto che, piegando il diritto alle ragioni della convenienza, possa crearsi un precedente giurisprudenziale gravissimo, capace di minare dalle fondamenta la democrazia e il buon andamento della Pubblica Amministrazione?
Intanto,nel periodo estivo, il Tar Calabria rigetta uno dopo l’altro ogni ricorso individuale e collettivo. Tra fine agosto e metà settembre, i ricorsisti calabresi iniziano a vedere i primi frutti della loro battaglia: il Consiglio di Stato accoglie delle istanze cautelari in appello, ravvisando “apprezzabili profili di fumus boni iuris, con riferimento al motivo di ricorso concernente il ruolo del professor Antonio Viscomi, presidente della commissione esaminatrice e già presidente del corso di perfezionamento per dirigenti scolastici, frequentato anche da dirigenti con funzioni vicarie poi ammessi al concorso”.
In conclusione, noi sottoscritti, comuni cittadini e candidati non idonei intenzionati a proseguire nell’iter legale fino all’ultimo grado di giudizio per far piena luce sulla vicenda concorsuale,
CHIEDIAMO alla S.V. di voler bloccare qualsiasiiniziativa politica “salva-idonei” che risulti essere eventualmente in contrasto con la sentenza definitiva della magistratura. Sentenza che, una volta emessa, dovrà essere accettata da tutti con doveroso rispetto.
Glielo chiediamo nell’interesse dei tanti candidati che hanno investito enorme quantità di tempo, di energie e di denaro per prepararsi ad affrontare seriamente e dignitosamente detta selezione; dei tanti docenti che ogni giorno si spendono nelle aule per educare le nuove generazioni alla dirittura morale e alla legalità; nell’interesse dei tanti cittadini onesti che credono nella meritocrazia e non nel clientelismo; nell’interesse stesso dello Stato che deve garantire a tutti i cittadini il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento. Ma, soprattutto, glielo chiediamo per il bene dei nostri figli, ai quali speriamo di consegnare un giorno una società migliore di quella attuale.
Con ossequio Leggi tutto

Link: http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=40916

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