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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 29-04-2011 alle 11:06

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_aprile_29/candidato-moratti-boss-intercettazione-marco-clemente-190532389823.shtml


Per il Pd c'è un altro caso Lassini, che riguarda Marco Clemente

«Candidato della Moratti parla coi boss»
La replica: nessun reato, lo dice il pm

Diffusa in Comune un'intercettazione. Il centrosinistra: il sindaco si comporti come ha fatto con Lassini

MILANO - Il candidato che parlò di «pizzo» con il boss. Per il Pd non ci sono dubbi: nel Pdl c'è un altro caso Lassini e la Moratti dovrebbe comportarsi di conseguenza, mettendo il veto all'ingresso in consiglio. «Chiediamo al sindaco - attacca a Palazzo Marino il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino - di essere altrettanto netta con il candidato del Pdl, Marco Clemente, quanto lo è stata con Roberto Lassini». La motivazione, per l'opposizione, è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Giuseppe Gennari, nella quale si legge di un'intercettazione ambientale tra Giuseppe Amato (arrestato per associazione mafiosa in un blitz a marzo e legato al clan Flachi) e, appunto, Marco Clemente, oggi nella lista del Pdl a sostegno di Letizia Moratti.

La conversazione registrata si svolge al Babylon Club e sono passate le 3 di notte del 17 febbraio 2008. «Emergeva chiaramente - spiega il Gip - come Amato pretendesse sistematicamente denaro dagli organizzatori delle serate a tema e degli after hour» e ancora «l'abitualità di Amato a riscuotere il "pizzo"». Ed ecco il testo della chiacchierata: «Oh, ascolta... qui fanno un after, e non hanno chiesto l'autorizzazione per fare l'after a me e al ... sulla Cassanese...». Per Majorino e David Gentili (Pd), ce n'è quanto basta: «L'omertà non può entrare a Palazzo Marino».

«La storia di Clemente - denunciano i due - è quella di un giovane imprenditore che ha mostrato un atteggiamento pericolosamente omertoso di fronte a Giuseppe Amato. Come mai non si è sentito in dovere di andare a denunciare ciò che aveva sentito quella notte?». I consiglieri del Pd insistono: «Non siamo di fronte a persona indagata, ma il problema è tutto politico: come possiamo promuovere la cultura della legalità con persone del genere?».

L'interessato assicura di non sapere nulla dell'intercettazione e non ricorda la circostanza. «Sono rimasto sconvolto», dice. Conosce Amato? «Faccio politica per strada e incontro tanta gente, l'avrò incontrato», risponde. «Ma non mi ricordo queste affermazioni, sono frasi gravi e non le avrei dimenticate. Se le avessi sentite avrei sporto denuncia». Clemente segnala due aspetti «strani»: «L'orario, alle 3 di notte io di solito sono a casa. E poi non si capisce perché questo Amato avrebbe dovuto parlare con me di queste cose». Potrebbe essere andata così: «Forse io sono entrato prima, poi me ne sono andato e successivamente è stato fatto questo discorso». «Ma comunque nessuno ha ritenuto di sentirmi in proposito - conclude - e il Pd deve decidersi: o si fida della magistratura oppure no».

Rossella Verga
29 aprile 2011

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