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Inviato da avatar Marco Consonni il 10-06-2013 alle 16:37

Condivido la disamina, soprattutto dopo avere visto e vissuto il modo in cui sono condotti i lavori di installazione della rete.

Penso che vi siano una serie di interventi "privati" che porterebbero enormi vantaggi sia in termini di consumo che di inquinamento; li elenco alla rinfusa e senz'altro parzialmente:

a. abolizione di tutte le caldaie condominiali non a gas metano

b. installazione di caldaie di ultima generazione in luogo di quelle (a metano) già in vigore

c. valvole termostatiche

d. coibentazione degli edifici

Queste opere potrebbero essere sovvenzionate (ad esempio la sostituzione della caldaia effettuata con contributo del fornitore del gas che si fa pagare con la bolletta in x anni) ovvero favorite con incentivazioni fiscali (le opere straordinarie di coibentazione degli edifici etc). Tra l'altro queste iniziative sarebbero estese a tutta la città e creerebbero enorme lavoro per molte imprese del settore.

Su Wikipedia trovo questo contributo che incollo. Non che Wikipidia sia il "verbo", ma certo lascia pensare ...

I vantaggi del teleriscaldamento sono:

  • uso più efficiente dell'energia primaria, solo quando è effettuato in centrali di cogenerazione;
  • maggiori controlli sui gas di scarico su un'unica centrale, rispetto agli scarsi controlli effettuati sulle singole caldaie;
  • possibilità di sfruttare fonti energetiche rinnovabili (biomassegeotermiasolare termico), recupero energetico da incenerimento (inceneritore con recupero di energia) e a costo zero (calore di scarto da processi industriali);
  • nelle case di nuova costruzione, riduzione dei costi di investimento per la realizzazione della centrale termica.

Gli svantaggi sono:

  • lunghissimi tempi di ritorno degli investimenti (circa 15 anni, fonte HERA)[senza fonte];
  • il teleriscaldamento è conveniente solo in aree densamente abitate[senza fonte];
  • i costi dell'energia venduta sono generalmente molto elevati rispetto ad altre fonti (biomassa, metano, etc.).[7]
  • l'allacciamento al teleriscaldamento comporta nella stragrande maggioranza dei casi la sottoscrizione di contratti vincolanti con gestori in regime di monopolio e con tariffe non regolamentate con conseguente sconvenienza economica per l'utilizzatore.
  • il costo del calore consumato dall'utente in €/MWh non trova riscontro nelle norme di tutela dell'AEEG (Autorità Energia Elettrica e Gas)
  • la dispersione termica nei curcuiti primari di distribuzione
  • la dispersione termica nei circuiti secondari (tipicamente condominiali) che ricircolano in continuo acqua calda per permettere agli utenti di attingere calore (tali dispersioni non si hanno nel caso di caldaie autonome o boiler che producono calore localmente e solo quando è strettamente necessario).
  • scarsa possibilità di controllo e trasparenza nella gestione dei flussi termici tra centrale e utente (tipicamente la taratura delle valvole di regolazione dei flussi termici da cui dipendono direttamente le dispersioni termiche, viene gestita dalla società che fattura le bolletta in conflitto di interesse rispetto all'auspicato obiettivo di risparmio energetico/calore consumato).
  • gli impianti di cogenerazione sono molto più rumorosi delle caldaie tradizionali e possono generare inquinamento acustico.
  • grossi impianti di cogenerazione a metano aumentano localmente l'inquinamento atmosferico (incremento emissioni NOx).

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