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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 03-11-2013 alle 00:36

So che andando a fondo su questi argomenti si scivola in zone tristi e pericolose, ma per risolvere un problema è necessario affrontarlo in tutti i suoi aspetti.

Quello che dici è in gran parte giusto, ma contiene sempre una paradossale inesattezza: qualunque cosa si faccia per eliminare un ghetto (sia a livello economico che culturale) non si otterrà alcun risultato se questo è continuamente alimentato da nuovi arrivi che riportano la situazione sempre al punto di partenza.

La questione è il livello base di sopravvivenza: sia che noi si sia effettivamente ricconi con l'ultimo telefonino o solo persone che sopravvivono nel mondo ci sarà sempre qualcuno che vive in un posto che gli dà meno diritti, meno speranze e meno ricchezza.

Se noi promettiamo a queste persone un'integrazione che le faccia vivere meglio queste faranno di tutto per arrivare fisicamente sul posto ed ottenere questi vantaggi.

Se ne esce solo con regole chiare e serie, che dicano quanti possono essere integrati ogni anno e come (diritti e doveri da accettare).

Questo però presuppone che tanti altri saranno tagliati fuori, e quindi non una utopistica eliminazione dei ghetti ma un messaggio chiaro che scoraggi l'immigrazione, perchè chi arriva, se è oltre i limiti imposti, deve purtroppo vivere allo stesso livello del proprio luogo di origine (o poco più) perchè se ottiene aiuto si giustifica un'immigrazione dannosa e senza regole di cui troppo spesso piangiamo le estreme conseguenze con lacrime di coccodrillo.

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