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Inviato da avatar Lorenzo Pozzati il 19-12-2013 alle 11:38

Si vola o si salta: se non vola Milano non vola l'Italia

«Se non vola Milano non vola l'Italia. Vogliamo combattere per far volare le imprese, liberare le potenti energie che ci sono a Milano e svuotare il serbatoio della disoccupazione» ha detto Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda.

Concetto condivisibile.

Anche perchè, se non vola l'Italia, si rischia salti la democrazia.

Con una vocina che nel cervello però mi dice: "Ma guarda che, quando salta la democrazia, certe imprese, volano".

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_19/assolombarda-ripartire-la-citta-metropolitana-milano-capitale-digitale-hub-conoscenza-a127009a-6881-11e3-a596-3f90988b64b7.shtml

Il progetto

Assolombarda: «Milano capitale digitale e hub della conoscenza»

Il presidente Rocca: «Gli imprenditori sono schiacciati da eccessiva burocrazia e troppe tasse»

«Se non vola Milano non vola l’Italia. Vogliamo combattere per far volare le imprese, liberare le potenti energie che ci sono a Milano e svuotare il serbatoio della disoccupazione» (GUARDA LA SCHEDA). Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, presenta alla stampa italiana e straniera un piano strategico triennale che guarda già al dopo Expo. Un piano denso e ambizioso che s’articola in 50 progetti, ma così concreti che «i risultati saranno misurati mese per mese». E al tempo stesso una «proposta aperta ai soggetti pubblici, al sindacato, al sistema camerale, alle università, al mondo della cultura». Una delle sfide cruciali perché Milano spicchi il volo è che essa diventi, in fretta, la Grande area metropolitana, «attraverso programmi pluriennali comparabili a quelli che Monaco di Baviera e Barcellona si sono dati da tempo; un’area metropolitana che sia sempre più hub della conoscenza, faro del capitale umano, feconda di startup tecnologiche, densa di brevetti, moltiplicatrice di legalità e sostenibilità ambientale».

AREA METROPOLITANA - Dalla sede di Assolombarda, Gianfelice Rocca chiede alle istituzioni, a Comune, Camera di Commercio, una «cabina di regia», perché il tema area metropolitana deve nascere dal basso, perché sia interpretata «dal punto di vista strategico e non semplicemente giuridico». Ci sono i segnali di una timida ripresa, aggiunge il presidente, «ma non basta questo per un recupero dell’occupazione». Inoltre, «la lentezza con cui l’Italia affronta i problemi è incompatibile con le imprese». Occorre ristrutturare profondamente lo Stato. «Se non liberiamo le energie, faremo morire Milano e il Paese. Non accetteremo l’immobilismo», continua. E le energie si liberano solo «tagliando i lacciuoli» che ingessano, soffocano, stritolano le imprese. «I problemi del Paese si affrontano in termini strategici non tattici», ammonisce Rocca. Le imprese sono «schiacciate da una burocrazia incredibile, da una tassazione elevatissima», persino dalla difficoltà di interpretare le leggi. Assolombarda indica la strada e un modello di lavoro. «Per la città metropolitana siamo preoccupati che Milano non giochi in serie A e perda posizione». Città metropolitana vuol dire Milano «che si allarga nella Regione. La nostra visione strategica passa attraverso l’autonomia non sfiduciata», sottolinea. Il piano triennale diventa così piattaforma di «una rivoluzione che rifiuta declino e sfiducia, antieuropeismo e populismo».

PISAPIA: «RIPARTIRE DA MILANO» -
Quasi immediata la risposta del sindaco Giuliano Pisapia, che domani avrà una nuova riunione con il Pd sulla Città metropolitana: «Il piano strategico afferma in maniera incontrovertibile che l’Italia può ripartire solo da Milano. Assolombarda troverà la collaborazione del Comune. La realizzazione della Città metropolitana è una passaggio fondamentale per rafforzare l’attrattività di Milano e del suo territorio nei confronti delle imprese». Piano di «grande respiro» anche per il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli. Mentre l’assessore al Lavoro, Cristina Tajani precisa: «È già prevista per gennaio la convocazione del Tavolo per lo Sviluppo con imprese, sindacati, rappresentanza delle università e delle banche con all’ordine del giorno proprio il tema della Città metropolitana».

19 dicembre 2013

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_19/come-far-volare-milano-insieme-l-italia-manifesto-la-rinascita-citta-2e160ad6-6883-11e3-a596-3f90988b64b7.shtml

Un piano per IL PAESE

Come far volare Milano (e insieme l’Italia)
Un manifesto per la rinascita della città

Assolombarda, 50 progetti per trasformare il capoluogo lombardo in captale delle start up e dell’innovazione

Sono passati 725 anni da quando un maestro di grammatica, terziario dell’ordine degli Umiliati, scriveva un’iperbolica lode su Milano per far vedere ai concittadini distratti quanto la città fosse degna d’ammirazione, dotata di tutto e capace di far di tutto «con la sua forza, la sua dignità e la sua libertà». È partito da qui, da Bonvesin de la Riva e dal suo De magnalibus Mediolani, il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, per lanciare la sfida al declino, alla crisi e al senso d’impotenza che si sente anche nell’aria del Nord, facendo un passo indietro per poterne fare due in avanti, invitando a dare consistenza a quel che illuministi e riformisti hanno sempre sostenuto e lo storico Gaetano Salvemini ha esplicitato in un memorabile testo:far volare Milano per far volare l’Italia. Un messaggio di fiducia sorretto da uno slogan immaginifico e corroborato da un piano strategico, con 50 progetti che Rocca ha declinato ieri con spirito kennediano: che cosa possono fare le imprese per la loro città e il loro Paese. Molto, ha spiegato, indicando il bivio sul quale siamo inchiodati da tempo: da una parte c’è un burrone, dall’altra il mondo, un campo aperto da esplorare con inevitabili rischi, ma molte opportunità. «Se stiamo fermi siamo destinati all’asfissia».

MILANO VOLANO DELLA RIPRESA -
Il senso del messaggio scandito da una città «che resiste in un Paese in fuga» è chiaro: Milano deve poter trainare la ripresa, tornare ad essere una locomotiva. Non c’è sfida di competitività che non passi da Milano, ma la città deve rompere il guscio dell’immobilismo interpretando al meglio il ruolo che le compete: capitale della conoscenza, città digitale, metropoli delle start up e dell’innovazione, centrale della green economy e delle scienze. Il presidente della più grande organizzazione imprenditoriale italiana scandisce il dettagliato elenco dei punti che dovranno misurare il livello di competitività di Milano nei prossimi mesi e chiede alla politica la rimozione dei fattori debilitanti, quella zavorra che atterra le imprese, fatta di ottusità burocratiche, tassazione penalizzante, ritardi nei pagamenti, mancanza di collegamenti tra scuola e impresa, inutili doppioni istituzionali che alzano i costi e non producono efficienza.

IL LATO POSITIVO -
È il momento del nuovo, del coraggio e delle sfide e non è casuale il riferimento a Bonvesin, antico maestro dell’urbe duecentesca: anche allora c’era più tenebra che luce a Milano e tra uomini impiccati, sgozzati, appesi in gabbia a soffrire era più facile pensare al peggio che al bene. Parlando di meraviglie e intestandosi il merito dell’elogio di Milano, «città unica al mondo, come un altro mondo separato al mondo», quell’ode ambrosiana cambiò il tono di una narrazione troppo incline al pessimismo. Anche oggi, nella crisi più profonda del Dopoguerra, dice Rocca, bisogna vedere i fasci di luce che Milano offre: il Pil si è livellato verso il basso, ma l’occupazione non ha ancora le cifre negative della media nazionale; molte imprese si sono riconvertite verso l’estero stringendo i denti, la qualità di università e sanità è riconosciuta in tutto il mondo, i bravi e i capaci ci sono e sanno essere all’altezza delle sfide internazionali. Vanno aiutati, agevolati con un piano strategico di cui la città non è ancora dotata e che Assolombarda fornisce come punto di partenza per un nuovo decollo: «Far volare Milano per far volare l’Italia», appunto.

MANIFESTO PER MILANO -
Qualcuno potrà considerare questo del presidente Rocca più che un messaggio sullo stato dell’Unione un manifesto per Milano: in effetti lo è. Milano ha bisogno di ritrovarsi, di credere in se stessa e anche di sognare. Se i manifesti servono a dare una scossa, il leader degli imprenditori che si mette in gioco con un progetto sulla città futura (aggiungendo il suo messaggio agli altri, intermittenti, captati a Milano in questi mesi, ai risvegli nei settori della moda, della cultura e dell’alta tecnologia) porta acqua al mulino della crescita. Smuove. Spinge a fare. A ritrovare la dinamica dello sviluppo.

CITTA’ METROPOLITANA -
Qualcun altro potrà invece leggere nelle sue parole un’invasione di campo nella politica, soprattutto quando insiste sul valore della città metropolitana, eterna incompiuta presente in tutti i piani di sviluppo degli anni Settanta e Ottanta. Nella civiltà del web e della città infinita siamo ancora fermi lì, ai confini inattuali di un’area metropolitana che non nasce e non decolla. Per Rocca la sfida globale è quella dei grandi ecosistemi metropolitani, in grado di far da traino alle economie regionali e nazionali. Servirebbe una vera regia, la valorizzazione dei diversi soggetti che fanno parte dell’enorme hub della conoscenza che va da Pavia a Bergamo a Monza e a Varese, un raccordo tra comparti produttivi che fanno sistema, la definizione delle zone ad alta specializzazione, per far assumere a questa nuova area milanese una leadership europea.

50 PROGETTI OLTRE EXPO -
Milano che rischia, che ricostruisce i ponti tra le varie imprenditorialità, che rinnova un patto civico sui temi della sostenibilità ambientale e della solidarietà tra categorie, può essere d’esempio al Paese, sostiene Gianfelice Rocca. Il piano strategico di Assolombarda, con i 50 progetti per rilanciare imprese e territorio e con l’immagine visionaria del volo, ci dice che non si può restare fermi. Expo 2015 è lì, un’occasione straordinaria per valorizzare il meglio del Paese e rendere Milano più attrattiva. Ma Expo è anche un banco di prova di efficienza e di legalità: corruzione e malaffare insidiano il percorso verso l’esposizione universale e la città del futuro dovrà misurare la sua capacità di attivare anticorpi contro criminalità e improprie commistioni tra pubblico e privato. Anche di questo Assolombarda tiene conto nel suo messaggio di fiducia che si dovrà misurare sui fatti. E sui fatti incombono sempre i signori delle tenebre, come li chiamava Bonvesin de la Riva. Milano deve tenerli lontani.

19 dicembre 2013

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