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Inviato da avatar Andrea Arancio il 04-11-2015 alle 11:57

Concettualmente si tratta di "meccanismi di ridistribuzione della ricchezza".

L'idea è che chi possiede più case teoricamente ha più capacità di contribuire ai costi legati alla gestione dei servizi che ruotano attorno alle case stesse (manutenzione strade, illuminazione, etc..).

Per fare un esempio molto semplificato (ipotizzando che tutte le case siano uguali e che la tassazione sia proporzionale semplicemente al numero di case possedute) se in città ci fossero 10 case e solo tre proprietari che le possiedono nelle seguenti misure:

1. Signor A possiede 5 case.

2. Signor  B possiede 2 case.

3. Signor C possiede 1 casa.

 
e supponendo che il costo complessivo annuale di gestione dei servizi indivisibili sia 100k.

allo stato attuale

A paga 5/10*100k= 50k

B paga 2/10*100k= 20k

C paga 10K

 
Se si togliesse la componente prima casa il numero di case tassate scende a 7 (ci sarebbero 3 prime case), quindi:

A paga 4/7*100 =57k

B paga 1/7*100=14K

C paga 0k.

 
E' giusto oppure è sbagliato? Boh. 


A prescindere dal fatto che il modello puo' essere complicato a piacere (introducendo valori catastali, differenziazione prima casa, metrature, etc) la domanda si traduce nel chiedersi se è vero è che il signor A possa "pagare più tasse di B" e ugualmente "B possa pagare più tasse di C".

E' vero?  basta possedere una casa in più per potere effettivamente "spendere di più"? 


E soprattutto proverei a riflettere sul modello di vita italiano, in cui il risparmio familiare (e anche le seconde e terze case acquistate con questi) è alla base dei valori che ci contraddistingue da altre nazioni/popolazioni: se si vuole considerare questo modello come un "valore" (ed è stato già osservato in passato in occasione di crisi economiche che questo è un valore) allora non conviene insistere sulle tasse sulla casa, perchè penalizzano esattamente il modello stesso.


Viceversa se pensiamo che il modello italiano, risparmio e investimento, sia da premiare, forse forse la tassazione sul mattone (privato, intendiamoci) andrebbe davvero ripensata, anche sulle seconde e terze case, in funzione del reddito.

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