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Giretto del sabato pomeriggio per il centro di Milano, passando a Via Dante per arrivare al Duomo.
Appena entrato in via Dante, sono subito stato assalito dai suoni a tutto volume di un gruppo di saltimbanchi di strada che avevano improvvisato una "break dance". Fra l' altro questi occupavano buona parte del passaggio e abbiamo fatto fatica pure a transitare (ovviamente non gli puoi passare in mezzo).
Più avanti, in piazza Cordusio c'erano nugoli di venditori abusivi di braccialetti e collanine.
In piazza Mercanti, stesse scene: gente che suonava il sassofono o improvvisava coreografie con musica ad alto volume. E poi altri venditori di cianfrusaglie.
E il bello è che tutta la zona era abbondantemente presidiata da vigili, polizia e pure alpini.
Ho chiesto ai vigili se tutto fosse regolare, e mi hanno risposto di sì.
A questo punto mi cadono le braccia. Evidentemente questo caos da suk è tollerato o voluto.
Purtroppo questo è in linea con tante altre forme di disordine che oggi dilagano e vengono addirittura istituzionalizzate nelle nostre città, come i centri sociali illegali e la cosiddetta "street art". A proposito, in viale Certosa, all'incrocio con via Monte Ceneri, di fronte al Media World, è apparso l'ennesimo teschio. La foto non è il massimo, ma potete andare a visitarlo di persona se volete.
Per finire vorrei fare una considerazione più generale. Questa deriva verso l'anarchia e il disordine (spacciati per "libertà") è una conseguenza inevitabile della cultura dominante (specie di sinistra), Una cultura (o meglio anti-cultura) che ha rinnegato e combatte ogni radice religiosa e trascendente, Ovvio, che quello che resta è solo l'incapacità di giudizio, la tolleranza verso tutto (tutto è lecito) e l'incapacità di porre un qualsiasi limite al degrado. Anche perchè il concetto di "degrado" implica che ci sia un giudizio superiore con cui confrontare qualcosa e decidere se è degrado o no.
E questa incapacità di giudizio e perdita di ogni senso morale, oggi lo vediamo non solo nelle "piccole" cose delle città che si degradano, ma anche nelle "grandi" cose. Cioè nei delitti e attentati alla vita e buon senso, che oggi vengono sdoganati a ciclo continuo, come se fossero acqua fresca, senza neanche pensare "di che lagrime grondino e di che sangue". Dall'aborto, alla eutanasia, alla eugenetica di Stato, alla "ridefinizione" del concetto di famiglia (per spacciare come tali cose che famiglie non sono), fino ad arrivare alla droga e alla prostituzione di Stato (che qualcuno sta proponendo).
Insomma si sta verificando quello che aveva profetizzato Benedetto XVI qualche anno fa: il relativismo non porta alla libertà, ma alla dittatura. Occorre correre ai ripari.
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