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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 21-03-2016 alle 15:26

Non conosco bene il problema, quindi formulo le domande dell'uomo della strada. A lume di logica, nessuno pensa di arrivare allo stato patologico, e quando ci arriva nega di esserci arrivato. In tutt'e due i casi, quello iniziale e quello patologico, si può tentare un aiuto solo a posteriori, dopo cioè che la persona ha manifestato sintomi di dipendenza, cioè quando il danno sociale è già in atto. Quindi è ovvio che la prevenzione sia da preferire. C'è differenza tra il gioco alle slot e il fumo delle sigarette? Sì e no: dal punto di vista del danno psicologico alla sopravvivenza è certo più grave e immediata la slot; mentre dal punto di vista del meccanismo psicologico forse non c'è una grande diversità: si tratta sempre di affidare le proprie incertezze ad un intermediario, cui si dà il compito di mediare tra la persona e il difficile mondo circostante. Non mi risulta che ci sia stata un'azione pubblica, circa la dipendenza dal tabacco, che abbia tenuto conto di questa problematica, comunque un battage mediatico e una serie di limitazioni all'uso e un aumento del prezzo hanno contribuito a ridurre la consuetudine al fumo. Non sarebbe dunque possibile affrontare la questione delle slot in modo simile? Oggi si può fumare solo - e non dappertutto - all'aperto. Il gioco alle slot viene invece affettuato in luoghi riservati, spesso dietro vetrine oscurate. Se non si offende la privacy di un fumatore, non vedo perchè si dovrebbe colpire quella di un giocatore svelando al mondo la propensione al gioco di una persona aprendola al mondo. Occorre che sia affrontato, infatti, il tema della transizione dal gioco alla dipendenza, generata dal ripetersi spasmodico dell'attesa di un beneficio che non arriva. Perchè un gioco come le slot deve essere punito se non lo sono quello delle carte e il Monopoli? Ma deve essere punito il consentire che si giunga al bisogno del gioco. Se (tanto per dire) si potesse giocare con una tessera personale come quella dei supermercati, arrivati ad un certo consumo essa dovrebbe impedire la possibilità di continuare ad usarla. Chi la falsificasse sarebbe doppiamente condannato. Ma forse qualcuno ha idee migliori.

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