Rispondi a:

Inviato da avatar Gianluca Gennai il 15-08-2016 alle 19:38

Per quanto sia difficile rendere una periferia migliore dal punto di vista architettonico, non trovo nessuna giustificazione nel non aver fatto niente in questi anni.

Eppure il tema era caro a molti se non a tutti coloro che amministravano i settori dell’urbanistica, del sociale, della sicurezza, prevalentemente persone che si occupano ancora oggi della città.

Milano in questo mese appare come addormentata, sopita, sembra riposare dalle tante fatiche che quest’anno hanno portato ad avere una nuova giunta comunale, Expo e quanto con essa è arrivato, soprattutto in termini di viabilità sia di superficie che di sottosuperficie.

Nella periferia che più era vicina ad Expo si sono chiuse le tendine, si è cercato di escludere completamente il quartiere quasi come fosse una vergogna della città.

Eppure c’erano progetti in merito all’utilizzo della stazione di Quarto Oggiaro come punto di forza di uno scambio tra rotaia e gomma, addirittura con dei trenini " ad hoc " che potevano trasportare persone in tutta sicurezza attraverso percorsi prestabiliti, dalla stazione all’area fieristica, invece niente, ci si è vergognati dei palazzoni di Quarto Oggiaro se non addirittura spaventati da cosa poteva accadere, scippi, rapine, anche peggio. Si è preferito concentrare gli arrivi in altro luogo, anche attraverso scelte improbabili come i pulmann dal centro città pur di evitare Quarto Oggiaro u quartiere a 2 passi dall'ingresso principale di Expo.

Bastavano poche cose, un parcheggio ben organizzato tra il Centro Commerciale Metropoli e la stazione di Quarto Oggiaro e dei trenini elettrici su gomma o autobus ecologici come peraltro era previsto nei piani preventivi e nei progetti di spostamento assistito dai punti di scambio, nonostante fosse pronto il tunnel da Via Eritrea a l’UCI Cinemas che è rimasto inutilizzato con buona pace dei residenti s’intende, ma certo “non essenziale” come dichiarato in tutti i documenti di approvazione del progetto.

So bene che il nome del quartiere spaventa e che l’opinione pubblica è ancorata alla Sua triste storia, ancora oggi prevalente sulle tante positività che fortunatamente rispecchiano una zona che lotta per uscire dal Suo status di abbandono ed emarginazione e dai preconcetti che in quanto tali sono arroccati nelle menti dei più.

Da questi pochi esempi di mancato coraggio si capisce quanto sia difficile il cambiamento anche quando poteva essere avviato con facilità grazie al volano Expo.

Le periferie sono molte a Milano, tutte bisognose di essere riprese e sollevate dal degrado, tutte in astinenza sociale, collassate dai tanti problemi che assumono connotati diversi, gli alloggi popolari, gli abusi, la sicurezza, il degrado urbano, il decoro assente, la viabilità, il trasporto pubblico, il verde, l’abbandono scolastico, il fenomeno dell’immigrazione ed oggi il pericolo della radicalizzazione islamica.

L’attuale giunta comunale sembra essere partita con l’intento di fare davvero qualcosa per i quartieri che non sono più campagna ma neanche città, tuttavia tra i quartieri, Quarto Oggiaro potrebbe essere molto favorito dall’evoluzione che sembra oramai sicura, dell’area Expo versus il Polo Universitario Ma anche la Cittadella della Salute in zona Sacco.

Non meno riproponibile il tentativo fatto con il quartiere residenziale Euromilano pur con molte situazioni ad oggi ancora precarie. Potrebbero essere costruite delle case, dei condomìni rivolti al ceto medio, creare una sorta di satelliti intorno al nucleo quartoggiarese, rivolti a persone che possano interreagire socialmente verso un cambiamento dei modi di vita e dei modi di pensare la vita.

Dare vita a microprogetti di ristrutturazioni delineate con precisione dentro il quartiere, con l’abbattimento di qualche palazzone particolarmente fatiscente e indecoroso, del resto Milano conosce bene le tecniche anche finanziarie per ridisegnare interi quartieri ex-novo.

Chiedo con forza che questa volta il Comune a guida Sala e il Municipio 8 visti i nuovi poteri concessi, colgano l’occasione per riqualificare questa zona, con progetti architettonici di ripristino del decoro, di abbellimento, di sviluppo urbanistico oltre alle dovute ristrutturazioni dei palazzi popolari ex ALER ed oggi amministrati da MM già impegnata in questo.

Tuttavia i progetti vanno incentivati, per esempio attraverso le università, ma anche con bandi rivolti a studi privati, c’è bisogno di attuare una politica di agevolazioni, non sempre da escludere perché portatrici di speculazione, va detto che in alcuni casi bisogna avere il coraggio di scegliere il male minore organizzando le attività di controllo come dovuto ma anche cercando un compromesso come del resto è stato fatto in occasione delle ben note creazioni architettoniche che hanno portato Milano sotto le luci dei riflettori, vedi la zona Garibaldi, dove i compromessi si sono trovati per il bene della città che doveva ben figurare con le città a livello mondiale in tema di innovazione e creatività.

Milano non deve essere da meno, ma certo non deve cadere negli errori fatti in passato, né negli errori delle megalopoli dove le periferie sono tristemente famose per il degrado in cui riversano.

Si sente davvero questa opportunità come un’occasione per sollevare il quartiere in modo da renderlo appetibile per futuri investimenti privati, per una re-impostazione sociale attraverso il possibile arrivo di persone che possano distintamente interreagire con gli attuali residenti, con i quali condividere un possibile rinascimento suburbano “tout court” senza modernità forzata, anzi, con moderatezza tipica di chi viene dalle città piccole dove la qualità della vita è alta e dove si riesce ancora a non avere quei pregiudizi e quelle distanze che invece insistono nelle grandi città.

Arriveranno medici, infermieri, insegnanti, studenti, tecnici, avranno certo bisogno di alloggi in affitto a prezzi accettabili, potrebbero essere indirizzati al quartiere piuttosto che ad alloggi dentro il campus.

Un’occasione di rilancio anche economico, di rinascita dei negozi, di artigiani, di servizi, linfa per un quartiere che fa fatica anche per via della crisi che da questa parte a colpito duro.

Tutto questo è davvero così difficile da non essere neanche pensabile?

A Ferragosto forse tutto diventa possibile, Milano oggi è bella e rilassata come non mai.

Gianluca Gennai

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta