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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 26-10-2010 alle 11:27

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_26/primarie-accordo-elenchi-1704029871315.shtml


Il costituzionalista: competizione ancora squilibrata. Penati: serve serenità

Primarie, accordo sugli elenchi
Onida: non basta, rinviamo il voto

Il Comitato: campagna informativa per tutti i candidati

MILANO - Rinviare le primarie. Qualche settimana in più per riequilibrare «la «partita falsata». La proposta di Valerio Onida rimane però voce isolata: nello stanzone di via Pergolesi, quartier generale del Pd milanese, cala il gelo. L'ipotesi di uno slittamento del voto - la data del 14 novembre è fissata da mesi - viene lasciata cadere. Anche Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti, gli altri due sfidanti del candidato «favorito», si sfilano. «Per cambiare registro ci vorrebbero condizioni diverse e un tempo più esteso di quello che manca al 14 novembre. Ma questa richiesta non è stata accolta», commenterà alla fine Onida. «Ogni giorno in più dedicato alle primarie è un giorno in meno dedicato alla battaglia contro la Moratti», gli risponderà il segretario metropolitano del Pd Roberto Cornelli.

La riunione tra i quattro candidati e i vertici locali dei partiti della coalizione è convocata in tutta fretta. È il day-after. La denuncia di Onida («Una partita falsata, il Pd sta mettendo il campo tutta la sua forza organizzativa in favore di un solo candidato») prima, e le dimissioni del presidente del comitato organizzatore Costanzo Ariazzi, poi. Sul tavolo i cahiers de doléances del professore, con in cima quella richiesta: condividere gli elenchi delle primarie del Pd dell'anno scorso. Un «tesoretto» di 70mila nomi, dati anagrafici, indirizzi, mail. Richiesta parzialmente accolta. Non solo il Pd, ma tutti i partiti della coalizione tireranno fuori dagli armadi le rispettive liste di simpatizzanti. Che saranno girate al comitato organizzatore per una campagna informativa che costerà quasi 40mila euro: «una o due» comunicazioni via lettera, con il profilo di tutti i candidati e i rispettivi appelli al voto. Un compromesso. Di più non si poteva fare, giurano quelli del Pd. Questione di privacy.

«È un passo sulla strada del ripristino di una vera par condicio fra i candidati», ammette, sul punto, Onida: «Che però non è certo sufficiente a ridare equilibrio alle primarie. L'anomalia maggiore deriva dal fatto che i partiti rivendicano il diritto di impegnare le loro strutture organizzative nella campagna propagandistica a sostegno del loro candidato. Se è così, però, non si capisce quale possa essere il ruolo di un candidato che non ha alcun partito o corrente organizzata alle sue spalle». Si torna, insomma, al peccato originale dei democratici: l'appoggio esplicito a uno e a uno solo dei contendenti.

L'interessato, l'urbanista Stefano Boeri, smorza ora le polemiche: «Oggi abbiamo fatto chiarezza sulle regole, ribadendo la necessità di dare pari dignità a livello di informazione a tutti i candidati. Ora si riparta dalle idee». Evidente, in casa pd, il tentativo di abbassare il volume di toni e polemiche. Conciliante è anche Filippo Penati, il capo delle segretaria di Pierluigi Bersani: «Se si è esagerato nel sostegno, perché picconare le primarie, quando c'è tutto il tempo per recuperare? Piuttosto, lavoriamo tutti per riportare un clima sereno». Il capogruppo in Consiglio, Pierfrancesco Majorino, si dice invece stupito dalle polemiche: «Mi risulta che in questi giorni il professor Onida sia spesso ospite d'iniziative svolte nei circoli del Pd. Altro che militarizzazione in corso: il nostro popolo accoglie tutti i candidati senza nessun problema». La sintesi di giornata è affidata a Daniele Farina, coordinatore milanese di Sinistra e Libertà. Le polemiche, le accuse, i litigi di queste primarie? «È il difficile antipasto in vista della buona politica».

Andrea Senesi
26 ottobre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_26/database-pd-boeri-privacy-violata-1704029731563.shtml

La denuncia

Database Pd per Boeri. «Privacy violata»

Il garante chiamato in causa da un cittadino che aveva partecipato alle primarie del 2009

MILANO - Violazione della privacy? Sarà il garante ad occuparsi delle primarie del centrosinistra, chiamato in causa da un cittadino milanese che aveva partecipato alle primarie del 2009, aveva autorizzato il Pd ad usare la propria mail, ha ricevuto messaggi dello staff di Stefano Boeri e, dopo le proteste, si è visto cancellato anche dall'elenco degli elettori del Partito Democratico. La vicenda è raccontata in dieci pagine di un reclamo depositato ieri al Garante per la protezione dei dati personali da un elettore delle primarie, A. L., che si è rivolta ad un legale milanese per vedere tutelate le proprie ragioni. Il fatto. Tra settembre e ottobre A. L. ha ricevuto nella propria casella di posta elettronica due messaggi provenienti dall'indirizzo di posta Comitato Stefano Boeri info@stefanoboeri.it. Due inviti ad altrettante iniziative dell'architetto candidato sindaco, firmate «Stefano Boeri per Milano-staff».

Il 10 ottobre A. L. risponde al comitato segnalando che, come sta capitando «ad altre persone da me conosciute», arrivano mail da un indirizzo sconosciuto. Nel messaggio, A. L. chiede di sapere come lo staff di Boeri sia entrato in possesso del suo indirizzo mail comunicando anche, nel caso di mancata risposta, l'intenzione di rivolgersi al garante della privacy. Alla mail fa seguito una raccomandata e, nel giro di un paio di giorni, il Comitato risponde scusandosi per l'inconveniente e precisando: «Il suo indirizzo è stato utilizzato in quanto rilasciato durante la votazione alle primarie del partito democratico nel 2009 (ha firmato la liberatoria sul consenso all'utilizzo dei dati)». Stando alla risposta, dunque, il Comitato Boeri ha a disposizione gli indirizzi mail degli elettori che hanno partecipato alle consultazioni del 2009 e non soltanto quelli personali del candidato. La risposta prosegue: «Abbiamo provveduto a cancellare il suo indirizzo e-mail da tutti i database, quindi da oggi in poi non riceverà più alcuna informazione proveniente dal Partito democratico e dal Comitato Boeri». Questo, malgrado tutti gli elettori delle primarie che avevano firmato il consenso, come A. L., avessero autorizzato l'uso della mail per le comunicazioni riguardanti il Pd.

Citando la legge sulla privacy e la pronuncia del Garante sulle «Misure in materia di propaganda elettorale - esonero dall'informativa - 11 febbraio 2010», il legale contesta il fatto che i dati personali vengano acquisiti da un soggetto terzo: insomma, l'elettore delle primarie che autorizza il Pd ad usare la propria mail, non autorizza il passaggio della mail stessa ad altri soggetti: «Mai (A. L.) ha rilasciato al Comitato Boeri il proprio consenso sull'utilizzo dei dati personali, identificativi e sensibili». Allo stesso tempo, non si capisce il perché della cancellazione anche dal database del Pd, cui invece ha provveduto il Comitato Boeri. Conclude il legale: «Il comitato non ha precisato adeguatamente la provenienza dei dati (da chi ha avuto l'indirizzo mail, ndr) ed inoltre ha adottato una condotta del tutto inadeguata e lesiva degli interessi di A. L. procedendo alla cancellazione dei dati anche rispetto al database del Pd».

Elisabetta Soglio
26 ottobre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_26/fini-a-milano-1704029731537.shtml

La città verso il voto

Il partito di Fini debutta a Milano
Comune, strappo nella maggioranza

La Moratti apre ai «futuristi» ma salta il vertice del centrodestra. La Gelmini non sarà Fli a dettarci l'agenda

MILANO - Nel giorno in cui arriva Gianfranco Fini a Milano e incontra un migliaio di sostenitori nel teatro Derby di via Mascagni, la vicenda futurista è causa di uno scontro all'interno della maggioranza di Palazzo Marino. Ma si muovono i vertici del Pdl per gettare acqua sul fuoco: «Non c'è un pezzo di città che vota Fli, sono scelte personali», è la linea tenuta dal coordinatore cittadino Luigi Casero e rilanciata ieri da ministri e dirigenti. Una linea che però stride con le dichiarazioni di chi è sfilato ieri sul palco del Derby a ripetere che «siamo in tanti e siamo convinti» e che «la Lombardia è la regione che ha finora più circoli e più iscritti».

L'antefatto. Il sindaco Moratti aveva indetto per ieri mattina una riunione di maggioranza, escludendo i finiani. Dopo le rimostranze di Landi, ieri mattina la Moratti lo ha convocato in extremis. Apriti cielo. Il primo a innervosirsi è stato il ministro Ignazio La Russa, poi via via gli altri con toni più o meno accesi. Nel giro di un'ora, la segreteria del sindaco ha disdetto l'appuntamento, rinviato a non si sa quando. Commenta il capogruppo pdl Giulio Gallera: «Questo episodio è servito da chiarimento, perché non si può pensare che automaticamente vengano invitati anche i finiani alle riunione di maggioranza, serve un percorso e un ragionamento». Un ragionamento, ad esempio, «per capire se siamo tutti uniti o se poi i finiani si sentono liberi su ogni delibera di fare quello che credono, come abbiamo visto sugli Arcimboldi». Gallera propone una mediazione: «Le riunioni di maggioranza continuano come si erano fatte finora. Ma avviamo un tavolo che periodicamente si riunirà per fare il punto sulle attività di giunta e di governo, del quale faranno, parte oltre ai capigruppo, alcuni assessori tra i quali Landi di Chiavenna».

Più pepato il capogruppo leghista Matteo Salvini: «diciamo che c'è stata una gestione della tempistica un po' bizzarra e comunque alla Lega, come ai milanesi, non importa nulla dei finiani. Se è gente che lavora sono i benvenuti, se sono quelli che cercano di sopravvivere in politica perché trombati dall'altra parte, restino pure dove sono».
Nel frattempo, si riunisce il coordinamento regionale negli uffici del presidente Guido Podestà e la questione viene nuovamente affrontata. «Non ci facciamo dettare l'agenda da Fli - attacca il ministro Mariastella Gelmini - e non siamo preoccupati da chi si sposta in un altro partito per ambizioni personali. Qui al Nord tutti questi militanti di Fini non esistono». E poi un conto sono le riunioni di maggioranza a Palazzo Marino sulle delibere da portare avanti, un altro i possibili accordi politici con i finiani. «La Moratti - aggiunge la Gelmini - continuerà a dialogare con il Fli, ma la scelta di allargare o meno la coalizione la faremo nei tempi giusti e con l'accordo di tutto il Pdl».
E soprattutto si farà a Roma, aggiunge Roberto Formigoni: «Le alleanze competono a livello nazionale, e lasciamo volentieri a loro questo problema. Se c'è una collaborazione reale per sostenere il governo Berlusconi e per confermare lealmente il voto di fiducia dato si potrà andare avanti, altrimenti la separazione sarà nettissima». Anche per La Russa la parola d'ordine è minimizzare: «A livello di classe dirigente mai una scissione della destra a Milano ha avuto così poco seguito come quella di Fli: nè ai tempi di Nencioni, nè ai tempi di Rauti, nè ai tempi di Storace e Santanchè».

Elisabetta Soglio
26 ottobre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_26/platea-derby-1704029731550.shtml

In platea anche l'ex assessore Bombarda finito nei guai per i corsi Ue

Staiti, Properzj, Del Pennino e la Maiolo
Il Derby si riempie. «Qui si fa politica»

Platea presa d'assalto. Tra i presenti anche l'ex assessore Bombarda, finito nei guai per i corsi Ue

Tagliamo subito la testa al toro: Gabriele Albertini ieri sera non era in platea ad ascoltare Gianfranco Fini. Lo aveva incontrato poco prima negli uffici di Cristiana Muscardini. Venti minuti di colloquio. Nessun annuncio ufficiale, ma il pressing è stato forte. Albertini candidato del Fli? «Non confermo e non smentisco». Possibili evoluzioni dopo le primarie del centrosinistra.
È il gioco più gettonato della serata. Indovina chi è venuto al Derby per sentire Fini? E siccome è sempre meglio controllare di persona, qualche assessore di ferrea osservanza Pdl, è passato più volte in auto davanti al Derby per segnare presenze e assenze.

Platea presa d'assalto, 650 posti occupati e in tanti restano fuori dal teatro. Ma quello seduto in prima fila, non è una vecchia conoscenza della politica milanese? Ma certo, è Antonio Del Pennino, già vicesindaco repubblicano ai tempi di Carlo Tognoli. C'è anche Giacomo Properzj, repubblicano come Del Pennino, per lungo tempo presidente di Atm. Passiamo ad anni più recenti. A pochi passi dall'uscita del teatro c'è Vincenzo Giudice, ex presidente del Consiglio comunale in quota Pdl. Che ci fa qui? «A me piace ascoltare». Fini si scalda, ribadisce la necessità di un codice etico e del rispetto della legalità. In seconda fila c'è una vecchia conoscenza del Pirellone. L'ex assessore Guido Bombarda che nel 2005 patteggiò una pena di 18 mesi per tre corsi mai tenuti o realizzati in modo irregolare sul turismo religioso. «Ma non è iscritto al Fli - interviene Giampaolo Landi di Chiavenna - è venuto ad ascoltare».

Poi ci sono i delusi dalla Moratti. Tiziana Maiolo, già assessore della giunta Albertini e poi «licenziata» dal sindaco Moratti. Si fa accompagnare dalla sorella Antonella. Sale sul palco. Molto emozionata. Aderisce. Anche lei è una futurista. «Sono molto felice. Ho voglia di riprendere a fare politica. Mi sentivo come morta e quanto ho sentito Fini che parlava di diritti civili mi si è come accesa una lampada in testa». Insieme a lei, tanti «delusi», (o per meglio dire giubilati dalla giunta dell'attuale sindaco). Si rivede l'ex assessore all'Ambiente, Paolo Massari. E anche il papà di Ecopass, l'assessore Edoardo Croci, licenziato dalla Moratti nel giro di un weekend. Tanti volti. Noti, meno noti. Oltre allo stato maggiore con Cristiana Muscardini, Giuseppe Valditara, Benedetto Della Vedova, Landi di Chiavenna, ci sono Andrea Ronchi, Italo Bocchino e Mirko Tremaglia. La consiglierà Barbara Ciabò, Silvia Clementi Ferretto. E c'è anche l'ex consigliere di An, Fausto Montrone che accompagna un prelato ortodosso, Giovanni Climaco Mapelli che ha abbandonato la chiesa cattolica per le sue prese di posizione sull'omosessualità.

Maurizio Giannattasio
26 ottobre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_26/20101026NAZ02_26-1704029747689.shtml

Ma prima di decidere Albertini aspetta il risultato delle primarie di centrosinistra

Fini incontra Albertini. Continua il pressing per la sua candidatura

L'ex sindaco: non considero il fondatore di Fli un traditore, sbagliato cacciarlo

MILANO - Venti minuti di faccia a faccia. Negli uffici milanesi di Cristiana Muscardini, coordinatrice regionale del Fli. Gianfranco Fini incontra per la terza volta in pochi mesi, l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, attualmente eurodeputato del Pdl, molto critico nei confronti del partito di Silvio Berlusconi. L'attesa era grande. Non è un mistero il pressing dei futuristi su Albertini in vista delle prossime elezioni comunali. Sono in tanti che lo vorrebbero come candidato in lizza contro l'attuale sindaco, Letizia Moratti. «Un incontro molto cordiale - attacca Albertini -. Abbiamo parlato circa mezzora. Comunque non ci sono novità né annunci da fare». In realtà, il corteggiamento continua. Intenso e passionale. E sono in molti a ritenere che Fini abbia pronunciato la domanda fatale: «Ti candidi a sindaco di Milano?». «Non confermo e non smentisco» replica sornione l'ex numero uno di Federmeccanica ai giornalisti. Salvo poi ripetere la litania che infastidisce molto quelli che lo stesso Albertini definisce i «pretoriani» del Pdl. «Non considero Fini un traditore e ritengo sbagliato cacciarlo dal partito. Ha chiesto di introdurre tre criteri su cui mi trovo perfettamente d'accordo: un codice etico, la discussione nel partito e la classe dirigente eletta e non nominata».

Quasi, un'adesione programmatica. Ma da qui a fare il grande balzo occorre che maturino alcune condizioni. Albertini, prima di muovere le sue pedine, guarderà quello che accade in campo avverso: ossia aspetterà il 14 novembre quando si svolgeranno le primarie del centrosinistra per individuare lo sfidante della Moratti. Se dovesse vincere il candidato della sinistra radicale, Giuliano Pisapia, contro Stefano Boeri sostenuto dal Pd, per Albertini si aprirebbe uno spazio politico molto importante. Quello che Massimo Cacciari va predicando da mesi. Un candidato, come l'ex sindaco di Milano, sostenuto da Fli, Udc, Api e che al ballottaggio si ritrova con l'appoggio del Pd. Uno scenario che potrebbe essere plausibile anche in caso di vittoria risicata di Boeri. «Sono sicuro - dice uno dei plenipotenziari nazionali del Fli - che le strade di Albertini e di Fini si incontreranno dopo le primarie del Pd».

Scenari che i vertici del Pdl cercano di esorcizzare. «Non credo proprio che capiterà - attacca il coordinatore Pdl, Ignazio La Russa - certo mi dispiacerebbe, perché ho sempre appoggiato Albertini e l'ho sempre considerato un ottimo sindaco». Fa gli scongiuri anche il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi: «Conosco troppo bene Albertini. È una persona molto seria e responsabile». «È fantapolitica - conclude il ministro Paolo Romani - siamo molto lontano da qualsiasi possibile realtà».

Maurizio Giannattasio
26 ottobre 2010


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/26/news/milano_il_giallo_del_vertice_di_centrodestra_moratti_invita_i_finiani_poi_c_il_veto_del_pdl-8428526/

POLITICA

Milano, il giallo del vertice di centrodestra
Moratti invita i finiani, poi c'è il veto del Pdl

L'apertura alla neonata formazione, la prima in assoluto, è saltata nel giro di poche ore
Il ministro La Russa: "Qui in città la scissione ha avuto indubbiamente scarso seguito"
di TERESA MONESTIROLI

Nella giornata in cui Gianfranco Fini fa il suo esordio a Milano, Futuro e libertà manda in tilt ancora una volta il già teso rapporto tra Letizia Moratti e il Pdl. Con i leader del partito - per il quale il sindaco è tesserato da quasi un anno - che la costringono a rinviare una riunione di maggioranza a cui lei, con una scelta autonoma, aveva invitato anche l'assessore alla Salute, Giampaolo Landi Di Chiavenna, primo sostenitore del movimento di Fini in città. La bagarre si placa solo nel pomeriggio, nel corso di un nuovo vertice - organizzato in Provincia per cercare di risolvere in fretta la questione - quando il Pdl decide di organizzare un manifestazione a fine novembre per lanciare la campagna elettorale del sindaco  -  prima ancora dell'ufficializzazione della sua candidatura - a cui potrebbe partecipare anche il premier Berlusconi.

Giornata difficile, insomma, per il sindaco Moratti e per i rapporti interni al centrodestra, precipitati nel caos dopo l'annuncio del cambio di casacca (dal Pdl a Fli) del presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri. Il programma prevedeva due riunioni consecutive a Palazzo Marino. La prima a mezzogiorno con il direttivo del Pdl per discutere della campagna elettorale 2011, la seconda un'ora più tardi con i vertici della maggioranza per parlare, più in generale, del "rapporto con il territorio". Un tavolo politico più ampio a cui erano stati convocati anche Lega e Udc. Senza avvisare i "colonnelli", la Moratti ha invitato anche il Fli. Notizia che, appena annunciata al tavolo, ha fatto esplodere la polemica.

Il primo a lamentarsi dell'iniziativa personale del sindaco è stato Ignazio La Russa, coordinatore nazionale Pdl, che ha fatto notare che il Fli non ha diritto a partecipare a tavoli di maggioranza; salvo poi, all'uscita da Palazzo Marino, smentire di aver posto il veto alla partecipazione di Landi di Chiavenna. Sottolineando comunque quanto sia prematuro un suo coinvolgimento: "Non decido io le riunioni del sindaco  -  spiega La Russa  -  Non mi risulta, però, che il Fli sia né un partito né un gruppo. Sarà il Pdl a valutare come comportarsi nei suoi riguardi". E aggiunge: "A livello di classe dirigente non ho mai visto una scissione della destra a Milano che abbia avuto così poco seguito come questa".

Posizione condivisa da tutti i presenti alla riunione, eccettuato ovviamente il sindaco che ha spiegato di aver precedentemente avvertito della sua decisione Luigi Casero, il coordinatore cittadino del partito. "È opportuno - dichiara Giulio Gallera, capogruppo del Pdl a Palazzo Marino - che il sindaco intensifichi la sua presenza in città assieme alla sua squadra, composta da assessori e consiglieri, anche se questi hanno aderito al Fli. Ma prima di coinvolgere i finiani in vertici di strategia politica bisogna fare chiarezza". La reazione di Futuro e libertà non si è fatta attendere. Appena cancellata la riunione di maggioranza l'assessore alla Salute ha commentato: "Mi auguro che quello di oggi sia stato solo un incidente di percorso determinato dall'isteria politica che ha preso il Pdl nel giorno in cui Fini è a Milano. Altrimenti si sta prendendo una china pericolosa".

E così i rapporti ancora poco chiari con i finiani sono stati argomento di discussione del vertice si è tenuto in Provincia con quattro ministri: La Russa, Gelmini, Romani e Brambilla. Anche se la linea scelta è minimizzare il problema, è evidente dalle dichiarazioni finali che la questione è urgente. "Le alleanze competono a livello nazionale  -  dice Roberto Formigoni  -  lasciamo volentieri questo problema a loro: se c'è una collaborazione reale per sostenere il governo Berlusconi andremo aventi, altrimenti la separazione sarà nettissima". E la Gelmini aggiunge: "Valuteremo serenamente il rapporto con Fli, ma la prima cosa resta l'unità del Pdl".

(26 ottobre 2010)


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/26/news/la_moratti_a_rapporto_da_berlusconi_il_sindaco_naturale_l_alleanza_con_fli-8466749/


POLITICA

La Moratti a rapporto da Berlusconi
Il sindaco: naturale l'alleanza con Fli

Un vertice ad Arcore sulla ricandidatura a Palazzo Marino e la nascita del terzo polo
Ma il Pdl spara a zero sui finiani. E invoca le dimissioni di Palmeri dopo l'abbandono
di ORIANA LISO e RODOLFO SALA

All’indomani della trasferta milanese di Gianfranco Fini scatta l’allarme rosso nel Pdl. L’esodo verso il Fli, la nuova formazione politica guidata dal presidente della Camera, fa nascere la grande paura in vista delle elezioni comunali dell’anno prossimo. L’appoggio dei finiani a Letizia Moratti è tutt’altro che scontato, anzi prende sempre più corpo l’ipotesi di costruire anche a Milano un terzo polo. È uno scenario di cui si è parlato ad Arcore, dove Silvio Berlusconi ha convocato prima il coordinatore regionale pdl Guido Podestà e poi lo stesso sindaco. Bocche cucitissime sull’esito dell’incontro, di sicuro sono state compulsate le ultime rilevazioni sulla Moratti che il premier ha commissionato ad Alessandra Ghisleri, la sua sondaggista di fiducia, presente anche lei a Villa San Martino. Da Palazzo Marino si lascia filtrare una sola notizia: i numeri sarebbero «molto buoni» per il sindaco in carica.

Ma la preoccupazione, tra le file pidielline, si taglia con il coltello. Tanto che la Moratti si è precipitata a definire «assolutamente naturale» l’alleanza con Fli in vista delle elezioni. E a spargere cloroformio sulle polemiche del giorno prima, quando lei aveva invitato a un vertice di maggioranza l’assessore finiano Giampaolo Landi di Chiavenna, provocando l’ira di Ignazio La Russa, che ha preteso l’annullamento dell’incontro. «Non c’è nulla da chiarire — ha spiegato il sindaco — si è trattato solo di una sovrapposizione di riunioni». E mentre la Moratti era ad Arcore, in consiglio comunale ha tenuto banco il caso di Manfredi Palmeri, il presidente dell’assemblea che sabato ha lasciato il Pdl per aderire al nuovo movimento lanciato da Fini.

Palmeri ha ufficializzato la sua scelta con una comunicazione telegrafica, ma senza offrire le dimissioni che il Pdl aveva chiesto. Quel che è seguito aveva del surreale: tutti i gruppi di opposizione (e pure Paolo Gradnik, lista Moratti) hanno espresso grandi lodi al presidente per «la correttezza e l’equilibrio dimostrati». Dicendosi pronti a dargli la fiducia — loro che, tranne Gradnik, al momento della sua elezione avevano votato contro — nel caso in cui la maggioranza avesse insistito nel chiederne la testa. Il Pdl, visti i numeri, ha rinunciato alla prova di forza: non è stata formalizzata nessuna mozione di revoca, che per passare dovrebbe arrivare ai due terzi dei voti.

Il capogruppo pdl Giulio Gallera non è sembrato molto in sintonia con il sindaco, che dice di non ritenere un problema il cambio di casacca di Palmeri: «Ci aspettiamo — ha detto Gallera rivolto al presidente — che lei abbia la sensibilità di rimettere nelle mani del sindaco e della maggioranza la posizione a cui è stato eletto, sarebbe un gesto di sensibilità istituzionale in nome della correttezza e della moralità politica». Ma il gesto non è arrivato. Unica voce pidiellina fuori dal coro, quella del consigliere Aldo Brandirali, che non ha approvato la decisione del gruppo di chiedere le dimissioni.

Puntuto il commento di Palmeri, prontissimo a sottolineare le disparità di vedute tra la Moratti e il gruppo del Pdl: «Dovrebbe essere naturale e nell’interesse di tutti riunire le diverse componenti della maggioranza ed è giusto che il sindaco abbia questa visione; ma c’è chi di fatto, e questo è il danno maggiore, sta negando che si debba andare avanti con questa composizione».

(26 ottobre 2010)

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