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Inviato da avatar Stefano Peverelli il 17-02-2017 alle 16:43

I contenuti nel commento del Sig. Riccardi De Benedetti, sono assolutamente condivisibili. E' vero che la "storia" di Piazza Duomo arriva da molto lontano. Ma non si può rimanere indifferenti davanti ad una sistemazione a verde delle aiuole, che è da considerare scandalosa. Le palme e i banani, non sono essenze autoctone, sono state acquistate in Toscana, quindi non sono acclimatate e vedremo quanto potranno resistere. Nel Meridione le palme sono state recentemente colpite da un patogeno, che provoca danni irreparabili alla pianta (punteruolo rosso). Ma quello che mi colpisce maggiormente, è come un architetto di fama, possa aver pensato ad una soluzione del genere, credendo di impreziosire la nostra piazza. L'avvallo dei dirigenti del Comune, francamente non mi lascia perplesso più di tanto, senonchè avrebbero dovuto consultare un esperto del settore, sottoponendogli il progetto e magari sentire termini come microclima, biodiversità. Per correttezza devo dire che faccio parte del settore florovivaistico, e che la ditta che ha eseguito i lavori non ha nessuna colpa. Ma come al solito non è stata rispettata l'opinione dei Cittadini milanesi, visto e considerato il mare di critiche che stanno piovendo addosso alla Amministrazione Comunale. Non si possono stravolgere di punto in bianco, quello che sono gli equilibri della natura, che oggi come oggi, l'uomo non è in grado di controllare. Questa paradossale scelta stravolge tutti gli equilibri botanici possibili ed immaginabili. E chi dice che in Piazza Duomo in tempi che furono, erano state messe essenze del genere, dice una grande inesattezza. Senza andare troppo lontano, nel dopo guerra si coltivava il frumento, per ovvi motivi, poi la piazza è sempre stata addobbata da essenze definiamole "normali". Dopo il rifacimento del sagrato, sono state individuate due aiuole, esattamente come agli inizi dell'800, dove venivano piantate essenze a turnazione, per avere una fioritura per quasi 12 mesi all'anno, oltre alle essenze a carattere perenne sempreverdi. Vedremo chi avrà ragione, se l'uomo o la natura.

Stefano Peverelli  

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