Rispondi a:

Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 30-03-2017 alle 11:57

Il problema sollevato è, purtroppo, corretto. Il purtroppo è motivato dalla contraddizione tra il programma elettivo del sindaco Sala, partecipato e promotore di scambi efficaci tra tutti i cittadini, eletti e elettori e non elettori che fossero, e la realtà di amministratori unilaterali come i partiti, nessuno escluso, cui appartengono, che considerano il resto della cittadinanza come un impiccio, necessario ma fastidioso come il cavarsi un dente cariato.

Il problema del distacco è chiaramente rappresentato dal tipo di contatti con la cittadinanza previsto per affrontare problemi come quello del PGT o di Città Studi o delle periferie ecc., nonchè dal modo di condurli. 

Un sano modo di affrontare le questioni cittadine dovrebbe passare attraverso fasi come, ad esempio, queste:

1. Ridefinire i ruoli degli amministratori e della cittadinanza. Se a questa è riconosciuto il diritto/dovere di essere uno stakeholder nei progetti metropolitani, allora si modifica necessariamente il ruolo anche dello stakeholder amministratore. Invece sembra di constatare che la partecipazione resti più nell'ambito delle buone maniere: gli amministratori sono più gentili ed educati, ma continuano a mantenere il ruolo presunto che hanno. Inoltre, all'inizio di qualsiasi progetto dovrebbe essere chiaro quale contributo è richiesto a tutti gli stakeholder, i quali debbono attrezzarsi per il compito che intendono assumere, per le modalità e i tempi previsti per il loro apporto. 

2. Definire concordemente le tipologie di collaborazione tra cittadinanza e amministratori. Oggi vengono offerti spazi di confronto mediante assemblee aperte, che non sempre costituiscono le modalità più adatte per un confronto produttivo, in grado tra l'altro di costituire un passo utile nel programma dei lavori e di definire i passi successivi. Sostengo questo aspetto con cognizione perchè faccio parte di un gruppo di cittadini che si occupa anche di esso e lo sta approfondendo con contatti in tutta Europa. 

3. Una modalità utile per affrontare operativamente in modo costruttivo un tema come questo può essere ad esempio quello del sorteggio. Mi spiego: oggi gli amministratori considerano stakeholder solo gli specialisti nella materia da trattare (università, studi di architettura e di ingegneria, imprese varie ecc.). Nell'ambito della cittadinanza esistono diversi livelli di competenza: da quello costituito dal puro welfare a quello di professionisti nelle varie discipline. Quando si ponga un problema che richieda particolari competenze, o quando un progetto giunga a decisioni che richiedono professionalità, è giusto che non si trascuri il contributo di persone estratte dalla cittadinanza che uniscono alla competenza il bisogno di vedere risolto anche l'aspetto del welfare locale. In ambito progettuale si può chiedere ai cittadini, filtrandone le abilità, la disponibilità a contribuire a determinate fasi. Quando il numero dovesse eccedere quello previsto, si estrarrebbero a sorte tra di essi  le persone che si incaricheranno di fornire la propria visione sui temi da affrontare.

Mi rendo conto che si tratta di una modalità per noi innovativa, ma mi conforta l'esperienza di altri Paesi, nei quali ha funzionato egregiamente, ha ridotto tempi e difficoltà di realizzazione e, infine, ha aumentato il gradimento e il senso di benessere della cittadinanza.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta