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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 19-05-2017 alle 17:29

In merito alla riqualificazione degli scali ferroviari e alla " circle line " che dovrebbe essere realizzata proprio sulle aree attualmente in discussione, il punto da non perdere di vista è certamente il vertice di diverse discipline specialistiche.

Molti documenti a partire dal PUMS sono sul tavolo della discussione in atto, forse troppi, spesso datati, appare necessaria la capacità anche di discernere, di mantenere il giusto punto di vista, il saper guardare con professionalità e competenza a chi deve fare e su che cosa si deve fare.

E’ certamente un processo lungo e arduo sviluppare un progetto del genere, tuttavia sembra si parta dal tetto.

Il comune di Milano che dovrebbe essere il vertice del coordinamento, pare sia piuttosto un "soggetto parallelo" a FS, anche assai intimorito e   "strattonato per la giacchetta" dagli importanti progetti architettonici e dai players finanziari pronti a scendere in campo secondo copione.

Leggo i molti punti di vista sull’argomento, soprattutto da professionisti del settore, architetti e urbanisti.

A Mio avviso, e' solo attraverso la costituzione di una commissione di valutazione composta da diverse figure professionali con a capo il comune di Milano che potrebbe essere fatto un approfondimento multidisciplinare sull'argomento prima che diventi un progetto, anche con la partecipazione dei comitati di quartiere, magari adeguatamente attrezzati in termini di figure professionali, a favore di una visione più ampia che tenga conto di quegli aspetti che comunque impattano su tutta la città, soprattutto in virtù delle esigenze di trasporto pubblico che dovrà passare attraverso questa grande occasione di miglioramento della vivibilità metropolitana, tanto importante da superare di gran lunga l’imponente ridisegno della zona Garibaldi.

Certamente le scelte in merito alle circle line devono essere  primarie soprattutto in funzione dell’obbiettivo dichiarato da figure politiche in linea con il comune che pare sia oramai assunto da tutti: creare delle aree che uniscano i quartieri abbattendo le linee di divisione, dando un'idea di continuità.

In questa ottica, bisognerebbe realizzare la circle line non in superficie. A tal proposito ho messo in allegato un interessante articolo dell'arch. Bacigalupo pubblicato su Arcipelago Milano

Probabilmente ci sarebbero dei costi aggiuntivi che forse i players non sono intenzionati a sostenere, tuttavia ciò non esula da quelli che sono gli interessi e i doveri pubblici per i quali potrebbero essere cercate anche delle risorse economiche diverse.

Pare assai fattibile la realizzazione in trincea della circle line, certamente con un costo aggiuntivo rispetto a farla in superficie ma non così alto come la realizzazione di una eventuale linea sotterranea.

Un progetto del genere assai virtuoso, è stato approvato in corso d’opera, durante i lavori propedeutici per Expo, nel tratto della strada interquartiere Eritrea – Expo tra via Fabrizi e Via Eritrea, dove il comune, per voce dell’allora Assessora Carmela Rozza ma spinto e anche sostenuto per certi versi dal comitato di quartiere, trovò le risorse per coprire un bel tratto di strada prevista in trincea, dando vita ad un bellissimo parco oggi a disposizione dei cittadini milanesi.

In questa ottica, sulla circle line di trincea, potrebbero essere resi alla cittadinanza moltissimi m2 di verde senza togliere i m3 alle costruzioni.

Potrebbe essere realizzata una pista ciclabile di circonvallazione, tale da unire le varie zone verdi della città senza ricorrere alle improbabili traiettorie su strada, pericolose e malsane, per non parlare delle molte iniziative "green" a partire dagli orti di città " non verticali " e parchi giochi a tema ambientale, aree culturali come dei giardini botanici e altro ancora.

E’ da questa progettualità che si dovrebbe partire, dalla base del dominio pubblico milanese anche se le aree in discussione sembra siano di proprietà FS salvo smentita, come se ciò non ricadesse su un concetto addirittura banale: la concessione dei terreni a FS scaturì da una esigenza strategica di sviluppo dell’economia della città ricadente su un piano di rilancio del paese, non su una base di valutazione costi/benefici oggi stabilita da coefficienti di guadagno che non debbono essere inferiori ad un certo 0,(n).

Il piano di discussione è anche questo, una simile riqualificazione, in lina di principio, è ancora ricadente su un progetto di sviluppo della città e non solo in un ottica di costi/benefici privati, tanto più che FS è ancora un soggetto a prevalenza pubblica.

Il comune di Milano può dare vita ad un’Era rinascimentale dove davvero la città potrebbe risvegliarsi dall’intorpidimento in cui riversa, dato dalla volubile “dea” della finanza assai affascinante e certamente irresistibile per la Milano di oggi, ambiziosa ma talvolta miope.  

Gianluca Gennai

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