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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 27-10-2010 alle 11:02

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_27/candidature-moratti-da-berlusconi-1804037537718.shtml


scontro con Fli «anche se è un'alleanza naturale». il Pdl chiede le dimissioni di Palmeri

Candidature, la Moratti da Berlusconi

Il sindaco ad Arcore con un sondaggio sulle comunali. E martedì il premier incontra Albertini

MILANO - Prima Letizia Moratti e tra pochi giorni Gabriele Albertini. Settimana decisiva per la candidatura nel centrodestra. Con epicentro Arcore. Martedì Letizia Moratti ha incontrato Silvio Berlusconi. Non è andata da sola ad Arcore. Assieme a lei c'era la sondaggista preferita dal premier, Alessandra Ghisleri che ha portato con sé un poderoso sondaggio sulle prossime comunali e sul gradimento della Moratti e degli altri candidati. Il riserbo è assoluto. Ma non è difficile pronosticare che i numeri siano in salita e diano ragione al sindaco in carica non solo nei riguardi dei quattro candidati alle primarie del centrosinistra, ma anche rispetto a possibili sorprese come la discesa in campo di Gabriele Albertini.

Proprio l'ex sindaco, da tempo molto critico nei confronti del Pdl, sarà nei prossimi giorni ospite del premier ad Arcore. L'incontro è programmato per il 2 novembre. E arriva dopo il pressing fortissimo di Gianfranco Fini e di Fli che vorrebbero annoverare Albertini nelle loro file. Sono in molti tra i futuristi che vorrebbero Albertini candidato sindaco. Una prospettiva che spaventa i vertici del Pdl. L'incontro con Berlusconi servirà a capire quali sono le vere intenzioni di Albertini e soprattutto la posta che il premier metterà sul piatto. Anche se Albertini frena: «In questo momento non ho questa intenzione anche perché sottoposta a troppe condizioni, che ancora non ci sono e che potrebbero in futuro forse determinarsi». Resta il fatto che l'ex sindaco scioglierà le sue riserve il giorno dopo le primarie del centrosinistra. E ieri, sulla possibile candidatura di Albertini è intervenuta anche la Moratti: «Penso che Albertini sia seriamente impegnato in Europa - ha detto ieri la Moratti -, ha ricevuto un mandato dagli elettori e quindi credo che intenda rispettare questo mandato importante: è presidente della commissione Esteri. Ognuno poi decide secondo la propria libertà e secondo i propri desideri».

Sullo sfondo lo scontro tra il Pdl e i futuristi. Se la Moratti continua a insistere nel mantenere inalterata la maggioranza allargata («Quella con il Fli è un'alleanza naturale»), il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera, è tornato a chiedere le dimissioni di Manfredi Palmeri dalla presidenza del Consiglio comunale. Non ci saranno atti formali, ma un invito pressante.
«Lei ha gestito l'aula con capacità anche in momenti difficili - attacca Gallera -, per questo ci aspettiamo che abbia la sensibilità di rimettere nelle mani del sindaco e della maggioranza la posizione a cui è stato eletto come uno degli uomini di punta di FI». La replica di Palmeri, a cui sono arrivate lodi da tutta l'aula, arriva a stretto giro di posta: «Sono non solo disponibile ma pronto a rimettere a disposizione la presidenza, non del sindaco e della maggioranza, ma del consiglio, solo se ci sono delle ragioni fondanti e le ragioni fondanti possono trovare fondatezza in quest'aula».

Maurizio Giannattasio
27 ottobre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_ottobre_27/onida-pronto-lista-civica-1804037537731.shtml
 

Centrosinistra verso le primarie

Onida pronto «a una lista civica»

Boeri: ho chiesto degli spazi e mi sono stati negati, il Comune mi boicotta. Pisapia: non sono comunista

MILANO -
«Il patto di sostegno reciproco fra candidati non c'è più. Hanno spento la speranza». E ancora: «Resto solo per rispetto verso il popolo delle primarie». Conclusione: «Da oggi mi sento le mani un po' più libere». Valerio Onida rimane in corsa per le primarie e pensa già al giorno dopo. Perché il professore (in caso di sconfitta, ovviamente) potrebbe comunque non abbandonare il campo e «il patrimonio di ideali e speranze che hanno fatto nascere la candidatura» potrebbe finire convogliato in una lista civica col suo nome. In appoggio al centrosinistra, certo, ma in grado comunque di fare male al Pd, il grande accusato di questi giorni di polemiche. Il presidente emerito della Corte costituzionale pensa soprattutto allo straordinario «gruppo di persone» che lo ha affiancato in questa campagna elettorale. Una squadra che «va incoraggiata a fare politica» per scardinare «certe vecchie logiche». Rimangono, per ora, tutta la delusione e tutta l'amarezza per una partita» che Onida continua a giudicare «falsata».

Lunedì l'ultimo «segnale»: la denuncia al Garante della privacy di un elettore del Pd che aveva ricevuto via mail una serie di comunicazioni relative alla campagna di Stefano Boeri. «È stato un errore di un singolo militante che ha utilizzato l'indirizzario di partito», ha chiarito ieri lo stesso Boeri. Ma l'accordo raggiunto nelle scorse ore sull'uso degli elenchi non basta. «La mia battaglia è per cambiare radicalmente il modo di fare politica», assicura il professore.

Nelle primarie delle polemiche, non c'è solo Onida a gridare al boicottaggio. Stefano Boeri punta deciso il dito contro il Comune: «Ci hanno negato la disponibilità di un tratto di via Padova per un'iniziativa che avevamo programmato per il 7 novembre». Un'immensa tavolata multietnica, per l'ultima domenica di campagna elettorale. «Ma dal Comune ci hanno risposto picche». Un atto «grave», «umiliante», «offensivo», «ingiustificabile», dice Boeri.
Giuliano Pisapia, infine. Che sulle polemiche tiene i toni bassi («Bene l'accordo sulla questione degli elenchi, ma il mio unico file sono le centinaia di persone che incontro ogni giorno») e che nello studio di Telenova (primo confronto tv tra i quattro competitor) dichiara: «Non sono comunista, sono di sinistra. E sono il candidato più indicato per battere la Moratti».

Andrea Senesi

27 ottobre 2010


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/27/news/onida_non_lascio_dopo_le_primarie_ipotesi_di_lista_civica_senza_ribaltoni-8501639/

POLITICA

Onida: "Non lascio dopo le primarie"
Ipotesi di lista civica senza ribaltoni

Il giurista, presidente emerito della Corte costizionale, assicura: "Resterò nel centrosinistra"
Boeri: "Un errore inseguire Albertini". Pisapia: "L'Italia dei valori sarà con noi in coalizione"
di STEFANO ROSSI

«Il mio impegno prosegue anche dopo il 14 novembre, perché è costruito attorno a un progetto di rinnovamento della politica. Un progetto che non finisce fra due settimane». Valerio Onida conferma di non volere uscire di scena dopo le primarie, posto naturalmente che non la spunti lui: «Certo — assicura il professore — le corro per vincere, non per fare testimonianza minoritaria».

Ma se prevalesse Stefano Boeri o Giuliano Pisapia, è forte per il professore la tentazione di una sua lista civica: «Mi sono dato il compito di contribuire a dare una politica diversa a Milano, anche attraverso una nuova classe dirigente. Una mia lista che raccolga le persone che condividono questa visione non è affatto da escludere» Esclusa la tentazione, dopo tante polemiche, della corsa solitaria: «Sarebbe naturalmente una lista a sostegno del candidato di centrosinistra. Una lista con me candidato sarebbe in contraddizione con la partecipazione alle primarie».

Forte dei consensi che sta raccogliendo in queste settimane di campagna elettorale senza lo scudo e la forza organizzativa dei partiti, Onida lavora per allargare i consensi. Oggi per sé, domani magari a favore dello sfidante di Letizia Moratti. Ha visto un gruppo di elettori delusi dal Pdl dell’alta borghesia cittadina in un salotto della Milano bene, ambiente insolito per lui. Crescono le sue quotazioni politiche nella cerchia professionale, fra giudici e avvocati, in prevalenza non orientati a sinistra. Sabato scorso, quando ha presentato il programma al Teatro Puccini, in platea sedeva l’ex magistrato Gherardo Colombo.

Per l’ex presidente della Consulta si parla della presidenza del consiglio comunale, o dell’incarico di riformare la macchina amministrativa di Palazzo Marino. Lui taglia corto: «Non sono in cerca di posti». Potrebbe interessargli di più l’elezione in Consiglio di uno o due di quei giovani ai quali intende passare il testimone, come ripete spesso. Con Gabriele Albertini ci sono stati contatti indiretti ma è escluso il passaggio di Onida ai centristi. A Radio Lombardia, Albertini avverte che sulla sua candidatura «non ho ancora deciso». Anche se «proposte da fonti diverse», ammette, ci sono state. Un modo per l’ex sindaco di tornare in pista ci sarebbe, secondo il filosofo Massimo Cacciari: «Se alle primarie vincerà Pisapia, nel centrosinistra si aprirà una marea di contraddizioni, specialmente se Idv avrà un suo candidato. Pisapia avrebbe meno chances di arrivare al ballottaggio, così Albertini si candiderebbe». Come piacerebbe a Cacciari stesso.

Al filosofo, Pisapia replica che «l’Idv ha deciso di non correre alle primarie ma parteciperà alla nostra coalizione. Per Idv, Stefano Zamponi ha dichiarato che sono “l’unico in grado di fare il sindaco”. Mentre Di Pietro ha attaccato pesantemente Boeri». Quest’ultimo poi, a Rainews 24 dice: «Il centrosinistra deve giocare da protagonista e non pensare di inseguire Albertini, che come sindaco ha promosso lo scandalo dei derivati e del piano parcheggi».

(27 ottobre 2010)

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/commenti/2010/10/27/news/cambiare_aria_a_palazzo_marino_un_occasione_da_non_perdere-8501820/

IL COMMENTO

Cambiare aria a Palazzo Marino è un'occasione da non perdere

Il centrosinista sta riscoprendo attraverso le primarie la passione per la politica migliore
di ROBERTO RHO

Nel laboratorio Milano fervono le prove tecniche di una nuova stagione politica. Mentre il centrodestra si dilania in una guerra interna senza precedenti – e i patetici tentativi di minimizzarne la portata certificano il nervosismo di chi assiste impotente al tramonto dei governi dell’efficienza, o presunta tale – mentre il centro è in movimento frenetico quanto ancora indecifrabile, il centrosinistra riscopre la passione per la politica migliore: quella che comincia dall’esame dei problemi (della città), mette in circolo idee, elabora proposte.

Decine di appuntamenti in ogni angolo di Milano: circoli, sale pubbliche, teatri pieni di gente comune che ha voglia di tornare a occuparsi di sé e degli altri, degli spazi che frequenta, dell’aria che respira, delle occasioni di cultura, della qualità della democrazia. È merito delle primarie e di chi ha chiesto, già all’indomani della bruciante sconfitta alla Regionali, che la scelta del candidato sindaco fosse frutto di una consultazione popolare e non il prodotto di un esercizio di equilibrismo tra i capi dei partiti. Le primarie – e Milano è l’unica città italiana in cui se ne sperimentano gli effetti – risvegliano l’interesse, stimolano la passione civica, mettono in movimento le idee, favoriscono la partecipazione.

Un tonico della democrazia, che segna la profonda differenza tra un’area politica che affida le scelte al dibattito pubblico e alle preferenze dei cittadini e quella contrapposta, che attende l’investitura del sovrano per sapere chi sarà il candidato, e nell’attesa pensa solo alla conquista e alla spartizione di affari e posizioni di potere. Si capisce perché sprecare questa occasione sarebbe delittuoso. Qui esiste, forse per la prima volta in vent’anni, la possibilità di cambiare la politica, lo stile di governo, il sindaco della città.

Fosse per i partiti, probabilmente le primarie non si sarebbero fatte. Hanno commesso errori, tecnici e strategici, che hanno inasprito la competizione, radicalizzato le antipatie. In alcuni casi, come l’Italia dei Valori, partecipano a una coalizione ma non alle primarie, mantenendo per sé uno spazio autonomo di manovra non compatibile con il principio di lealtà che sta alla base di un’alleanza. La scelta dei partiti (Pd, Sel, Federazione della sinistra, Verdi) di sostenere l’uno o l’altro candidato può essere giudicata inopportuna, controproducente (per il candidato che si propone di appoggiare e per il partito stesso), perfino prepotente: ma è davvero arduo bollarla come illegittima. Ciò non significa, ovviamente, sorvolare su eventuali storture tecnico-organizzative che alterano il diritto dei cittadini ad avere un’informazione corretta e completa sui candidati e sui loro programmi.

Nella serata di lunedì, partiti e candidati si sono (finalmente!) seduti tutti insieme a un tavolo per discutere delle regole e correggere i meccanismi di informazione. A questo punto le regole del gioco ci sono, largamente condivise. Conviene dunque dedicare le ultime, decisive settimane per definire e comunicare le idee per cambiare la città e lo stile di governo. Conviene abbassare il tono delle polemiche e tornare ad alzarlo sui contenuti, sulle caratteristiche dei candidati e sulle loro chance di battere il centrodestra. Conviene stimolare l’entusiasmo e la partecipazione dei cittadini, mai come oggi desiderosi di condividere le decisioni sul futuro di Milano. Disperdere o, peggio, annientare il patrimonio delle primarie con polemiche autolesionistiche, giocare questa partita preparandone un’altra, perdere di vista l’obiettivo finale, quello che interessa davvero ai cittadini – cioè allontanare da Palazzo Marino la Moratti e i suoi comprimari – sarebbe l’ultimo, imperdonabile errore.

(27 ottobre 2010)

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