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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 11-09-2017 alle 18:30

Chi cammina vede e sente, ma anche no.

Quali possono essere le soluzioni ?

Questo vero rompicapo ripropone il tema della sicurezza “tout court” peraltro molto dibattuto in funzione delle ultime vicende di cronaca cittadina.

Una costante “K” corregge ogni possibile tentativo di coinvolgimento delle forze pubbliche, il fatto che esse intervengono con delle " regole d’ingaggio " ben precise e sommessamente accettate da tutti in funzione dell’ubi major minor cessat. 

In un sistema in cui soggiornano più fattori, possono comandare le leggi del caos o dell’ordine e tale insieme può cambiare il proprio status in presenza di un evento che lo alteri sia esso conflagrante o deflagrante.

Oggi lo status delle forze dell’ordine rispondenti ai vari sistemi gerarchici, sembra siano ancora basate su un concetto di repressione e non di prevenzione, almeno per quanto concerne la sicurezza generica dei cittadini e dei luoghi pubblici, direi ben rappresentata dalla risposta che tutti Noi spesso abbiamo ricevuto dietro una sollecitazione all’intervento: < interveniamo solo se qualcuno si fa male >, oppure: < non abbiamo pattuglie da mandare sul posto > o peggio, un vero e proprio interrogatorio telefonico sui fatti e misfatti.

Ben sia chiaro che questo non può essere certo risolto con semplici congetture, ma quanto capita è sotto gli occhi di tutti ed emerge probabilmente solo una piccola % di quanto davvero accade ogni giorno nella Nostra città dentro i tanti incubatori di inciviltà presenti un po’ ovunque a partire da certi quartieri di periferia dove faticano persino i carabinieri ad entrare.

La "gens" si affanna a promuovere la prevenzione con tanto di approfondimenti mutlidisciplinari ma questo avviene quasi mai e nel caso della prevenzione in rapporto alla sicurezza di certe zone della città, possiamo confermare il "mai".

Le risposte dei vertici che da anni si alternano nel tentativo di risolvere o almeno arginare il problema, alla fine convergono nel dire che l’organico necessario per coprire il territorio sarebbe un numero esorbitante da non essere neanche proponibile dato il costo da sostenere in tempo di pace senza parlare della militarizzazione, il nemico però c’è ed è molto attivo, si chiama " res nullius " cioè: cosa di nessuno.

E’ questo il punto focale, la città è cosa di nessuno nonostante tutti cantino "è la Mia città".

Tutti Noi un pochino ci cadiamo in questa apparente piccola deriva umanamente comprensibile pur sostenendo il contrario e questo ci porta all’annichilimento dove staziona quanto di più feroce abbiamo dentro: l’opportunismo, forse un male della società in cui viviamo.

Ecco che il tema della sicurezza visibile s’intende, passa ad un livello davvero lontano dalla Nostra percezione, certamente le forze speciali dei carabinieri fanno il loro lavoro di alta prevenzione, antiterrorismo, Digos, servizi segreti ecc. Tuttavia la città si sente insicura, e questa insicurezza, per lo più, dipende dalle responsabilità politiche che decidono quali misure adottare o autorizzare.

Vigili di quartiere, ronde giornaliere in affiancamento, ecc. ma è evidente che non è possibile essere ovunque, allora credo che si debba percorrere anche strade diverse.

La tecnologia potrebbe dare un grosso aiuto unita ad una maggiore qualificazione delle forze in campo, una maggiore sinergia tra reparti presenti in città magari con un coordinamento unificato non solo nei momenti di tensione dove è il prefetto che prende le redini della biga armata. Soprattutto sentire la città come propria, allora forse si potrà fare prevenzione nel pensare ad un sovrappasso sperduto nel periferio, come se fosse l’ingresso della Nostra abitazione.

Gianluca Gennai.

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