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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 05-11-2010 alle 16:21

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_novembre_5/rutelli-prove-terzo-polo-1804104822317.shtml

Le alleanze in vista del voto di primavera

Rutelli: alle Comunali prove di Terzo polo

L'ex vicepremier: Dialoghiamo con Udc, Fli e componenti civiche. La Russa: Non qui laboratori per alleanze con Fli



MILANO -
Francesco Rutelli arriva a Milano per fare prove di Terzo Polo e - a dimostrazione che la sua Alleanza per l'Italia fa sul serio - incontrerà Gabriele Albertini, l'ex sindaco vicino a Fli che molti vedrebbero come un ottimo candidato di centro. «Pensiamo stia arrivando un altro momento in cui Milano sarà motore del cambiamento» ha spiegato Rutelli in una conferenza stampa al centro San Carlo, sottolineando che le prossime comunali «possono avere il carattere di test per vedere se il terzo polo prende consensi alle urne oltre che nei sondaggi nazionali». In quelli, ha aggiunto Rutelli, incassa già oltre il 20 per cento. «Noi - ha aggiunto - guardiamo con interesse ad operazioni diverse», una è quella che potrebbe portare alla candidatura di Albertini l'ex sindaco «con il più alto profilo civico», ma Api guarda anche «con rispetto alle primarie» del centrosinistra. «Ci chiediamo però - ha spiegato l'ex vicepremier - se secondo loro un processo di questo tipo è in grado di conquistare consensi fuori dal Pd. Io credo di no». Molto di quanto succederà alle prossime comunali dipenderà da quale candidato vincerà le primarie: un conto è se sarà l' architetto Stefano Boeri, considerato più moderato, o l'ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida. Altro scenario ci sarà, se vincerà Giuliano Pisapia, considerato più vicino alla sinistra. In questo caso, infatti, lo spazio per un candidato di centro sarebbe più ampio. «A Milano - ha concluso Rutelli - si può sperimentare un nuovo polo. In una città test così importante, dove c'è una larga insoddisfazione per il governo locale la soluzione mi pare non sia di destra o di sinistra, ma civica».

«NO LABORATORI PER ALLEANZE PDL-FLI» - Le comunali invece non saranno il «laboratorio» per sperimentare, in anticipo sulla politica nazionale, nuovi rapporti tra Pdl e Fli. Lo ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl. «Non sottovaluto nessuno - ha detto il ministro dopo l’apertura di ieri del sindaco Moratti ai finiani e all’Udc in vista del voto - ma Milano non sarà il laboratorio che anticipa i rapporti con Futuro e Libertà, semmai verrà a cascata. Che la coalizione che si presenterà alle elezioni includa o meno Fli ha aggiunto il ministro «lo vedremo, ma non è una questione che non ci fa dormire la notte. Il problema serio è come comunicare ai cittadini le cose molto buone che ha fatto l’attuale amministrazioni e quelle ancora migliori che intende fare». L’auspicio di La Russa è che Letizia Moratti «dimostri con estrema capacità che lei e il centrodestra sono vincenti a Milano quindi faremo tutto ciò che è necessario perchè questo avvenga senza mettere sbarramenti a nessuno e senza regalare niente a nessuno».

Redazione online

05 novembre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_novembre_5/pisapia-videochat-1804105479020.shtml

La videochat di Corriere.it

Pisapia: "Io parlo delle persone e dei loro bisogni. Queste le mie priorità da sindaco"

Il penalista: «Scarto con il centrodestra minimo. Ce la faremo a governare». Sabato al Dal Verme con Vendola

MILANO -
E' sceso in campo «per rompere gli indugi», quando nessuno sembrava pronto a metterci la faccia, per scuotere una città triste; una città diventata «esclusiva» dopo aver elargito per decenni generosità e «inclusione»; che scivola lungo una china economicamente e moralmente rovinosa. A 61 anni, vissuti tra una brillante carriera da penalista, la militanza politica, gli incarichi parlamentari, il volontariato, Giuliano Pisapia ha scelto di «uscire da una situazione di poca chiarezza» e dire apertamente il proprio progetto. Che è quello di far tornare Milano una città che sorride, che dà case e lavoro, dove l'aria è respirabile e le esigenze di tutti hanno diritto di cittadinanza. «E questa volta ce la possiamo fare», assicura l'avvocato nella videochat di Corriere.it, quarto dei candidati del centrosinistra alle primarie a rispondere ai lettori. Sa di avere davanti a sè un grande scoglio: gli elettori sfiduciati che da vent'anni rifiutano di andare alle urne. «Ma lo scarto con il centro destra è bassissimo. Possiamo davvero tornare a governare», ha detto, assicurando che se da un lato la propria candidatura è «sostenuta dalla sinistra radicale», dall’altro riscuote consensi anche della «borghesia illuminata». E alle tante domande che gli sollecitano una collocazione precisa, pur attraverso categorie desuete, Pisapia risponde sicuro: «Non sono comunista. Ma mi sento profondamente di sinistra. Di quella sinistra che crede nei valori, nei diritti sociali, in una società più giusta, che aiuta tutti gli abitanti di una grande città, non i poteri forti, a vivere meglio». E ancora: «Comunista lo sono stato, negli anni dell'Università. Nelle fila di Rifondazione, però, ero indipendente».

LE PRIORITA' - Tra le priorità del suo programma, ribadite in tutti gli incontri elettorali in vista del voto del 14 novembre, il lavoro «che crea sviluppo»; ma anche il registro delle coppie di fatto, «per garantire diritti oggi non riconosciuti». La sicurezza sul lavoro («La vicenda di Paderno Dugnano mi ha profondamente colpito e toccato», ha detto poco dopo l'incidente nell'azienda chimica Pisapia). La sicurezza in città («un tema che non è nè di destra nè di sinistra, riguarda tutti») declinata con poliziotti e vigili di quartiere («almeno cinquecento, mentre oggi ce ne sono solo cento»), a presidiare il territorio per garantire legalità. Il voto per gli extracomunitari. I diritti civili.
Nessuna «idea preconcetta» su quante e quali donne debbano sedere nel governo della città. «Saranno le competenze a decidere». «Ma è certo che le donne devono occupare posizioni importanti, penso al Bilancio e alla Cultura. E ogni assessorato avrà un "bilancio di genere", controllato da garanti donne, per assicurare pari opportunità di spesa».
C'è molto da fare, sostiene il candidato, per migliorare l'efficienza e la puntualità dei mezzi pubblici; per alleggerire il traffico («facciamo un referendum per chiudere il centro alle auto e per creare tante isole pedonali anche nelle periferie»); per rendere vivibile e sicura la città di notte: «Bisogna accendere le luci - è la ricetta di Pisapia - e non, invece, abbassare le saracinsesche; creare luoghi di aggregazione; potenziare i servizi pubblici e il metrò, che almeno il venerdì e il sabato dovrebbero restare in funzione anche di notte».

LE DIFFERENZE - I sondaggi danno Giuliano Pisapia testa a testa con Stefano Boeri. «Avete un linguaggio univoco, idee e proposte simili», sostiene Max, che sollecita il candidato a «marcare il territorio»: «Ci sono punti su cui siete in disaccordo?», chiede. Pisapia raccoglie l'invito: «Le differenze non sono sui temi della campagna, che sono simili per tutto il centrosinistra, ma sulle persone: Boeri parla molto bene di progetti e di cose; io parlo delle persone e dei loro bisogni, delle loro necessità: su questo ho impegnato tutta la mia vita». E proprio nel nome delle sue tante battaglie, della militanza al servizio della sua città e del territorio, a fianco di Pisapia scende Nichi Vendola, leader di Sel, che sabato sera sarà al Teatro Dal Verme insieme all'avvocato. E Vendola arriva per dire che «Milano può tornare capitale del mondo»: un augurio affidato a un videomessaggio su Youtube. «Da Vendola aspettiamo consigli ed entusiasmo - dice il candidato -. Ha dimostrato capacità di fare buona politica. Ha idee che ci può trasmettere».

«LAVORATE INSIEME» - E ancora, in chiusura, un appello dai lettori: «Siete tutti bravi, lavorate insieme dopo le primarie». Una preoccupazione che è di molti, e che ha spinto i quattro aspiranti sindaci a dire che chiunque di loro vincerà le primarie gli altri lo sosterranno. Pisapia si spinge oltre, con i possibili scenari: «Se sarò candidato sindaco, e non dovessi vincere il confronto, garantisco che resterò per cinque anni in aula consiliare, a lavorare per la città e continuerò a costruire l'alternativa e ad alimentare l'entusiasmo che lo spirito delle primarie ha finalmente riportato in città».

Antonella De Gregorio
05 novembre 2010


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/05/news/primarie_sprint_finale_dei_candidati_con_la_caccia_ai_supporter_illustri-8802564/

L'INCHIESTA

Primarie, sprint finale dei candidati
con la caccia ai supporter illustri

Una gara per aggiudicarsi sostenitori fra vip, intellettuali, artisti e liberi professionisti
Si vota il 14 novembre. Nella corsa per allargare il consenso non mancano ripicche
di RODOLFO SALA

La competition è vera, e non le fa velo il patto solenne stipulato l’altra sera allo Spazio Krizia dai candidati sindaci del centrosinistra. Uno vince, gli altri tre lo sosterranno: questo hanno detto i quattro moschettieri, ma la promessa è per il dopo: gli occhi sono sempre più puntati sulle primarie del 14 novembre, ciascuno vuole fare il pieno dei voti. Mancano solo otto giorni, e si moltiplicano i segnali di una gara tutta interna allo stesso schieramento.

Una gara spesso sotterranea, fatta di ripicche, colpi bassi, strategie studiate a tavolino per allargare il fronte dei sostenitori. E magari rubarne qualcuno ai competitor. L’ultima scintilla l’ha accesa Giuliano Pisapia, e l’argomento è lo sbarco di Nichi Vendola a Milano, che stasera al teatro Dal Verme girerà il suo spottone per il candidatoavvocato. Stefano Boeri aveva fatto sapere che avrebbe gradito incontrare, magari solo per un caffè, il presidente della Puglia. E Pisapia gli ha risposto in modo piccato, ricordando che l’avversario architetto si era espresso contro gli endorsement dei leader di partito: «Non so cosa pensare...».

La replica di Boeri, sostenuto ufficialmente dal Pd, non si fa attendere: «Con le primarie stiamo facendo una cosa eccezionale per Milano, sono molto contento se i leader vengono qui, purché non usino queste loro trasferte per le loro strategie politiche nazionali; certo mi sarebbe piaciuto incontrare Vendola, ma vedo che ciò costituisce un problema, quindi lascio perdere». Così oggi si farà vedere in giro con don Gino Rigoldi, tra i suoi grandi sponsor. Ma prima lancia una stilettata: «Non ho certo bisogno di Vendola, di cui ho grande stima, e neppure di Bersani, quando ho don Gino».

Già, Bersani. Anche per il segretario del Pd è in programma — giovedì 11, proprio a ridosso delle primarie — una trasferta a Milano. Ma non è detto. Di sicuro non sarà un comizio con accanto Boeri (è lo stesso candidato a escluderlo), forse ci sarà una cena popolare con 400 commensali e Bersani ospite d’onore, l’architetto potrebbe farci un salto: nulla di più, per non offrire il destro a nuove polemiche. Sempre che il leader del Pd non dia forfait: potrebbe avere — ecco la novità — un impegno politico in Umbria, come fanno sapere dal Pd.

A volte questa competition si colora di giallo. È successo con Massimo Cacciari, che all’inizio sembrava fosse schierato per Pisapia. Con lui, e con i sindaci di Venezia e di Lecco, il filosofo bastian contrario della sinistra la settimana scorsa ha partecipato a un’iniziativa elettorale. Quelli del Pd non l’hanno presa benissimo, soprattutto non hanno gradito la presenza del primo cittadino di Lecco, Virginio Brivio, uno dei loro: al termine dell’incontro Brivio è stato raggiunto da una telefonata dai toni non proprio amichevoli, «il partito non è schierato con Pisapia». Poi Cacciari si è fatto vedere, a un altro incontro, con Boeri, lasciando intendere un repentino cambio di cavallo. Così almeno hanno capito il candidato architetto e lo stesso Pd. In realtà l’ex sindaco di Venezia, altra stranezza di queste primarie, sta lavorando per lanciare la candidatura terzista di Gabriele Albertini.

Poi c’è la caccia al supporter eccellente, e anche qui la competition si fa sentire di brutto. Nomi di peso della cosiddetta società civile milanese, che sembra appassionarsi molto a questa gara, si schierano — spesso opportunamente sollecitati — per questo o per quello. C’è un’assenza a prima vista curiosa, in questo elenco: stavolta Milly Moratti, di solito molto engagée, non tifa per nessuno, anche se il marito Massimo ha ottimi rapporti con Boeri, tanto da avergli prestato, per questa campagna elettorale, il fido Pierfrancesco Barletta, che lavora all’Inter. Ma Milly, che aveva fatto un pensierino su Onida, si tiene fuori dalla mischia, e questo — dicono i maligni — spiega anche il mancato endorsement di Massimo a favore dell’architetto.

Ci sono anche quelli, come Fabio Pizzul e altri cattolici del Pd, che sostengono Boeri, ma si considerano  pontieri, soprattutto con i colleghi di partito schierati con Onida. «Bisogna tenere aperto il dialogo con tutti — spiega Pizzul — e rispettare chi ha maturato scelte diverse, per evitare fratture insanabili dopo il 14 novembre». Ecumenico anche il banchiere Alessandro Profumo, veterano delle primarie, che dice di stimare nello stesso modo Boeri, Pisapia e Onida. Ci sono anche derby in famiglia: il sociologo Guido Martinotti è per Pisapia, sua moglie Eva Cantarella per Onida; l’economista Michele Salvati per Boeri, la consorte Bianca Beccalli per Pisapia. E si dividono due grandi esperti di carceri: la direttrice di quello di Bollate, Lucia Castellano, tifa Onida, mentre Luigi Pagano, già direttore di San Vittore e ora provveditore agli istituti di pena lombardi, chiede voti per Pisapia.

(05 novembre 2010)

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