Rispondi

Caro Sig. Fantini,

la ringrazio per il suo interessamento.

Lei ha ragione ma confidiamo nelle riqualificazioni che da oggi a 10 anni, dovrebbero cambiare il volto del quartiere. C'è da sperare che il prossimo sindaco, non segua le orme di quello attuale e riprenda invece un percorso di attenzione e cure delle periferie, volto a tutelare i cittadini e non le ragioni dell'economia del real estate e della politica. 

Ad oggi, quello che deve certamente essere rivista, è la sovraesposizione del quartiere rispetto ai centri di accoglienza che si aggiungono alla (purtroppo) naturale fruizione di vite bordeline, essendo un quartiere ai confini di Milano, circondato da strutture viabilisitiche imponenti, dunque ponti, pertugi, zone totalmente abbandonate, oltre che edifici abbandonati e una linea di confine con i comuni limitrofi che fanno fatica a trovare un equlibrio con il potentato milanese, dando spazio a zone morte, in cui nessuno interviene per la semplice ragione di costi. 

Come Lei scrive, i controlli non vengono fatti o almeno questa è la percezione, dato che spesso certe manovre vengono fatte sotto copertura (Polizia e Carabinieri). Sta di fatto che la stazione Certosa ha molte criticità, essendo stata progettata in un periodo in cui esisteva la Polferr ed era attiva, oltre alle biglietterie in presenza, e attività varie che erano un presidio di tutela e sicurezza percepita. 

Va detto che in generale, c'è stata una riduzione degli investimenti in sicurezza attiva (agenti) a favore di una sicurezza passiva (elettronica ecc.) che tuttavia è spesso non funzionante se non fittizia, oltre che mancante di quell'elemento di deterrezza che solo la presenza fisica può dare. 

Noi contiuniamo a tenere la guardia alta e denunciamo ogni situazione che ci sembra non vada bene oltre che le azioni delittuose.

Gianluca Gennai