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Inviato da avatar Oliverio Gentile il 28-11-2010 alle 09:22

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/pisapia_ecco_come_batter_la_moratti_non_sar_il_suo_budget_a_farmi_paura-9588311/


L'INTERVISTA

Pisapia: ecco come batterò la Moratti
non sarà il suo budget a farmi paura

Il candidato del centrosinistra: "Punto sulla forza della gente, costruirò le mie proposte sull'ascolto
Mi confronterò con i milanesi zona per zona. I partiti si presenteranno con un programma unitario"
di RODOLFO SALA

A due settimane dal verdetto della primarie, Giuliano Pisapia riprende in mano il pallino. Venerdì ha incontrato il segretario pd Roberto Cornelli. Poi — unico esponente del centrosinistra — si è fatto vedere alla Sala di via Corridoni per il concerto a favore degli alluvionati del Veneto: «La solidarietà è una sola, e sempre doverosa, anche se il governatore di quella Regione è leghista, e anche se il nostro non si mostra solidale con le Regioni del Sud per la questione dei rifiuti». Infine si è presentato, da ospite d’onore, alla cena organizzata all’Ortica dal circolo del Pd: «Mi sono emozionato per la straordinaria accoglienza ricevuta». Insomma, la campagna elettorale, quella vera, adesso è cominciata. Per lui, il vincitore delle primarie del centrosinistra, e anche per la sua avversaria Letizia Moratti, che sta per far partire una raffica di manifesti con uno slogan da alzata di spalle: «Gli altri parlano, noi facciamo».

Pisapia, partiamo da qui, dal dispendioso bombardamento mediatico che sta preparando il sindaco uscente?
«In questo c’è qualcosa di sgradevole. La Moratti può utilizzare legittimamente gli strumenti della propaganda, purché non approfitti del suo ruolo, inondando i milanesi di messaggi più o meno istituzionali. Insomma, le risorse messe in campo per la campagna elettorale non devono essere pubbliche. Ma c’è una questione più di merito».

Quale?
«Lo slogan che accompagnerà i manifesti del sindaco è falso: lei finora non ha fatto, ha solo parlato. Me lo hanno ricordato i consiglieri comunali del centrosinistra: nel 50 per cento dei casi, tutti i suoi annunci non hanno avuto seguito. Una cosa però la sta facendo: tagliare i fondi ai consigli di zona, soldi essenziali per erogare servizi come le biblioteche aperte di sera, finanziare eventi culturali e sportivi, o perfino il doposcuola».

Solo parole?
«Direi di più: la Moratti ci sta copiando il programma, tanto non lo realizzerà mai».

Come farete a far fronte ai milioni di euro che la signora spenderà per la sua campagna elettorale e agli strumenti istituzionali, come la lettera ai milanesi, che utilizzerà?
«Non credo proprio che cittadini delusi da quattro anni e mezzo di cura Moratti possano cambiare il loro giudizio grazie a una lettera».

Ma i soldi non contano?
«Contano molto, ma non così tanto. Non avendo noi a disposizione grandi risorse, giochiamo la carta delle persone. Ce ne sono tante pronte a impegnarsi, ho una lista lunghissima di mail ricevute anche da gente molto qualificata che si spenderà di qui alla prossima primavera. È con loro che vinceremo le elezioni».

Com’è andato l’incontro con Cornelli?
«Molto bene. Ha ribadito il pieno appoggio del Pd alla mia candidatura. Mi sembra che il loro percorso sia stato molto lineare, senza discostarsi dalla linea iniziale: chi vince le primarie ha il sostegno di tutti».

Massimo Cacciari ritiene «pacifico e fisiologico» che settori consistenti del Pd convergano su Albertini, o magari su un altro candidato “terzista”.
«Vedo che insiste, malgrado le delusioni ricevute. Non ci possono essere “vasi comunicanti”, per usare le sue parole, tra forze politiche di schieramenti diversi. Io non mi rivolgo ai partiti, ma agli elettori. Con un’attenzione particolare a quelli che al primo turno voteranno per il centro. Possono non condividere la totalità dei nostri progetti, ma se sentono quel che dice la Lega inorridiscono. Sull’obiettivo finale, che è di dare risposte ai bisogni dei cittadini tenendo insieme i valori della solidarietà, sono sicuramente più vicini a noi».

Ci sarà una lista civica, o magari più di una, ad appoggiare la sua candidatura?
«Abbiamo cominciato a parlarne, con gli altri candidati e con la coalizione. Intanto emerge un’altra differenza profonda con la Moratti: lei vuole la lista civica, i partiti del centrodestra no. Vedremo più avanti quale sarà il modo migliore per ottenere maggiori consensi, su questo tra di noi c’è pieno accordo».

Dunque?
«Per ora posso dire che sto lavorando perché da Milano parta una segnale fortissimo e innovativo. Mi piacerebbe una sola lista civica in grado di tenere insieme diverse sensibilità e soprattutto di attrarre i voti di coloro che altrimenti non voterebbero mai per il centrosinistra. Sono fiducioso».

E il programma, quello definitivo?
«A dicembre nascerà l’Officina, il luogo dove cominceranno a ritrovarsi i gruppi di lavoro tematici dei quattro candidati alle primarie e aperto al contributo dei partiti e delle associazioni. La cosa importante è arrivare in questa sede a un programma unitario, senza ricorrere al rito del confronto finale tra proposte diverse. Non mi sembra complicato, i programmi dei quattro candidati sindaci, com’è del tutto naturale, non sono molto diversi».

Pronto per un’altra maratona?
«Prontissimo. Il mio compito è soprattutto quello di parlare con le persone che non si interessano di politica e che vivono sulla propria pelle problemi enormi, soprattutto nelle periferie. Voglio andare a cercarli e convincerli: mi creda, il rapporto personale può fare molto di più di un manifesto. Per questo vinceremo noi».

(27 novembre 2010)


Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/l_ultimo_pressing_su_albertini_cacciari_pu_avere_voti_dal_pd-9589233/

IL VOTO DEL 201

L'ultimo pressing su Albertini
Cacciari: può avere voti dal Pd

L'ex sindaco temporeggia sulla sfida a Moratti e Pisapia. Rutelli: "Pronto un piano B"
Il filosofo insiste sul terzo polo. Nessun dubbio in Sel sull'appoggio del partito di Bersani
di STEFANO ROSSI

Gabriele Albertini deve candidarsi a sindaco di Milano e il Pd deve sostenerlo, benché lo sfidante ufficiale del centrosinistra sia Giuliano Pisapia, vincitore delle primarie di due settimane fa. È Massimo Cacciari a uscire allo scoperto, nella due giorni al seminario sul soggetto centrista («Un nuovo polo per le riforme: a che pro?») organizzato dal suo Centro di formazione politica. Per il filosofo, l’opzione per l’ex sindaco è un antico progetto, ancora non accantonato malgrado le primarie, e un estremo tentativo per convincere l’ex sindaco, ormai sempre meno orientato al grande passo: sia per un quadro politico che non lo garantisce (vorrebbe una sponda, anche silenziosa, nel Pd), sia per il responso poco incoraggiante dei sondaggi.

Nonostante tutto ciò, al suo partito Cacciari dice: «È pacifico e fisiologico che un grosso settore del Pd converga su Albertini. È una questione fisica, di vasi comunicanti, prima ancora che politica». La candidatura Albertini, secondo Cacciari, ha una funzione strategica: «È decisivo che il nuovo polo si presenti a Milano e si presenti per vincere. Se ci sarà a Milano, allora poi potrà decollare anche nello scenario nazionale. A Milano ci sono tutte le condizioni per avere un candidato e un programma vincenti e Gabriele lo sa benissimo».

L’applauso alle parole di Cacciari e la presenza dei soggetti chiamati a fondare il sodalizio terzopolista (Rutelli per l’Api, Pezzotta per l’Udc e Della Vedova per Fli), non bastano a smuovere l’ex sindaco, che nemmeno ieri ha sciolto la riserva: «Il peso che viene messo sulle mie modeste spalle di amministratore di un condominio dignitoso rischia di schiacciarmi». Per presentarsi con il terzo polo, dice Albertini, occorre verificare «se c’è una sinistra riformista, moderata, moderna, che vuole governare assieme ad altri le criticità». Ma alla fine, aggiunge l’ex sindaco, «credo manchi qualcosa per comporre quella sintesi importante e fondamentale».

E se Cacciari lo sprona («solo ai propri nemici si può augurare di fare il sindaco ma tu ti collochi al centro di questo processo politico nazionale»), Francesco Rutelli guarda già oltre: «Confido che Albertini prenda la determinazione del caso, ma se non c’è un piano A, dovremo puntare su un piano B». Per il Pd risponde Gabriele Messina, della segreteria metropolitana: «Il Pd sostiene Pisapia, pur non rinunciando al suo progetto di città raccolto attorno al candidato del partito alle primarie, Stefano Boeri. Siamo con Pisapia ma condizioniamo il nostro appoggio al fatto che non si presentino liste il cui unico obiettivo è attaccare il Pd».
Francesco Laforgia, coordinatore dei circoli milanesi, dà il polso degli elettori: «La loro maturità è tale da escludere che abbiano voglia di votare Albertini che, in nove anni da sindaco, si è reso responsabile del buco dei derivati, del fallimento del piano parcheggi e dello scempio della Darsena».

Infine Chiara Cremonesi, coordinatrice nazionale di Sel, il partito che si è schierato per primo con Pisapia: «Sel, il Pd e altre forze politiche stanno lavorando a un centrosinistra vincente. Il terzo polo è un’altra cosa, se Cacciari vuole farne parte si accomodi ma si tratta di un progetto diverso rispetto a Sel e anche rispetto al Pd. I democratici hanno partecipato alle primarie, sono la forza principale del centrosinistra e tutti i dirigenti, a differenza di qualche teodem, hanno espresso il loro sostegno a Pisapia. Ho fiducia nei vertici del Pd e sono certa che la posizione di Cacciari non influirà nemmeno sull’elettorato».

(27 novembre 2010)

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