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Parlo un po' da profano, ma a me sembra che l'inquinamento da uso di combustibili fossili debba essere scisso in due categorie ben distinte.

La componente energetica primaria della reazione di combustione sfrutta sempre l'idrogeno e il carbonio delle molecole producendo un certo quantitativo d'acqua e di CO2.

Si va quindi dall'idrogeno con emissione di CO2 nulla alle molecole più complesse del gasolio con molta più CO2.

Su questo versante va ricercata:

1) La maggior efficienza possibile dei motori.

Il che comprende una manutenzione costante.

2) L'uso mirato di questa energia per ridurre gli sprechi.

La manutenzione dell'intero automezzo, permettere allo stesso di poter spegnere il motore quando non in movimento, la gestione del condizionamento, le corsie preferenziali e la riduzione del traffico che costringe il mezzo a restare fermo col motore acceso.

3) Un sistema ecologico in grado di assorbire la CO2 prodotta.

Abbandonare l'idea di città densa (anche un'area incolta è un'ottimo assorbitore di CO2), maggiori alberature sia sui viali che nei parchi cittadini.

Altro tipo di inquinamento è quello del particolato o di altre sostanze tossiche prodotte da scarti presenti nella benzina o altri combustibili.

Nitrati, solfati, metalli vari sono il problema a cui spesso si aggiungono idrocarburi incombusti.

In questo caso penso che la differenza possa farla la qualità del carburante all'origine (perché filtrarlo dopo e non prima?) e qui il gasolio ha caratteristiche peggiori rispetto alla benzina.

Poi c'è l'efficienza dell'apparato di combustione, e anche qui si torna alla manutenzione dei motori.

Infine i filtri post-combustione, utili se in perfette condizioni e non saturi o esauriti.

In definitiva:

Aumentare gli alberi.

Diminuire il traffico.

Manutenzione ai mezzi.

Uso di carburanti di buona qualità e poco inquinanti.