La mobilità cittadina dev'essere un'armonia di circolazioni

L'inesistente mai esistita politica della Mobilità

La "politica" della mobilità di superficie è stata sempre e solo renderla difficile.

Ostacolare la circolazione per tutti, traffico privato e pubblico: pedoni, biciclette, tram, bus, furgoni, camion, motocicli, auto, carrozzine (tutti nella stessa bolgia).

Questo perchè è sempre stata una "politica" figlia di nessun progetto.

Si è lasciata realizzarsi una jungla, nella quale chi c'è dentro c'è dentro (e chi ci muore ci muore: doveva starsene a casa, dove peraltro si muore anche lì).

Con tanti bei quattrini che si incassano di multe ed un mancato controllo del territorio giustificato dal fatto che, così combinato, non è possibile controllarlo.

Non è vero che le vie di Milano sono troppo strette, forse quelle del centro, ma la larghezza delle vie di Milano è in linea con quella delle altre città europee, la famosa Amsterdam ha addirittura dei canali che girano per buona parte della città eppure le piste ciclabili ci stanno lo stesso... C'è da notare per esempio che ad Amsterdam in centro città praticamente non esistono parcheggi per auto (quelli sulla strada) e quindi c'è molto più spazio per poter fare le corsie per i mezzi alternativi (e fidati che di gente che fa shopping in centro ce n'è un sacco!).

PS: se te ne intendi prova ad usare la funzionalità Street View di google sul centro città di Amsterdam per accorgerti che le vie non sono così tanto più larghe di quelle di Milano, eppure sono piene di corsie preferenziali per i mezzi pubblici e piste ciclabili.

PPS: per esempio questo è un incrocio nel centro di Amsterdam le vie non sono per nulla strette ma nemmeno così larghe tant'è vero che sono presenti le corsie preferenziali per i tram, le piste ciclabili su tutte e quattro le direzioni, ma nessun parcheggio per automobili (solo sul lato di una delle 4 direzioni) e le corsie per le macchine sono larghe tanto quanto basta per far passare un'automobile (in una direzione addirittura c'è il divieto di accesso alle automobili perché c'è la pista ciclabile!). La dimensione delle vie dell'incrocio che ti ho appena presentato (misurata con il righello di Google Earth) è paragonabile a questo: auto parcheggiate dappertutto, due corsie per senso di marcia e nessuna pista ciclabile e nessuna corsia preferenziale per mezzi pubblici.

Mi sembra che l'Italia ingolfata dalle macchine abbia più problemi di PIL dell'Olanda e della Germania dove si viaggia molto di più in bici.

Queste masse di macchine che occupano tutto il suolo della città di Milano non sono più un sinonimo di progresso e sviluppo economico bensì di arretratezza delle infrastrutture e della mentalità.

Tutte le categorie della mobilità dovrebbero aver la libertà di circolare in sicurezza. Ma a Milano questa libertà non esiste per i ciclisti. Che rischiano di morire non appena mettono le ruote su strada. Perché la loro libertà e sicurezza viene sacrificata al presunto diritto che ogni automobilista ha di trovare un posteggio vicino casa. Diritto sostenuto sopratutto dai membri dell'attuale minoranza. Purtroppo anche il PD non è immune a questo pensiero.

Le auto nella stragrande maggioranza dei casi non sono indispensabili. E non è nemmeno vero che le auto concorrono ad aumentare lo sviluppo e la bici no. Per esempio chi usa la bici non deve pagare la benzina, e al posto di dare i soldi alle grandi multinazionali che poi li esportano all'estero (dove hanno sede), può usare quei soldi per aggiustare la gomma della propria bicicletta pagando il ciclista sotto casa che a sua volta pagherà le tasse: più biciclette vuol dire anche più ciclisti che lavorano.

Migliorare la mobilità sulle due ruote incrementa l'utilizzo del bike sharing che sono tutti soldi che vanno al comune.

I soldi spesi in manutenzione dell'automobile potrebbero essere utilizzati in altri modi, per esempio per l'acquisto dei vestiti oppure perché no? Dopo un anno intero che si è andati in bici si può fare una bella vacanza in macchina nel proprio luogo di vacanze preferito (magari in Italia).

Ricordo inoltre che l'utilizzo della bici fa fare movimento, questo diminuirà sicuramente le spese sanitarie perché è risaputo che il movimento migliora la salute delle persone.

Se poi stiamo a guardare il caso dell'Italia possiamo notare che i soldi spesi nelle automobili vanno nella maggior parte dei casi alle grandi imprese (case automobilistiche, assicurazioni e case petrolifere) l'Italia invece vive delle famose piccole e medie imprese, e i soldi spesi in bicicliette (a parte il decathlon e i mercatini dell'usato rubato) vanno tutti nei piccoli artigiani che le producono e nei ciclisti che le riparano.

Per creare una pista ciclabile, che non aumenta la velocita' di nessuno, si restringe la carreggiata e si eliminano migliaia di parcheggi.

Restringere le strade provoca la trasformazione del flusso in una sola corsia, in quanto basta una vettura in doppia fila ogni tanto per costringere di fatto tutti alla fila indiana: quindi DIMEZZAMENTO dello smaltimento dei veicoli.

Eliminare i parcheggi provoca perdita di ore di lavoro per chi si sposta continuamente ed ovvio aumento del traffico rallentato dai suddetti che cercano di posteggiare.

Esistono professioni che comportano molti spostamenti, visite ai propri cantieri, dai direttori di banca, da clienti, da fornitori, recupero o consegna di beni ecc.

Questi lavoratori non possono ASSOLUTAMENTE lavorare senza auto, provate per un giorno a fare quello che fa un normale imprenditore, provate ad essere alle 8 a Bergamo, alle 9:30 a Treviglio, alle 11.00 in v.le Monza ecc. ecc. dalla mattina alla sera tutti i giorni.

I ciclisti che lavorano sono persone che abitano vicino al posto di lavoro e che stanno in ufficio tutto il giorno, ovvio che non comprendano le esigenze di chi vive diversamente da loro.

Ricordo per completezza che professionisti, imprenditori ecc. sono la spina dorsale del paese, senza imprenditori niente imprese, senza imprese niente posti di lavoro.

Ricordo che si puo' sempre andare a vivere in campagna se la metropoli non rende felici.

Secondo me i professionisti  e le persone che hanno bisogno delle macchine sono una netta minoranza.  (Se pensiamo alla relazione numerica tra imprenditori, fornitori e dipendenti, gente di città e gente di campagna) Sarebbe anche a loro favore se gli altri che non ne hanno un bisogno effettivo prendessero le bici. Le strade sarebbero più libere e quindi un eventuale restringimento delle corsie delle macchine non comporterebbe disagi, anche la ricerca del posteggio sarebbe più facile.

Oggi leggevo che in Cina stanno tornando alla bici, perché le città sono intasate dalle macchine. Altro che veloci spostamenti.

Perfino coloro che publicizzano le auto, lo fanno sempre in un contesto eccezionale rispetto all'uso quotidiano delle macchine.

Esempi - La macchina  sola in mezzo alla natura - oppure la macchina sola posteggiata davanti al locale fighetto nel centro storico - oppure la macchina sola in corsa su una strada completamente deserta in mezzo alla natura.

Come mai non fanno vedere questa macchina su una circonvallazione metropolitana tra le 8 e le 9 del mattino?

Sono d'accordo. A tutti la libertà di circolare in sicurezza. Quindi anche ai ciclisti! Con i necessari provvedimenti per farli circolare in sicurezza sul 95% delle strade, non sul 5%.

Non bisogna vietare di andare in macchina, ma appunto come scrivi tu incentivare le alternative - mezzi pubblici e bici. Ma ampliando spazio o sicurezza delle categorie alternative bisognerà ridurre gli spazi delle macchine in particolare dei posteggi, e anche la velocità nelle zone residenziali.

La crisi farà aumentate il numero dei ciclisti. Poi si accorgeranno che non solo costa meno, ma può essere anche comodo e più veloce sulle distanze brevi.

Se i mezzi alternativi sono convenienti oppure più convenienti molta gente li prenderà. Ma c'è molto lavoro da fare prima che le strade si libereranno per le categorie auto-dipendenti e le città diventeranno più vivibili.

Adesso abbiamo iniziato la fase in cui vengono incentivate le alternative.