12 anni fa
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E' da circa una settimana che abbiamo scritto all'Assessore Majorino per chiedere un incontro ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta.

La nostra associazione si occupa di costruire percorsi inclusivi per giovani con disabilità in ambito formativo educativo ma anche di tempo libero e vacanze.

Recentemente abbiamo partecipato ai tavoli per contribuire alla costruzione dei piani di zona 2012-2015 perché pensiamo che le FAMIGLIE possano essere considerate una risorsa per conoscere i reali bisogni delle persone con disabilità che vivono al loro interno.

Purtroppo però molto poco di ciò che abbiamo segnalato è stato evidenziato e riportato nei verbali. Per questo abbiamo chiesto un incontro: per portare il nostro documento e farci portavoce dei diritti dei nostri figli. Per esempio pochi sanno che la fascia di età dai 15 ai 18 anni non è stata assolutamente presa in considerazione in merito alle offerte  per i servizi di vacanze. Forse verrà concessa una deroga (ma quest'anno ci hanno detto che  il comune è povero e non concede deroghe) di 400 euro contro i 2200 euro che vengono invece riconosciuti agli enti gestori che si occupano dei servizi per i disabili oltre i 18 anni di età. Questo grave atto discriminatorio che colpisce come ho scritto i giovani dai 15 ai 18 anni di età portatori di handicap è la stessa dell'anno passato e di quello precedente e sembra che nessuno abbia intenzione di porvi rimedio.

Un buco che inghiotte le identità di questi giovani che però non spariscono con un colpo di bacchetta magica e rimangono a carico delle famiglie per tutto il periodo estivo anche di quelle che a fatica arrivano a fine mese.

Perchè spesso a noi famiglie ci chiedono i redditi e i movimenti bancari ma non ci chiedono  mai se ce la facciamo a sbarcare il lunario  con a carico un ragazzo disabile al quale molto spesso l'indennità di accompagnamento di 460 euro al mese non garantisce neppure il vitto.

Sono ragazzi e ragazze non autosufficienti che non possono uscire come i loro coetanei e molto  spesso non hanno amici che li invitano alla grigliata sul fiume. In alcuni casi i fiumi sono luoghi non accessibili a chi è costetto su una carrozzina a causa di una tetraparesi spastica. E questo non lo diciamo per suscitare atti di "compassione" ma perché forse non sono chiare le modalità per cui se i nostri figli non li prendiamo in carico noi pagando un educatore cercando di offrire loro opportunità inclusive restano in casa a guardare fuori dalla finestra. Ma non può essere sempre così.

Quindi perché se chiediamo all'Assessorato alle Politiche sociali un contributo per offrire loro un opportunità di socializzazione perché non veniamo neanche presi in considerazione? Forse dobbiamo salire anche noi in cima alla torre e raccontare la nostra storia?

Raccontare che mentre per i bambini normodotati le liste di attesa per accedere ai servizi di Casa vacanze sono complete, alcuni bambini e bambine con disabilità non sono stati neppure convocati. Alcuni di loro non sanno se potranno partire e quando. Se questo non è un atto discriminatorio diteci voi come dovremmo chiamarlo.

Si scrive di progetti individuali globali e personalizzati e poi ci si dimentica che i bambini le bambine e i ragazzi e le ragazze con disabilità fanno parte di questo mondo tutti i giorni dell'anno, così come i loro coetanei e dovrebbero avere le loro stesse opportunità. Questo vale anche per le famiglie che li rappresentano.

Fabrizia Rondelli

Presidente Associazione l'Ortica - Milano

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