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Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/08/15/news/giunta_manager_e_dirigenti_pi_rosa_la_milano_che_conta-40963056/

IL CASO

Giunta, manager e dirigenti
è più rosa la Milano che conta

Avanzano le donne. Ai vertici delle società pubbliche la parità è stata raggiunta.
Nelle posizioni chiave da Expo fino alla polizia locale si rafforza il 'pink power'
di ORIANA LISO

Milano sta diventando la città delle donne al comando? Non ci sono solo le pur nettissime scelte portate avanti nell’ultimo anno dal sindaco Giuliano Pisapia, che si sta circondando di molte più donne di quanto non abbia fatto la precedente sindaco, l’ex prima cittadina - davvero prima, negli annali meneghini - Letizia Moratti. La geografia del potere è sempre più femminile in tutti i settori della società.  A guardare nomi, cariche e incarichi si direbbe che la forte preferenza della nuova amministrazione per le nomine di donne sia un modo per 'rimettersi in pari' con il resto della società. Il pink power sta ormai disegnando una nuova geografia cittadina: dal mondo delle imprese alla cultura, dall’università alle aule del tribunale sono sempre di più le donne che raggiungono posizioni apicali. Che comandano, insomma, e comandano sugli uomini, arrivando a sommare cariche e potere proprio come loro.

LA GIUNTA ROSA-ARANCIO. La soglia dell’uno su due è quasi raggiunta nei consigli di amministrazione delle società partecipate dal Comune: molte consigliere e diverse presidenti (al femminile) portano al 47 per cento la presenza delle donne nelle stanze dei bottoni di aziende, enti e fondazioni. Soltanto fino a poco più di un anno fa quella percentuale era ferma al 27. Negli uffici di Palazzo Marino le dirigenti donna sono 47, più di una ogni due colleghi maschi, scesi negli ultimi anni a 85. La gara è già vinta, invece, nel settore funzionari, quella con la qualifica 'D3': le donne sono ormai 968, gli uomini si fermano a 667. Si capisce così come la rivoluzione in sala giunta sia solo l’aspetto più visibile del fenomeno. Dalle due sole presenze fino a maggio 2011 (il sindaco Moratti e l’assessore Moioli, unica superstite di una giunta appena tinta di rosa) si arriva ora a un pallottoliere in perfetta parità: sei assessori e sei 'assessore', di cui una vicesindaco, e molte con deleghe tradizionalmente maschili come l’Urbanistica e i Lavori pubblici.

LARGO ALLE DONNE NEI CDA. Nel 2008 una ricerca del Pd milanese diede numeri sconfortanti: considerando le sette principali società partecipate del Comune (A2A, Atm, Mm, Milano Ristorazione, Sea, Sogemi e Milanosport) c’erano solo 2 donne consigliere. In totale. Aggiungendo le decine di enti e fondazioni legate a Palazzo Marino il numero si alzava di poco, ma quasi tutte le donne erano legate alla politica o facevano riferimento direttamente alla cerchia di relazioni della Moratti. Le cose, in effetti, sembrano molto cambiate: nell’ultimo anno - e considerando che diversi board devono ancora essere rinnovati - la presenza femminile è cresciuta in modo esponenziale, sia nei cda sia nei collegi di revisione, altro ambito prettamente maschile. Così la promessa elettorale del sindaco Pisapia si è trasformata in una mossa d’anticipo sulla legge Golfo-Mosca sulle quote rosa, appena diventata operativa, che prevede che gli organi sociali di società quotate e statali siano composti per almeno un quinto dal genere meno rappresentato.

IN PRIMA LINEA. Mentre uomini (Formigoni e Pisapia) mostravano i muscoli per decidere chi nominare commissario del Padiglione Italia di Expo, il governo Monti ha trovato la soluzione di compromesso: Diana Bracco, già presidente del cda di Expo, ma anche amministratore delegato del Gruppo Bracco - che ha il 50 per cento di dipendenti donne e che ha appena nominato come direttore della produzione della sede tedesca una donna - e vicepresidente di Confindustria, dopo essere stata la prima donna al vertice di Assolombarda. Tra i progetti a cui tiene di più la Bracco, per non sbagliarsi, c’è 'Mille donne per Expo', che vuole portare a Milano ad ottobre, per l’International Participants Meeting, ambasciatrici di valore da tutto il mondo. Dalla parte opposta della barricata c’è, per esempio, Maria Sciancati: tre estati fa, nell’estenuante trattativa per la Innse, la fabbrica occupata a Rubattino, il prefetto e la proprietà dovettero vedersela con lei, segretario generale della Fiom, abituata a muoversi in un mondo di uomini. A breve ci saranno anche tre donne - Paola Campadelli di Scienze, Marisa Porrini di Agraria e Maria Domenica Cappellini di Medicina - a sfidarsi per il posto di rettore in Statale.

GIUSTIZIA AL FEMMINILE. Molte cose stanno cambiando anche in altri settori tradizionalmente maschili: fino a pochi anni fa le vigilesse erano sì tante, ma quasi nessuna aveva ruoli di comando. Oggi nel corpo della polizia locale le donne sono quasi un terzo dell’organico (913 su 3200) e 28 hanno i gradi di ufficiale. Bisogna però andare in via Fatebenefratelli per trovare diverse donne a guidare settori delicatissimi, comandando - spesso - quasi solo uomini. Ma per loro parlano le carriere: Maria Josè Falcicchia, da poco nominata numero due della Mobile, era già stata scelta nel 2006 da Francesco Saverio Borrelli, allora capo ufficio indagini della Figc, come suo braccio destro nell’inchiesta su Calciopoli. Ilda Boccassini era l’unica donna nel glorioso pool di Mani pulite negli anni Novanta: oggi è a capo della Direzione distrettuale antimafia della procura. Nei corridoi di corso di Porta Vittoria, però, le donne da tempo si sono fatte strada nelle stanze che contano: sotto la presidente del tribunale Livia Pomodoro c’è una nutrita pattuglia di presidenti di sezione nel civile (9 su 15) e nel penale (5 su 12).

LA MILANO (ROSA) CHE PRODUCE. A maggio la giunta Pisapia ha approvato le linee guida per i futuri bandi sull’imprenditoria, con una novità importante: le imprese femminili (individuali o a prevalenza di titolarità femminile, circa 57.600 in tutta la città) avranno un punteggio più alto rispetto a quelle guidate da uomini. Imprese che da settembre, per la prima volta, avranno una degna rappresentanza nella giunta della Camera di Commercio: nel nuovo board è certo che il numero di donne sarà molto più alto del passato. Progetto tutto al femminile, in partenza in autunno, è quello di Piano C, il primo servizio di coworking per mamme che lavorano, con uffici in Comune dove, vicino alle scrivanie, c’è anche spazio per i bimbi. Piacerà sicuramente a Chiara Bisconti, 'assessora' - il termine che preferisce, in omaggio alla rivoluzione della rappresentanza in cui Milano vuol essere capofila - che sta mettendo a punto il nuovo 'Piano dei tempi', spostando le lancette della città sulle esigenze delle sempre più numerose donne che lavorano.

(15 agosto 2012)

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Articolo pubblicato da la Repubblica il 15/08/2012

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