Lavoro e cantieri, dal Comune 10 milioni alle nuove imprese

Il Comune (ri)parte da Quarto Oggiaro. E da uno stabile a due passi da quella piazzetta Capuana rimasta per anni il simbolo del rilancio incompiuto, destinato a diventare la casa di giovani imprenditori del settore sociale. Nuovi posti di lavoro che ora potranno nascere grazie al bando che Palazzo Marino pubblicherà all’inizio di settembre, mettendo sul piatto i primi fondi di quei 10 milioni di euro previsti a bilancio quest’anno per creare quattro “incubatori di impresa” in altrettanti quartieri. Perché, alla vigilia dell’ennesimo autunno di crisi, la giunta vuole dare il via al suo piano per lo sviluppo. Che guarda anche a Roma e alle linee guida per la crescita appena varate dal governo. Con la richiesta — e la speranza — non solo di riuscire a strappare agevolazioni fiscali per le start up, ma anche 50 milioni di euro di risorse per bonificare tre zone come l’area degli ex Gasometri della Bovisa, Porto di Mare e via Magreglio. Aprendo cantieri che riqualificherebbero pezzi dimenticati di città e, per l’amministrazione, metterebbero in moto altre risorse private.

Sullo sfondo c’è la promessa — appesa in gran parte alla vendita di un altro pezzo di Sea — di investire in tre anni quasi 2 miliardi in opere. Nell’immediato ci sono i soldi del bilancio 2012 destinati alle nuove imprese. Sul fronte delle start up, a luglio il Comune ha creato con Camera di commercio una task force di esperti che sta lavorando con il ministero dello Sviluppo. Palazzo Marino ha destinato a questo capitolo 10 milioni di euro e pensato ad agevolazioni urbanistiche con il Pgt: gli incubatori sono assimilati a servizi come scuole o ospedali. Il primo bando per un’associazione che possa gestire le imprese del sociale a Quarto Oggiaro è pronto. Ed entro l’anno, con 2 milioni stanziati potrebbero sorgere le prime dieciquindici realtà. Domani, l’assessore alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, incontrerà il presidente di Zona per coordinare le attività del quartiere. In autunno si passerà a Crescenzago dove, con Bocconi e Camera di commercio, nascerà un altro incubatore per le imprese “leggere”, che richiedono bassi investimenti per partire. Infine, si passerà ai creativi (una sede potrebbe essere l’Ansaldo) e alla tecnologia e all’informatica.

Per la crescita, però, c’è un altro fronte aperto. È il “piano nazionale delle città”, che il governo ha finanziato con 2 miliardi. Milano si è candidata con tre progetti per rilanciare Bovisa, Porto di Mare e Certosa: una cabina di regia sta lavorando ai dettagli da inviare a Roma entro il 5 ottobre. Si spera di ottenere 50 milioni di euro per bonificare le aree e far partire altri cantieri. Per gli ex gasometri, in particolare, si attende da anni un polo della ricerca e della tecnologia e l’assessore all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris, ha riaperto il tavolo con tutti gli attori — dal Politecnico ad A2a fino ai costruttori di Euromilano — interessati dal progetto urbanistico. Oltre ai fondi del governo, Palazzo Marino ha aperto la caccia anche a quelli di Bruxelles e ai bandi dell’Unione europea per le “smart city”. Un traguardo a cui si tenta di presentarsi, per la prima volta, uniti: l’assessore Tajani avrà presto un incontro con i suoi omologhi di Genova e Torino per una strategia comune.

(27 agosto 2012)