14 anni fa
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Milano è bella? Mi domando da alcuni anni a questa parte se Milano apprezza e valuta la sua bellezza del vivere. L'amministrazione comunale uscente, spero non rientrante, quella di centrodestra, quella delle politiche delle cancellate, dei divieti, delle zone off limit, fino ad arrivare alle ultime ordinanze coprifuoco, volute e imposte dal vicensindaco De Corato, che in nome di una sicurezza spegne le luci della città, crea desolazione e solitudine, abbandono e desolazione, ha evidenziato un fallimento nelle disposizioni "law and order" superficiali e un affossamento della città come luogo di fruizione culturale. Milano potrebbe essere bella se si arricchissero i luoghi di aggregazione culturale, sociale, artistica. Milano potrebbe essere bella se non venissero chiusi, con penalità eccessive rispetto alle irregolarità riscontrate, locali storici di incontro e di divertimento intelligente e ricco di contenuto. Circoli ARCI, lounge bar e artistic pub vengono subissati da multe e da disposizioni che rendono la loro attività difficile: pretesti vari sono occasioni per sospenderne le iniziative, che non possono essere derubricate come semplicemente commerciali, ma patrimonio per diverse generazioni che vogliono vivere e agire la città nelle ore serali e notturne. Il fallimento e la miopia assurda del vicensindaco uscente De Corato si riscontra nell'apostrofare con una frase banale quale "è una questione di ordine" tale operazione che mette in ginocchio la città, quando è un'assenza totale di visione dello sviluppo di una metropoli che vuole dare opportunità di confronto e di incontro per intere fasce di popolazione, soprattutto giovanile, offrendo momenti musicali, artistici e un'ottima occasione di crescita collettiva. Diverse interrogazioni, interpellanze, anche mozioni rivolte all'amministrazione stessa, da cui però non sono stati presi provvedimenti adeguati e conseguenti, sollevavano problematiche che toccavano la prosecuzione di attività aggregative serali angariate da una persecuzione amministrativa senza pari. Più volte ho sottolineato la necessità di istituire un tavolo di confronto tra gestori, amministratori e fruitori delle offerte serali per governare la "movida" e renderla ricchezza per la città che vuole crescere e misurarsi a livello europeo: parlare ogni estate di movida come un problema che attanaglia la città significa già vedere imperare una visione provinciale e minimale di una metropoli che dovrebbe essere "capitale europea", divenendo un semplice paese di provincia, con il rispetto dovuto ai paesi di provincia. Opero una breve cronistoria dei provvedimenti dell'amministrazione comunale a danno di differenti "tempi della cultura notturna e musicale", come il Plastic, come la Cascina Monluè nei mesi estivi, ora chiusa definitivamente e non utilizzabile per iniziative di interesse pubblico. Riportavo in una mia interrogazione / intervento a ridosso della mobilitazione organizzata da ARCI Milano e differenti altre organizzazioni sociali e culturali il 17 marzo scorso in Piazza Fontana, Milano l'è bela, un decalogo utile e funzionale per ridare alla città una domensione di vivibilità e di benessere sociale e collettivo, evidenziando come l'accesso alla cultura e all'arte, alla musica e alla circolazione dei saperi, anche in situazioni di svago e di divertimento serali, sia un principio su cui strutturare un welfare del futuro, rinnovato e moderno. 
"Sono stati chiusi anche altri locali negli ultimi anni: abbiamo visto sospendere l'attività del Plastic per diverse serate solamente perché ci sono state collutazioni fuori dallo stesso locale tra alcuni ragazzi. Nonostante lo stesso Lucio Nisi, presente in Piazza Fontana sabato, avesse goustamente detto che non è comprensibile il motivo per cui si penalizza un locale per fatti che accadono non nell'ambito della propria competenza, tutti noi conosciamo la qualità del servizio di sicurezza che il Plastic dispone, lo stesso punto di ritorvo storico della musica d'avanguardia degli ultimi 30 anni ha dovuto chiudere per una settimana. Ma ricordiamo anche il caso della Cascina Monluè, che nel 2008 ha visto consegnare un'ingiunzione al presidente provinciale dell'ARCI di Milano in quanto per alcuni minuti si era sforato il limite massimo di emissioni acustiche, tanto da comportare la sospensione e l'annullamento per le estati seguenti degli appuntamenti internazionali e giovanili con la musica popolare e sperimentale che venivano organizzati in quella sede".
E' nel decalogo proposto da Arci Milano come base di un accordo tra le varie associazioni e realtà imrpenditoriali che gestiscono l'impegno serale e notturno della città che si riscontra come primo impegno l'istituzione "presso il Comune di Milano di un Tavolo di Confronto permanente tra l'Amministrazione", dove si chiariscano le regole e i limiti ma dove si possa discutere di misure adeguate e utili a sostenere un'imrpenditoria, spesso giovanile, spesso inascoltata dalla giunta che si definisce "liberale", senza una politica seria delle licenze e senza un'idea di sviluppo omogeneo della città con una distribuzione territoriale diffusa di locali notturni. Si legge nel decalogo anche la necessità di "aumentare i mezzi di trasporto pubblico in fasce orarie garantite durante la notte ed i fine settimana, almeno fino alle 3 del mattino, attraverso convenzioni con le cooperative dei tassisti, l'istituzione di un bus notturno che faccia il giro intorno alle zone dove sono presenti locali e strutture di intrattenimento culturale ed eventi culturali notturni, ai parchi e ai locali aperti durante la notte". Mi ricordo la promessa del bus by night per i giovani che potevano usufruirne per poter evitare di mettersi alla guida e aumentare il rischio di incidentalità nelle fasce notturne: che fine ha fatto tale promessa, derubricandola nelle tante promesse non mantenute della giunta uscente?
Penso una polticia liberale intelligente, seria e coerente, che sappia coniugare utilità pubblica e collettiva, che sappia incentivare e sostenere con bonus il periodo di start-up per imprese giovanili di aggregazione culturale e di promozione del divertimento e di creatività, occasioni di lavoro e di impiego e di sviluppo di una città sicura perchè vitale, viva, reale. Si pensa a istituire poli multifunzionali con diversi ambiti che sappiano offrire iniziative e accessi ai saperi contornati da un servizio di ristorazione per il pubblico serale e notturno. Si pensa a istituire, attraverso convenzioni con artigiani, fondi da utilizzarsi per mettere a norma i locali, garantendo un sostegno reale e utile a un ramo commerciale e culturale patrimonio e ricchezza per una città.
Credo, infine, che si debba uscire dalla logica dei grandi eventi spot, quelli che invadono la città per, poi, lasciarne il deserto totale, e intensificare una rete di locali che promuovono cultura e arte, creatività, incentivandone con fondi le occasioni e gli appuntamenti, così come riconoscere il ruolo dell'associazionismo del terzo settore, magari le APS e le organizzazioni no-profit, che aggrega sul territorio, anche in zone periferiche, con opportunità di incontro. Così come sarebbe utile aprire le piazze e i luoghi pubblici e aperti della città, offrendo anche agli stessi giovani un ruolo di iniziativa e di responsabilizzazione nel gestirne le serate e le notti con attività teatrali, musicali, reading letterari, poetry slam. Questo ultimo punto è stato oggetto di una mia proposta in riferimento al dibattito asfittico quanto inutile sulla "movida" estiva.
Concludo pensando come sia necessario dare alla città "la caratura di metropoli europea dove l'accesso alle fonti di cultura non sia esclusivo, non sia un privilegio, non sia limitato e, soprattutto, non sia ristretto". Il 17 marzo in Piazza Fontana c'erano molti ragazzi presenti perché questa città vuole vivere ed essere vissuta, non vuole vedere la propria popolazione costretta a chiudersi nelle proprie abitazioni con la paura di una solitudine che attanaglierebbe la città se le luci dell'attrazione culturale si spegnessero.
Forse occorre ripartire con un'alternativa seria e in antitesi alla politica della chiusura e delle ordinanze che spengono e offendono la dignità di una città che vuole vivere e vuole garantire offerte pubbliche e un accesso ai saperi e al divertimento responsabile e culturale.
Alessandro Rizzo
Candidato Lista Civica Milly Moratti per Pisapia
Consiglio di Zona 4 Milano

avatar Michele Sacerdoti 14 anni fa
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Sono d'accordo con questa proposta, purchè si tuteli il diritto delle persone a riposare la notte se vivono vicino ai locali. Ma la giunta Moratti con le ordinanze coprifuoco e la chiusura della cascina Monluè e...