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Informativo
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AMSA Milano

Gent.ma Presidente Cantoni:

Perchè non smaltire l'olio di frittura (non solo da ristoranti e mense, ma anche da privati) avviando una "best practice", un ciclo virtuoso da "smart city" per smaltire e produrre biodiesel e sottoprodotti?

Perchè AMSA, magari  d'accordo con AMIU Genova per fare massa critica, non studia un progetto in tal senso?

Obiettivi:

( A ) ridurre l'inquinamento ambientale dovuto allo scarico in fognatura (consumi domestici);

( B ) ridurre i costi di depurazione delle acque;

( C ) produrre bio-diesel (riduzione inquinamento aria) da utilizzare secondo le normative nell'azienda trasporti (ATM) come integratore del carburante;

( D ) creare attività e occupazione;

Alcune informazioni, fonte  http://www.consorzioconoe.it/

1. Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti

IL Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti (Conoe), costituitosi ai sensi del D.lgs. 22/97 il 1° ottobre 1998, ha la funzione di controllo e monitoraggio della filiera oli e grassi esausti per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Il Consorzio è operativo dal 2001 su tutto il territorio italiano grazie all’apporto dei suoi fondatori: associazioni di raccoglitori (ANCO), di rigeneratori (Anirog e Aroe) e di produttori quali Confcommercio, Confartigianato, CNA, Federalberghi, Fipe e Una-Confindustria, cui si è aggiunta di recente anche Coldiretti. Direttamente o tramite le loro associazioni partecipano al Consorzio oltre 120.000 imprese: l’intera filiera è dunque rappresentata.

2. Oli e grassi vegetali e animali

Il rifiuto raccolto e recuperato per usi industriali dai consorziati è l’olio di fritture prodotto dalla ristorazione, dall’industria e dalle famiglie.

L’olio esausto di fritture, pur non pericoloso in sè, se disperso nell’ambiente causa gravi danni alla flora e alla fauna. Se invece viene smaltito attraverso la rete fognaria raggiunge gli impianti di depurazione, causando ad essi gravi danni con un elevato costo economico.

Comportamenti anomali o fuori controllo possono inoltre favorire lo scorretto riutilizzo del rifiuto nel circuito alimentare, per esempio nel mangime per gli animali, con le conseguenze facilmente immaginabili sulla salute dei cittadini.

L’opera di recupero dell’olio esausto, oltre ad evitare i danni ambientali, consente notevoli vantaggi economici. Dall’olio infatti, attraverso i processi di trattamento e riciclo, si ottengono prodotti ad elevato valore aggiunto, quali:

- Lubrificanti vegetali per macchine agricole - Estere metilico per biodiesel - Glicerina per saponificazione - Combustibile per recupero energetico.

Attualmente si stima che vengano prodotte in Italia 280.000 tonnellate di olio esausto ogni anno: se l'intera produzione fosse raccolta, essa genererebbe un valore recuperato stimabile intorno agli 84 milioni di euro.

3. Risultati operativi del Consorzio

Oggi il CONOE, a distanza di sette anni dalla sua attivazione, non dispone del contributo obbligatorio di riciclaggio da parte dei produttori di olio alimentare, previsto per legge ma sospeso per un contenzioso amministrativo ancora in atto.

Ciò nonostante, l’attività del CONOE si è notevolmente sviluppata grazie al contributo volontario delle imprese di raccolta e di rigenerazione, consentendo di raggiungere una capacità di raccolta e di trattamento del prodotto intorno alle 45.000 tonnellate per anno. In sette anni, dal 2001 al 2008, la capacità di raccolta si è incrementata di quasi il 90%.

La raccolta avviene su tutto il territorio nazionale, con  punte massime in Emilia Romagna e Lombardia che forniscono da sole il 35% del rifiuto conferito (insieme al Lazio e alla Sicilia oltre il 50%).

Il Consorzio, costantemente attivo dal punto di vista della programmazione, ha definito gli obiettivi in quantità di raccolta per il triennio 2008-2010: per il 2012 si prevedono 100.000 tonnellate di raccolto. Sono anche state definite le procedure di raccolta e di recupero e trattamento e sono state predisposte le relative Convenzioni, primo passo per le definizione della rete consortile primaria. L’individuazione di tale rete è tra le priorità principali del Conoe, poiché la sua attuazione consentirebbe di gestire in maniera ancora più efficiente la raccolta e il trattamento del rifiuto. Per entrare in vigore, tuttavia, è necessario che si renda disponibile il contributo ambientale obbligatorio.

4.    Il futuro del Consorzio

Il futuro del CONOE è nelle mani del Governo e del Parlamento. Le imprese e le loro associazioni hanno fatto tutto ciò che era possibile fare, con spirito di servizio e alto senso civico. Ma ci si domanda per quanto potranno ancora farlo se il Consorzio non sarà messo in grado di disporre del contributo obbligatorio previsto dalla legge istitutiva.

Già emergono qua e là i primi piccoli cedimenti. La crisi economica del Paese sta toccando tutti, anche le imprese consorziate di raccolta e di generazione per le quali il peso del finanziamento del Consorzio sta diventando uno svantaggio competitivo mal sopportabile rispetto a chi non “transita” per il CONOE.

Senza il contributo di riciclaggio, questa filiera è destinata a tornare ad una sorta di anarchia, con tutti i rischi ambientali e sanitari connessi. L'Italia, che non è l'ultima fra gli Stai europei nel controllo di qualità igienico sanitario, non può permettersi questi rischi. Bisogna fare presto se non si vuole disperdere un’organizzazione di prevenzione già funzionante.

Ufficio stampa: eprcomunicazione – Laura Fraccaro

avatar Sonia Cantoni 12 anni fa
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avatar Federico Cupellini 12 anni fa
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