14 anni fa
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Carissima Grazia

Siamo orgogliosi che una collega della tua esperienza e impegno professionale si candidi alle elezioni amministrative comunali che sono il momento della ridefinizione del “contratto” tra i cittadini e la Politica. Ci interessa conoscere, proprio a partire dal tuo “essere” assistente sociale, quali proposte per i servizi sociali e per la nostra professione ritieni importanti per migliorare il welfare comunale.


  1. Le politiche sociali di welfare danno un ruolo centrale al Comune quale soggetto primario nella gestione dei servizi sociali. Il Comune di Milano, nonostante la diminuzione di risorse economiche a ciò destinate e nonostante i pressanti vincoli istituzionali, fino ad oggi ha gestito in proprio i Servizi Sociali rivolti ai cittadini. Quali sono le proposte della tua coalizione per il futuro di questi Servizi? Quali risorse intendete mettere a disposizione per garantirne la continuità?


    Milano è sempre stata una città all’avanguardia nei temi dell’accoglienza e della creazione di sistemi integrati di welfare per la risposta e anche per la prevenzione dei bisogni della popolazione.

    Nella nostra città sono nati servizi che hanno anticipato scelte di rilevanza poi a livello nazionale, penso ad esempi molto significativi, il servizio dell’affido familiare,la rete dei servizi per la prima infanzia ,che ha fatto scuola in Italia con innovativi interventi pedagogici, i servizi di sostegno alla disabilità,

    la prima sperimentazione dei centri diurni rivolti alle persone anziane.

    Sono alcuni esempi, molti altri possono essere citati, quello che mi preme è sottolineare che tutte le innovazioni, tutte le sperimentazioni, hanno sempre visto al centro equipe di assistenti sociali, creative, innovative, che hanno trainato con la loro professionalità il cambiamento.

    Da almeno 10 anni la situazione si è modificata!

    Milano è diventata una città ostile alle vecchie e nuove fragilità, sempre più le risposte sono diventate settoriali,non integrate, si sono ridotte in efficienza ed efficacia e gli assistenti sociali si sono trovati a diventare strumento di applicazione di procedure burocratiche, che ne hanno svilito le professionalità e ne hanno ridimensionato il valore innovativo nell’analisi e risposta ai nuovi bisogni.

    Milano è una città con 1.3000.000 abitanti

    Dopo anni di diminuzione della popolazione, dal 2005 al 2008 per la prima volta nel 2009 si è avuto un aumento della popolazione residente ( 9%)

    Mentre il saldo tra popolazione dei nuovi nati ( 9,7%) e dei decessi (10,7 % ) resta negativo, l’aumento complessivo è determinato dai flussi migratori.

    Sui 12.500 nuovi nati del 2009 , il 34% è rappresentato da bambini nati da cittadini stranieri.

    Il 24 % della popolazione è di anziani

    Il 6% di giovani (19-25 anni )

    9% minori ( 7-18 anni)

    6 % infanzia ( 0-6 anni

    Nel 2010 risultano residenti 213.000 cittadini stranieri, con un aumento del 6% in un anno.

    Milano è una città al centro di fenomeni epocali, le attuali politiche hanno mancato di innovazione, di strategie per la costruzione di una società globale. Hanno ridotto la costruzione di reti comunitarie territoriali, hanno scelto di operare stigmatizzazioni, con la chiusura all’altro, con la politica degli sgomberi,con le ordinanze fini a se stesse… Non hanno promosso futuro !

    Attualmente le risorse dell’assessorato alla Famiglia e ai servizi sociali ammontano a 510.222.767 euro. Il 91 % è spesa corrente.

    Nella finanziaria verranno dimezzati questi fondi, con trasferimenti sul fondo sociale che passeranno al 50% dell’attuale.

    Bisogna investire sulle professionalità e sulle innovazioni che nascono dai territori e anticipino con la costruzione di reti di prossimità e comunità , le emergenze.

    Si può aprire un terreno nuovo per il lavoro delle assistenti sociali ! Bisogna poi individuare risorse che ci sono , spesso nascoste nei bilanci comunali e destinarle ad un sistema integrato di servizi che dia nuova forza e incisività ai servizi sociali territoriali

  2. Molti Servizi Sociali del Comune di Milano vedono la presenza dell’Assistente Sociale quale figura centrale, sempre più investita di ruoli di responsabilità che richiedono adeguate forme di riconoscimento e valorizzazione (sviluppo di coordinamenti, tempo per la formazione continua obbligatoria, riconoscimento di esperienze di formazione sul campo, ecc..). Come pensi che possa essere rilanciata la figura professionale dell’Assistente Sociale all’interno delle scelte politiche della tua area politica? Quali strategie pensi di adottare per garantire il diritto/dovere della formazione continua degli Assistenti Sociali del Comune di Milano?

    Lo segnalavo prima, le assistenti sociali sono un capitale di professionalità grande che non deve essere ridotto all’esecuzione di atti amministrativi. I servizi devono essere fortemente radicati al territorio e promuovere una capillare conoscenza dei bisogni e delle reti associative. La formazione sarà il perno del cambiamento, molto lavoro dovrà essere fatto nella costruzione di progetti di coesione sociale.

    La sperimentazione di innovazioni dovrà diventare il tessuto connettivo fondamentale di questa nuova società della cura, società che si—cura, cioè si prende cura delle fragilità della città e dei suoi abitanti.

  3. Un’ ultima domanda di carattere personale: cosa ti ha spinto ad impegnarti nella politica, cosa significa per il tuo percorso umano e professionale?


    In questi giorni ho fatto una scelta che mi ha interrogata sul mio essere donna, impegnata da anni nel sociale,residente a Milano in un momento importante per il futuro di Milano e delle persone che vi vivono.

    Vorrei così con queste righe comunicare le emozioni che mi hanno spinto a questa scelta. Innanzi tutto ho sempre pensato che il lavorare nel sociale avesse un profondo significato di innovazione e di impegno politico ( per la polis )

    Ho scelto di candidarmi perché donna che ama questa città.

    Donna che non rinuncia ai sogni, alle speranze di futuro, ai desideri di cambiamento.

    Professionalmente ho condiviso,con impegno e spesso con spirito di gratuità , in questi anni,  esperienze di condivisione, di promozione di solidarietà verso i più deboli, vivendo vicino a loro con la gioia e la competenza della prossimità. Questa esperienza, che non è solo da Assistente Sociale, è stata condivisa con la mia famiglia, mia figlia e mio marito che ora non è più tra noi, e con tanti amici a cui mi lega un affetto sincero e di gratitudine profonda.

    Con questo spirito di gratitudine per quello che ho ricevuto , sento ora la responsabilità di dire sì a questa sfida importante e candidarmi alle prossime amministrative, per contribuire a far crescere una Milano più giusta.

    Sì, desidero che a Milano si respiri aria pulita, non inquinata. Non solo quella atmosferica ma anche quella che si alimenta con una cultura solidale, sapiente, che porta a condividere felicità, serenità, legami di amicizia, sentimenti e azioni di cura.

    Aria pulita che si nutre di trasparenza nelle scelte e nei rapporti tra persone, anche nella sfida della politica.

    In questi anni Milano si è riempita di slogan pieni di rifiuto, intolleranza, di identità costruite sulla inimicizia, individuando un nemico-capro espiatorio a cui addebitare colpe e paure.

    Così non si vive bene non si crea futuro ! Si urla soltanto. Non si cambia Milano, tutto rimane fermo e degradato. Bisogna voltare pagina ed è possibile.

    A Milano si può vivere bene se la politica torna a convergere su progetti alimentati da una forte ispirazione solidale, motivata da grandi ragioni ideali. La solidarietà vera fa star bene, ci rende tutti più felici e sicuri.

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