14 anni fa
0 consensi
Segnala Segnala come rilevante - Segnalato rilevante da 0 persone.
No, non è un versaccio onomatopeico. Anzi … c’è chi è venuto a Milano apposta per vederla, per andarci, magari a studiare, a lavorare..
C’è pure un sito dettagliato con progetti grafici, strutture luoghi, loghi. La Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) li è una realtà. Vi invito ad andare a vederla nel sito www.beic.it.
Il professore Tommaso Padoa Schioppa Presidente della Fondazione responsabile del progetto (scomparso il 18 dicembre 2010) la definì:
“una biblioteca con i testi fondamentali del sapere, dagli originali studi di Newton ai discorsi di Budda e i suoi commentatori dalla teoria di Einstein agli studi sulla musica … Tutto quello che esiste in tutti i campi del sapere.” (La Repubblica 15 febbraio 1998).
Il progetto aspirava a far accedere al servizio persino da casa via computer. Si sperava di superare la Biblioteca Nazionale francese in termini di modernità e fruibilità.

Alcuni dati:
Sede: la Beic avrebbe dovuto occupare 50.000 metri quadrati in Zona Porta Vittoria;
Servizi: la struttura avrebbe dovuto ospitare 500.000 testi in vari formati cartacei, CD – Rom etc.;
Personale: erano previsti almeno 250 adetti;
Tempi: i lavori avrebbero dovuti incominciare nel 2001 e terminare nel 2007
Costi: si preventivarono 260.000.000 di euro circa

Dopo tanto tempo (il progetto ha circa 20 anni) non solo della Biblioteca non si è visto un solo mattone ma pure il denaro latita e i tempi non promettono nulla di buono!
Tutto questo è un bene?
Un primo problema potrebbe essere quello dei fondi. Per la Beic sono previsti, lo abbiamo appena visto, diverse centinaia di milioni di euro.
Il denaro ottenuto finora dalla Fondazione (circa 32.000.000 di euro dalle finanziarie 2002 e 2005) non è stato sottratto da fondi destinato alle biblioteche. Quindi è denaro aggiunto.

Come finalità, poi, il progetto della Beic intendeva interfacciarsi con l’esistente non solo a Milano ma anche nella regione e in Italia, in modo da apportare mezzi e far accrescere l’importanza e la fruibilità delle singole biblioteche.
L’idea è sicuramente lodevole ed è stata suggerita da ciò che capita all’estero. Nei paesi dove una “beic” esiste già, come ad esempio in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti (solo per citarne alcuni) le biblioteche locali hanno coperto la funzione di struttura terminale della biblioteca “madre” non tralasciando il loro ruolo territoriale.
In questo modo Il servizio è stato reso accessibile anche a chi abita in piccoli centri, lontani dalle grandi città. Tutto questo grazie ai nuovi finanziamenti che questi Paesi hanno messo a disposizione al servizio bibliotecario nel suo complesso.

Nonostante ciò è legittimo pensare che tutto questo sia un progetto eccessivamente dispendioso. Infatti se è vero che nulla è stato sottratto alle biblioteche (in quanto poco c’era da sottrarre), è anche vero che i fondi destinati alla Beic avrebbero potuto essere utilizzati per riorganizzare e rinnovare quello che c’è da tempo.
Perché l’esistente esiste! In provincia di Milano, ad esempio, ci sono più di duecento biblioteche comunali. A Milano,poi, c’è la Biblioteca Comunale Sormani e la Biblioteca Nazionale Braidense entrambe imponenti.
Inoltre recentemente (da circa 10 anni) è nata la Mediateca di Santa Teresa che aveva l’obiettivo di fornire materiale e supporti informatici.

Il punto è che le biblioteche (da quelle nazionali a quelle locali) vivono da decenni in condizioni di povertà assoluta. Un progetto globale non esiste o se esiste non si vede.
Progetti faraonici, spesso non servono a migliorare le cose. Specialmente in Italia, per la cultura si spende assai poco.
Se, poi, ci fosse addirittura una spesa di 260 milioni, ben poco rimarrebbe per tutto il resto, non solo per le altre biblioteche ma anche per i musei, il cinema e l’arte in genere.
Non nego che l’idea di riuscire a creare uno spazio dove poter raccogliere e distribuire informazione e cultura in modo informatico sia di alto valore.
E in effetti un centro a Milano, che tra l’altro avrebbe un respiro internazionale, avrebbe un suo fascino. L’intero sistema potrebbe evolversi.
Quello che mi lascia comunque perplesso sta nella nostra incapacità (politica intendo) di poter creare, senza dispersioni, continui ritardi e sprechi di fondi, e di saper gestire un sistema così complesso.

Nessuna risposta inviata