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Assenteismo alla regione lombardia: provvedimenti

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_8/pirellone-assenteisti-regione-impronte-digitali-porzione-dito-privacy-consiglieri-2222969920094.shtml

Pirellone, impronte per scovare gli assenteisti

Al posto della tradizionale firma su carta arriverà un sistema di rilevamento biometrico

Una seduta del consiglio regionale (Photoviews)Una seduta del consiglio regionale (Photoviews)







Il sistema è ultramoderno e rispetta pure la privacy. Una piccola porzione di dito, più piccola di quella che serve normalmente a raccogliere le impronte digitali «vere», combatterà i furbetti della firma postuma, i politici che arrivano in Consiglio regionale fuori tempo massimo e si segnano regolarmente presenti. La novità è attesa per la settimana prossima al Pirellone, il parlamentino lombardo. Al posto della tradizionale firma su carta, richiesta a ogni eletto a inizio di seduta per scongiurare la decurtazione per assenza dello stipendio «pieno», arriverà un sistema di rilevamento biometrico. «Guai - spiegano però dal Pirellone - a confonderlo con le impronte digitali», una certificazione decisamente più indiscreta. 

Il regolamento lombardo prevede che il consiglieredebba arrivare in aula entro venti minuti dall'inizio della seduta. Un ritardo superiore fa scattare in automatico il taglio di un quindicesimo dell'indennità, più o meno 170 euro ad assenza. In teoria. Perché fino a ieri la firma su carta permetteva una certa elasticità sul controllo degli effettivi orari d'ingresso. «Ben venga il rigore nel rilevamento delle firme» dice la vicepresidente dell'aula Sara Valmaggi (Pd): «Anche se forse uno strumento come la firma elettronica sarebbe stata più che sufficiente».

L'altro numero due del Pirellone è il leghista Fabrizio Cecchetti, che sposa invece senza riserve la svolta tecnologica: «Ma no, va bene così. In fondo chiediamo le impronte digitali agli immigrati che arrivano nel nostro Paese e non si capisce perché i politici debbano sottrarsi». Al Pirellone è un'estate di lavori. Con la ripresa delle attività (martedì) debutteranno in aula i nuovi tabelloni elettronici e i nuovissimi monitor (uno per ogni postazione), che accelereranno la progressiva scomparsa della carta dai lavori di Consiglio. Un sistema elettronico più moderno di quello del Parlamento, azzarda qualcuno. Il bando risale al 2011 (amministrazione Formigoni) e prevede interventi di restyling per i prossimi sei anni. Costo complessivo della rivoluzione tecnologica? Tre milioni e seicentomila euro.

8 settembre 2013 (modifica il 9 settembre 2013)
Andrea Senesi

 

Assenteismo al Comune di Milano

Ecco un bel propospetto con i dati del Comune sulla sua struttura

Da controllare questi reparti perchè presentano il più alto tasso di assenteismo, ferie escluse, in %: quali sono i motivi ??? Qualcuno sta controllando la situazione ??

http://allegati.comune.milano.it/risorseumaneorganizzazione/OperazioneTrasparenza/TassiAssenzaPresenza.pdf

SET VALORIZZAZIONE SERVIZI E PATRIMONIO 15,91%

SET VALORIZZ PATRIMONIO ARTISTICO E SVILUP SERVIZI 15,12%

SET SVILUPPO DEL DECENTRAMENTO CITTADINO 16,31%

SET ZONA 2 16,01 %

SET ZONA 3 17,57 %

SET ZONA 9  22,83 %

SET PROGRAMMAZIONE E COORD SERVIZI EDUCATIVI 15,01 %

PERSONALE A DISPOSIZIONE  44,88 % (92 persone)

DS COMUNICAZIONE 16,54 %



Alla ASL di Pescare invece ...

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/08/24/news/assenteismo-alla-asl-scattano-i-controlli-1.7630663

Assenteismo alla Asl, scattano i controlli

Al setaccio le presenze di tremila dipendenti e dirigenti. D’Amario: sanzioni disciplinari per allontanamenti ingiustificati

di Pietro Lambertini

PESCARA. I quasi tremila dipendenti della Asl di Pescara sono stati avvisati: il prossimo mese di settembre partirà un’operazione per «prevenire o contrastare le condotte assenteistiche». A passare al setaccio le presenze di infermieri, assistenti, medici, precari e dirigenti sarà il direttore del dipartimento Risorse umane Vero Michitelli su mandato del direttore generale Asl Claudio D’Amario. E in caso di assenze non giustificate e debiti di orario, partiranno i provvedimenti disciplinari.

Controlli sui tabulati. A dare notizia del maxi controllo sulle presenze dei dipendenti è stata una lettera firmata sia da Michitelli che da D’Amario e intitolata «attivazione verifiche presenza in servizio da parte del dirigente preposto all’amministrazione del personale». La lettera, inviata a tutti i dipendenti, rivela cosa accadrà tra una manciata di giorni: partirà «una procedura di controllo automatizzato su tutto il personale Asl al fine di verificare la presenza di saldi debitori dell’orario di lavoro nonché la presenza di giorni di assenza non giustificati (cosiddetti giorni vuoti)».

Precari e dirigenti. Il controllo – non soltanto a Pescara ma anche nei presidi di Penne e Popoli e nei distretti sanitari di Pescara, Montesilvano, Cepagatti, Scafa, San Valentino – non farà sconti e colpirà tutti i dipendenti, dall’ultimo dei precari fino ai dirigenti apicali: «La verifica», annuncia la lettera, «riguarderà la totalità dei dipendenti, anche se a tempo determinato, nonché il personale medico universitario convenzionato. I dirigenti responsabili», precisa il documento, «saranno verificati solo in merito ai giorni di assenza non giustificati».

Richiamo ai dirigenti. La lettera che annuncia l’operazione ribadisce i doveri di dipendenti e dirigenti Asl e sembra un richiamo soprattutto ai dirigenti: «Il pubblico dipendente appartenente a qualsiasi profilo professionale è tenuto al rispetto di precisi obblighi di comportamenti, tra i quali l’orario di lavoro nonché adempiere alle formalità previste per la rilevazione delle presenze e non assentarsi dal luogo di lavoro senza l’autorizzazione del dirigente del servizio; il dirigente deve sovrintendere nell’esercizio del proprio potere direttivo, al corretto espletamento dell’attività del personale, anche di livello dirigenziale, assegnato alla struttura cui è preposto nonché al rispetto delle norme del codice di comportamento e disciplinare, ivi compresa l’attivazione dell’azione disciplinare; il dirigente responsabile di struttura è sottoposto egli stesso, come tutti i dipendenti, al rispetto delle norme del codice di comportamento e disciplinare nonché al rispetto degli obblighi inerenti l’orario di lavoro».

Obblighi dei dirigenti. La lettera di D’Amario e Michitelli è un messaggio chiaro ai dirigenti: «I dirigenti responsabili delle strutture operative sono tenuti al rispetto della normativa vigente e delle disposizioni aziendali in materia di orario di lavoro nonché sono responsabili, in virtù della funzione dirigenziale attribuita, del rispetto dell’orario di lavoro da parte dei dipendenti loro assegnati e della effettiva applicazione, tra l’altro, del contenuto della normativa, delle circolari, direttive e regolamenti aziendali vigenti nelle strutture di cui assumono la responsabilità».

Irregolarità e sanzioni. In caso di irregolarità, avverte il documento, scatteranno i provvedimenti disciplinari. Senza sconti, così dice ancora la lettera: «Laddove dovesse emergere personale interessato da carenze orarie e/o da giorni ingiustificati, detto personale, compresi i dirigenti responsabili del controllo dei dipendenti di propria afferenza, sarà assoggettato a ogni e qualsiasi procedura di verifica di responsabilità disciplinare e/o dirigenziale dovuta, fatte salve ulteriori forme di responsabilità consequenziali».


Assenteismo ASL di Milano (2011)

http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/4088-assenteisti-allasl-tagliati-stipendio-e-ferie-daccordo-coi-sindacati

Assenteisti all'Asl: tagliati stipendio e ferie d’accordo coi sindacati

Asl di Milano: chi ha lavorato meno pagherà con giorni di ferie o con soldi tirati via dallo stipendio. Lo dice l'accordo firmato dai sindacati dei dirigenti con i vertici aziendali.

Firmato con i sindacati l'accordo per i dirigenti E, alla fine, chi ha lavorato meno all'Asl di Milano pagherà davvero con giorni di ferie o con soldi tirati via dallo stipendio. Dopo settimane di polemiche, in corso Italia è stata siglata la tregua. Arriva dopo il polverone scatenato dalla diffusione dei dati sull'assenteismo dei lavoratori (Corriere della Sera del 24 ottobre), i controlli dei Nas, un sit in di protesta in piazza Sant'Eufemia e attacchi incrociati tra i vertici e i sindacati dell'azienda sanitaria locale guidata da Walter G. Locatelli. I medici, i veterinari, gli psicologi, i farmacisti, i chimici e i biologi — insomma i dirigenti — che nel 2010 non hanno fat- La scheda La denuncia Da un documento dell'Asl emerge che negli ultimi 2 anni 620 dipendenti del comparto su 1.491 hanno lavorato meno dell'orario previsto dal contratto Un'accusa per 620 to le dovute 38 ore settimanali le dovranno recuperare o restituirne il corrispettivo valore economico all'Asl. Lo prevede l'accordo appena siglato tra il direttore generale Walter G. Locatelli e le sigle sindacali della dirigenza (Aupi, Sinafo, Fvm, Cgil, Fials, Cisl, Anaao). Si tratta almeno — secondo le stime dei vertici dell'Asl — di un dirigente su 10. I lavoratori con un ruolo dirigenziale in totale sono quasi 5oo. In settimana dovrà essere presa una decisione anche per gli altri 1.491 dipendenti definiti del comparto. All'apice del caos sugli orari di lavoro, per spiegare la complessità della situazione i lavo- I lavoratori I dirigenti —anch'essi con un problema simile a quello del comparto — hanno appena firmato un accordo con il direttore generale Walter Locatelli (nella foto). Ora tocca agli altri ratori per email si appellavano persino ad Oscar Wilde: «La verità è raramente pura, e mai semplice». Il problema riguardava le ore di straordinario prestate e smaltite spesso oltre i termini previsti dagli accordi aziendali. Era questo, secondo i sindacati, il motivo del moltiplicarsi dei cosiddetti debiti orari nei confronti dell'Asl. «Ogni anno le ore lavorate dai dipendenti della Asl di Milano superano il debito orario dovuto all'azienda — spiegavano in un comunicato stampa Aupi, Fvm e Sinafo —. Anche per l'anno 2011, infatti, il saldo è di cinquemila ore in più». Ora, nell'accordo raggiunto, viene corretto il tiro. «Fatta salva una franchigia di 30 ore —si legge nel documento — il debito orario per l'anno 2010 sarà convertito prioritariamente in giornate di ferie e, qualora queste non siano sufficienti, con recupero della corrispondente retribuzione sui compensi per li *** bera professione intramoenia percepiti e sulla retribuzione stipendiale. Eventuali eccedenze maturate al 31 luglio 2011 potranno essere portate in deduzione delle carenze orarie dell'anno 2010 e non costituiranno, pertanto, titolo per riconoscimenti economici». Adesso tocca, appunto, ai dipendenti del comparto. La questione è particolarmente delicata perché arriva a ridosso delle elezioni della Rsu, la rappresentanza sindacale unitaria. Nessuno dei sindacati vuole rischiare di incorrere nell'accusa di avere svenduto i lavoratori all'azienda. Ma una soluzione è da trovare. Negli ultimi due anni, secondo il documento sui cosiddetti debiti e crediti orari, 620 lavoratori su 1.491 hanno lavorato meno dell'orario previsto dal contratto.

 Corriere della Sera Milano di lunedì 21 novembre 2011


Assenteismo all'ente case popolari di Messina: facciamo qualche controllo all'ente a Milano ??

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1141021/Beccati-altri-81-assenteisti--Ma-si-tengono-il-loro-lavoro.html

I FURBETTI DEL CARTELLINO

Beccati altri 81 assenteisti Ma si tengono il loro lavoro

All’istituto case popolari di Messina irregolarità dall’85% dei dipendenti. Negli ultimi mesi un’infinità di casi, non solo al sud

di Andrea Scaglia

Beccati altri 81 assenteisti: non perdono il lavoro

«Un problema che si mantiene stabile verso il basso a livelli fisiologici»: così neanche un mese fa parlava d’assenteismo il tecnicissimo ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, con un’acrobazia sintattica di sapore socio-farmacologico che per la verità un po’ ricorda il mitico «sono completamente d’accordo a metà col mister» dei primi Gialappa’s. E comunque, tutto sta a intendersi: a qual punto della scala si pone allora quest’ultima sconcertante vicenda messinese? È emersa in seguito a un’indagine della Finanza, che ha controllato come si lavora all’istituto autonomo case popolari del capoluogo etneo, anche piazzando telecamere agli ingressi. E dunque ecco: su un totale di 96 dipendenti (pubblici), addirittura 81 - l’85%! - erano abituati a entrare e uscire dall’ufficio - più uscire che entrare  - senz’alcuna preoccupazione per orari e mansioni e quant’altro. Assenteismo di massa. E cioè, per capirci: a piccoli gruppi si mettevano d’accordo fra loro, poi uno (a turno) a timbrare tutti i cartellini e gli altri a farsi i fattacci propri - spesa, commissioni, interi pomeriggi al bar, gite fuori porta, altre occupazioni non identificate. Complessivamente circa 1.500 ore di assenze ingiustificate - e attenzione, ché la Finanza era soltanto un mese che indagava.

Penalmente parlando, l’accusa è truffa ai danni dello Stato: in quattro si son beccati l’arresto domiciliare, mentre per 54 è stato invece disposto l’obbligo di firma. Un provvedimento, quest’ultimo, che invero suona  quasi paradossale. Nel senso che i furbetti in questione dovranno siglare l’apposito foglio in caserma all’inizio e alla fine dell’orario di lavoro, e al di là della barbina figuraccia da liceale indisciplinato continueranno comunque a godere di impiego e relativo salario. Che va bene, prima ci vuole il processo e la sentenza e il licenziamento arriverà eventualmente in caso di condanna (oltre a una pena fra uno e cinque anni di reclusione). Ma insomma, dando merito agli eroici 15-impiegati-15 che invece hanno lavorato e lavorano come si deve - mai fare d’ogni erba un fascio - ragionevolezza vorrebbe che, d’altro canto, chi s’intasca senza far nulla o quasi i soldi pubblici, magari potrebbe addirittura essere sospeso, o no? E se da una parte ci si può immaginare che, per soggetti del genere, la vera condanna sia dover lavorare, d’altronde ci rendiamo conto: un discorso del genere potrebbe in breve tempo mettere in ginocchio l’intera struttura dell’amministrazione pubblica italica, a cominciare dal Parlamento - e scusate, è vero, siamo scivolati sulla classica deriva demagogica e populista, ma tant’è. Peraltro, sulla suddetta questione - sospensione dal lavoro o no - anche gli stessi giudici non si dimostrano d’accordo. In che senso? Neanche un mese la Procura di Modica - povera Sicilia... - ha chiuso un’inchiesta sull’assenteismo in Comune: consueta casistica tragicomica - impiegati che manomettevano l’orologio marca tempo, altri che andavano a trovare gli amici o accudivano i figli, addirittura uno che piuttosto che lavorare passava ore e ore in macchina ad ascoltar musica - e ben 106 richieste di rinvio a giudizio. Per 86 indagati, il procuratore ha chiesto - e l’aveva già fatto nel maggio 2011 - gli arresti domiciliari e la sospensione dell’esercizio di pubblico servizio. Niente, il gip ha rigettato le richieste. Assenteisti sì, ma licenziati mai. Tornando poi all’«assenteismo fisiologico» by Patroni Griffi, e facendo una sommaria ricerca sugli episodi circoscritti alla pubblica amministrazione, oltretutto limitandola agli ultimi casi eclatanti, ecco, si rimane basiti. 

Per dire, oltre a Messina e Modica: il 19 novembre cinque arresti a Foggia - una psicologa, due impiegati e due infermieri della Asl. In ottobre la faccenda degli spazzini di Castellamare di Stabia, con 19 lavoratori della società addetta ai servizi ambientali assenti ingiustificati per oltre 23mila ore - e secondo il calcolo azzardato ma evocativo della Procura, un loro caffè è costato alla collettività circa un milione di euro. E sempre  in ottobre i 21 assenteisti indagati presso l’Azienda sanitaria di Vibo Valentia. E pochi giorni prima gli undici dipendenti comunali arrestati a Pedace, nel Cosentino - fra i quali anche il capo dei vigili - identificati dopo le segnalazioni dei cittadini esasperati dalle lunghe e infruttuose attese e le innumerevoli pratiche inevase. E ancora, i 13 indagati dell’ufficio del garante per la tutela dei diritti dei detenuti in Sicilia. E i 45 dipendenti del Comune di Taranto sotto inchiesta, sempre per assenteismo. E ripetiamo, questo solo limitandosi ai casi più clamorosi degli ultimi mesi. Ma attenzione anche ai luoghi comuni. Perché se è vero che al Sud il problema ha raggiunto livelli non più sopportabili, non è che il Nord ne sia immune. Giusto lo scorso settembre, 40 dipendenti della Direzione e delle sovrintendenze per i beni culturali del Friuli Venezia Giulia sono stati iscritti nel fatal registro - e le accuse per gli assenteisti sono sempre quelle, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso materiale in atto pubblico. E poi c’è la storia dei professori fantasma dell’Università di Genova, denunciati dagli stessi studenti sconcertati dalle cattedre incustodite e su cui la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo. Fino alla vicenda di Rovigo, dove prima dell’estate la Procura ha chiesto 77 rinvii a giudizio per altrettanti dipendenti della Regione Veneto - nella sede cittadini in tutto sono 115 - che aggiravano cartellini e orari per sbrigare le loro personali faccende in orario pubblicamente retribuito. Proprio come i loro colleghi messinesi e foggiani e campani. Evviva l’Italia unita.


Le tasse a Milano aumentano ma 7 dipendenti Istat vengono pagati per non far niente: possiamo ridurre le tasse e gli sprechi ??

http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1307233/Istat--la-denuncia-dei-dipendenti---Pagati-per-non-lavorare-.html

IL CASO

Istat, la denuncia dei dipendenti: "Pagati per non lavorare"

"Se dedico un paio d'ore alla settimana all'Ente è tanto". La difesa: "Sono stati già riassegnati". E intanto vengono spesi 14 mln per la nuova sede

09/09/2013

PAGATI PER NON FARE NIENTE
All'Istat in 7 si autodenunciano:  "70mila euro per non lavorare"


Prendere uno stipendio senza muovere un dito, o quasi. Succede a sette dipendenti dell'Istat(Istituto Nazionale di Statistica), che per onestà hanno denunciato il fatto allo stesso ente. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano, che spiega come i dirigenti fossero stati assunti quando a dirigere era l'ex presidente Enrico Giovannini, ora sostituito dal professore Antonio Golini. Ricevendo uno stipendio di circa 70mila euro l'anno a testa, rimasto poi praticamente invariato ora che i sette impiegati sono stati destituiti dalle proprie cariche per rimanere non si sa bene a far cosa. 

La denuncia - "Prima lavoravo fino a tardi, ora se dedico un paio d'ore alla settimana all'Istat è tanto", rivela uno di loro al Fatto. E così tre lettere sono state inviate alla dirigenza dell'azienda statale. "L’amministrazione – si legge nella lettera – ha risolto gli incarichi dirigenziali di preposizione di servizi di cui ai contratti individuali dei sottoscritti dirigenti tecnologici/ di ricerca. Nelle medesime deliberazioni, l’amministrazione prevedeva il conferimento di nuovi incarichi che risultano non ancora attribuiti". 

Lo spreco di denaro - Circa 120mila euro sono così "volati" via in stipendi versati a persone che lavorano poco e niente. Intervistata dalFatto, il direttore generale dell'Istat Mara Carone, si giustifica adducendo il fatto che le denunce dei dipendenti sono inesatte. "Quanto affermato dai dipendenti – ha spiegato il direttore generale – non è puntuale: ad ogni loro lettera ha fatto seguito un incontro. Nel caso specifico la durata degli incarichi di dirigente era collegata alla conclusione di procedure concorsuali per l’assunzione di dirigenti amministrativi. Con la delibera di revoca dell’incarico, peraltro, i medesimi sono stati assegnati ai rispettivi uffici". E alle parole ha fatto subito seguire una delibera lampo: Il 30 agosto i sette sono stati preposti "alla rete per il coordinamento amministrativo in qualità di esperti". Di cosa, non si sa. 

L'iter del "fattaccio" - La questione parte dal lontano 7 ottobre 2010, quando con un concorso l'Istat aprì la candidatura per 8 posti di lavoro a esterni. Alcuni dipendenti interni all'Istat non ottennero il posto e fecero ricorso al Tar. Che deliberò, in data 29 agosto, l'annullamento del suddetto concorso. A quel punto però sette dirigenti erano già stati destituiti e attribuiti ad altre cariche. A tutto ciò si aggiunge un'altra magagna per l'Istat: 14 milioni di euro investiti nella costruzione di una nuova sede a Pietralata, Roma. Che da 5 anni, risulta ancora in stato di abbandono. Su questo, negli anni scorsi, c’è stato anche il monito della Corte dei conti, ma nulla è cambiato.

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Assenteismo nel Metro tutti i guardiani degli ingressi del metro che ho visto io, meno quello di Bonola alle ore 19 di qualche mese fa , o leggono il giornale, o telefonano, ma non guardano chi entra...
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Poi bisogna dire che ci sono quelli che sono presenti solo con il cartellino, poi sono in tutt'altre faccende affacendati, come le mille inchieste mostrano.
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http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/3805-asl-milano-uno-su-due-assenteista-e-gli-lavorano-doppio Asl Milano, uno su due assenteista. E altri lavorano doppio Ogni dipendente ha sottratto in media 29...
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vediamo qualche informazione 2012, dal corriere della Sera http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_aprile_22/asl-assenteisti-ladri-buoni-pasto-computer-tilt-licenzia-dipendenti-212782601566.shtml...
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ecco come alla ASL di piazzale Accursio si tengo aperte le porte di emergenza, con un sasso ma perchè tengono aperta quella porta e, se levi il sasso, lo rimettono ?? Qualche mese fa vidi 3 persone...