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Informativo
11 anni fa
Viale Argonne, 39, 20133 Milano, Italia
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Da www.z3xmi.it

Il progetto della M4 deve uscire dall'area grigia

Al Pratone i cantieri hanno cominciato a mordere, tra le proteste dei cittadini.
Che impatto avranno? Come si scaricheranno le tensioni? Sarà un'occasione per riqualificare il territorio o verrà devastato uno dei più bei "raggi verdi" di Milano?
Su tutta la partita il Comune garantisce la necessaria trasparenza?
Si agirà nel rispetto dei Dieci punti di indirizzo sul verde urbano?
Martedì 10 dicembre alla Commissione Ambiente del CdZ4 finalmente dovrebbe essere possibile conoscere nei dettagli il vero progetto della nuova Linea Blu.

(Adalberto Belfiore, con un video di Micol Barba) 07/12/2013


RIMG0011Il cosiddetto Pratone, i residenti lo sanno bene, non esiste più. Sorta di parco urbano, seppur piccolo e di incerte prospettive data la sua caratteristica di terreno privato dato in affitto al Comune da un Ente benefico – 80.000 euro all'anno a carico di tutti noi: c'è da chiedersi per chi sia benefico quell'Ente benefico - era l'unico spazio verde della zona dove bambini ragazzi e genitori potessero tirare due calci a un pallone senza rischiare di farlo finire sotto qualche automobile e dove ci si potesse dimenticare per qualche istante della presenza asfissiante del traffico urbano. Ma non c'è più: da qualche settimana sono infatti iniziati i lavori per la M4 e l'area da un giorno all'altro è stata transennata. Parco giochi, area cani e quant'altro sono stati o cancellati o trasferiti da qualche altra parte e le proteste dei cittadini, che ritengono queste misure affrettate e abborracciate in qualche modo in seguito alle proteste, sono state forse rubricate come inevitabili “effetti collaterali”. L'EXPO incombe e mica si può arrestare il progresso. 

Però in nome del progresso gli alberi cominciano a cadere come birilli nell'ex Pratone, ora trasformato in punto di entrata delle “talpe” che scaveranno i due tunnel della M4. Lo segnalano le lenzuolate di un comitato spontaneo di cittadini, il Comitato Pratone per l'appunto, e gli angosciati messaggi sulla pagina facebook da loro aperta. Autobotti che colano cemento nell'ex area cani, altissimi pioppi troncati come fiammiferi, malgrado che fossero state date rassicurazioni del contrario, un vecchio e pregiato cedro del Libano potato come una vite dopo la vendemmia e probabilmente in attesa di diventare definitivamente legna da ardere. Per non parlare dei ciliegi e di un melograno miracolosamente presenti e ancora fruttificanti. Per qualcuno possono essere bazzeccole, ma certo non sono buoni segnali di quanto potrebbe succedere lungo tutto l'asse Argonne - Plebisciti - Concordia. Chi gestisce il tutto? In base a quale progetto? Con che forma di partecipazione e controllo da parte della collettività? Naturalmente è il Comune di Milano che deve garantire la tutela dei diritti e dei legittimi interessi della cittadinanza, specialmente in presenza di opere di questo impatto. Ma lo sta facendo bene? In base a quali accordi e contratti?

L'assessore Maran, Pd, per la verità lo scorso ottobre si è presentato, in un Auditorium di via Valvassori Peroni pieno di gente, assieme ai tecnici del comune e della M4 per spiegare alla cittadinanza cosa sarebbe successo con l'arrivo della Linea Blu. Ma, come abbiamo spiegato in altro articolo, è stato così convincente con i suoi tabelloni ad alta velocità di scorrimento e i soliti rendering idilliaci, che i cittadini hanno sentito il bisogno di mobilitarsi e hanno chiesto ai Consigli di Zona 3 e 4, a nome degli stessi Comitati per Milano (quelli che hanno fortemente contribuito a far diventare sindaco Pisapia), di organizzare una riunione congiunta dei due CdZ per conoscere nel dettaglio il progetto definitivo e tutti i relativi disegni.

La riunione congiunta non è ancora stata convocata. Per motivi di procedura, è stato spiegato da Pierangelo Tosi, Verdi, presidente della Commissione Ambiente di Zona 4. Ma intanto il CdZ4 ha ufficialmente convocato per martedì alle 18 la sua commissione, assieme a quelle Decentramento e Territorio con questo punto all'ordine del giorno. C'è da aspettarsi che la partecipazione sia notevole, perché la questione è molto sentita dagli abitanti, che cominciano a rendersi conto di come l'arrivo di M4 non sarà uno scherzo.

Il fatto è che tutta la cantierizzazione di M4 rimane, a tutt'oggi, in un'area grigia in cui non si sa quali margini di manovra avranno le imprese costruttrici (non dimentichiamoci che l'Impregilo partecipata dai Ligresti non è certo un esempio di rispetto dell'ambiente e delle esigenze dei cittadini) e quali sono le possibilità di minimizzare l'impatto e i disagi che lo stesso assessore Maran ha preannunciato come “estremamente rilevanti” pur senza darne un quadro chiaro e tantomeno indicare alcun meccanismo di partecipazione.

Per assurdo, non si sa neppure quale sia il progetto approvato: persone informate dei fatti certo più dei comuni cittadini hanno fatto sapere che il progetto originale, attento alla salvaguardia del maggior numero possibile di alberi, in particolare dello storico doppio filare di platani di viale Argonne risalenti agli anni '30 del secolo scorso, è stato cambiato o potrebbe addirittura essere stato sostituito con un altro di cui si ignora sia l'impatto sul verde esistente sia i meccanismi di scarico delle tensioni e dei disagi causati dalle imminenti cantie- rizzazioni, sia il tipo e la qualità del ripristino a lavori terminati. Tutto sembra essere immerso appunto in un'area grigia che non può che dar corpo alle peggiori preoccupazioni. E in questi giorni circola addirittura la notizia che i platani di Argonne saranno tutti abbattuti. Tutti gli alberi abbattuti saranno sostituiti certo, è stato detto all'Auditorium, ma non è la stessa cosa piantare alberelli nuovi che ci metteranno decenni a crescere, al posto di platani quasi secolari. Forse per le imprese è lo stesso, anzi addirittura meglio perché risparmierebbero sui costi. Ma non per chi qui ci vive.

Sarà vero, sarà falso? I cittadini chiedono di sapere e preannunciano iniziative di mobilitazione, che in mancanza di risposte chiare e convincenti potrebbero anche assumere forme clamorose, per la difesa del patrimonio storico ambientale di tutta la direttrice Pratone Aiaccio Argonne Concordia. Parliamo di uno dei più bei “raggi verdi” di Milano. E non dimentichiamo che, come dicono qualificati urbanisti, il Pratone è l'area che, correttamente riqualificata e restituita alla città dopo la costruzione della stazione M4, garantirebbe, anzi deve garantire, il collegamento con il parco Forlanini, a sua volta da riqualificare e difendere dalla speculazione privata che da anni lo stringe in una morsa, lo erode e rende sempre più difficile la sua fruizione.

Sempre che qualcuno stia pensando a tutto questo. Ossia che davvero l'Amministrazione voglia e sappia muoversi secondo una visione strategica in linea con i Dieci punti di indirizzo sul verde urbano presentati ufficialmente a fine novembre dall'Assessore Bisconti. Il secondo di questi punti afferma che “ogni spazio di verde pubblico e privato forma un patrimonio che contribuisce al benessere dei cittadini e alla qualità della città, un bene comune da sviluppare attraverso un processo di governance coordinato dall'Amministrazione Comunale”. E il sesto riconosce che “una buona governance si basa sulla qualità partecipativa del processo di condivisione” in cui il ruolo regolatore è attribuito esplicitamente anche alle Zone di decentramento. Queste non possono restare solo belle parole. Hic et nunc, qui ed ora, al parco Forlanini, al Pratone, in viale Argonne fino al centro di Milano questa Amministrazione deve davvero far vedere che qualcosa è cambiato nel rapporto con la città. Si tratta di temi troppo importanti per lasciarli gestire, non sia mai, ai costruttori. E neppure la stessa Amministrazione comunale né tanto meno un giovane assessore possono garantire che tutto avvenga nel modo migliore, se non si è in grado di dare chiari segni di discontinuità con la prassi del passato quando, a destra regnante, gli interessi di costruttori e affaristi erano privilegiati rispetto a tutto il resto. E se non vengono favoriti e promossi meccanismi di effettiva e informata partecipazione. Che il progetto M4, la nuova Linea Blu, esca dall'area grigia: questo chiedono i cittadini. E a tale legittima domanda di trasparenza sono chiamati a dar risposta il Comune e i suoi organi di decentramento. A partire da quanto avverrà martedì al Consiglio di Zona 4 fino al più alto livello dell'Amministrazione.

 

Adalberto Belfiore

 

avatar Vincenzo Gaglio 11 anni fa
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Buongiorno, Mi sento di condividere quanto ottimamente scritto, anche se ritengo che la costruzione della M4 sia un’opera irrinunciabile e di fondamentale importanza. E questo non andrebbe dimenticato....
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E' amaro constatare che a quasi 3 mesi dalla sua richiesta il CDZ non abbia risposto. Analoga richiesta è stata inoltrata ai CDZ 3 & 4 in occasione "dell'invasione delle polveri di cantiere" e...
avatar Marco Morandi 10 anni fa
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Quando rientro dall'estero (dalla Corea o da BangKok) e arrivo a Malpensa mi rendo conto che torno nel terzo mondo. Trovo dei pulmann che sarebbero impensabili in quei Paesi, pazienza, penso che siano quelli...
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Che dire? Condivido. Infatti per la "nevicata" di Pannonia e per la costante "impolverata" del quartiere non è stato costituito nessun "comitato in pantofole". E, allo stesso modo, non abbiamo fatto esposti in...