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Va in pensione il giudice Giuseppe Tarantola (il giudice dei processi di Mani Pulite): umile e fattivo (come tutti i migliori)

"Ha dato alla magistratura e alla giustizia più di quanto abbia ricevuto" ha detto di lui il Procuratore della Repubblica Edmondo Bruto Liberati, durante la cerimonia di commiato per pensionamento del giudice Giuseppe Tarantola, "che nel 1993 aprì la stagione dei processi di Mani Pulite e chiamò a deporre per il caso Enimont gli ex segretari di Dc e Psi, Arnaldo Forlani e Bettino Craxi", come ricorda il Corriere.

La montagna ha partorito il topolino? (Come dicono in molti) o i costumi sono cambiati? (Come spereremmo).

Una sola cosa è certa: non bisogna abbassare la guardia.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/14_gennaio_08/pensione-tarantola-giudice-processi-mani-pulite-2f176492-7879-11e3-8d51-efa365f924c5.shtml

IL SALUTO

In pensione Tarantola, il giudice dei processi di Mani Pulite

I colleghi si sono stretti attorno alla toga che è diventata famosa per aver guidato i dibattimenti di Tangentopoli


Il saluto tra Francesco Saverio Borrelli e Giuseppe Tarantola (Fotogramma)

Un «modello di magistrato moderno» che nei suoi provvedimenti e nei suo comportamenti ha saputo contemperare «umiltà», «riservatezza», «sobrietà» e, soprattutto, «mitezza» con «autorevolezza». Il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giovanni Canzio, ha dipinto così Giuseppe Tarantola - oggi, durante la cerimonia per il suo pensionamento - il giudice che nel 1993 aprì la stagione dei processi di Mani Pulite e chiamò a deporre per il caso Enimont gli ex segretari di Dc e Psi, Arnaldo Forlani e Bettino Craxi. 

In pensione il giudice Tarantola

In pensione il giudice Tarantola
   In pensione il giudice Tarantola   In pensione il giudice Tarantola   In pensione il giudice Tarantola   In pensione il giudice Tarantola

IL SALUTO DEI COLLEGHI - Nell’aula magna del palazzo di Giustizia, gremita di suoi colleghi ed ex colleghi tra i quali Francesco Saverio Borrelli , Tarantola, che compie proprio oggi 75 anni, è stato «salutato» con parole di riconoscenza ed affetto dal Presidente del Tribunale Livia Pomodoro, di cui negli ultimi anni è stato vicario, dal Procuratore Generale Manlio Minale, dal Procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati e, tra gli altri, dall’amico di sempre che lo ha succeduto alla presidenza dell’ottava sezione civile, Baldo Marescotti. Marescotti, ha ricordato non solo come la «sua» sezione abbia elaborato il diritto societario e commerciale più moderno, ma anche «la quotidianità del suo impegno» guidato da una «stella polare, quella dello spirito di servizio, della vocazione». Canzio ha sottolineato come Tarantola sia «una figura modello di magistrato, non antica ma moderna, di quelle che nella situazione politica e sociale che viviamo si caratterizza per umiltà, riservatezza, professionalità e soprattutto mitezza. Essere miti, però, non vuole dire essere sudditi» ma, come testimoniano i suoi provvedimenti, «avere autorevolezza».

LA SOBRIETA’ - Bruti ha invece sottolineato come «sia stato uno di quelli che ha dato alla magistratura e alla giustizia più di quanto ha ricevuto». E Tarantola? In nome di quella «sobrietà» e «riservatezza» che lo hanno accompagnato nella sua lunga carriera professionale, è stato stringatissimo. Ha ringraziato i suoi colleghi per il ritratto che hanno fatto di lui prendendo come spunto un passo di Hegel citato nella lettera che il cardinale Angelo Scola ha indirizzato ai magistrati milanesi per Natale. «Si dice che il massimo desiderio dell’uomo non è per le cose concrete ma è l’attesa di valere qualcosa per qualcuno - ha detto - È questo che mi ha portato a vincere la ritrosia per questo genere di cerimonie e ad essere qui». Applauso da tutti.

08 gennaio 2014

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