11 anni fa
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Credo ce ne sia anche per la mia zona... anche se la diagnosi del questore mi sembra fin troppo benevola (non è stata citata, ad esempio, via Arquà):

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/01/16/news/degrado_il_prefetto_in_campo_milano_ha_nove_zone_a_rischio-76047489/

Degrado, il prefetto in campo: Milano ha nove zone a rischio

Insediamenti abusivi, occupazioni, spaccio, movida selvaggia: ecco la mappa delle emergenza da Porta Romana al Ticinese. Il primo passo è nella terra di nessuno dello Scalo Romana
di MATTEO PUCCIARELLI


(fotogramma)

Nove aree, nove zone. È la mappa dell’insicurezza a Milano, reale o percepita che sia. Insediamenti abusivi e occupazioni, spaccio e movida selvaggia. Luoghi che sono finiti sotto la lente di ingrandimento del prefetto Francesco Paolo Tronca, che ne ha chiesto conto durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Segnalazioni dei cittadini, ma anche articoli di cronaca sulla stampa locale: da qui il focus sulle aree in questione e un punto su quel che è stato fatto e su quel che ancora c’è da fare. Considerato che agli incontri partecipano gli assessori alla Sicurezza di Comune e Provincia e in più i comandanti di Finanza, carabinieri, polizie locali, vigili del fuoco e finanche i forestali, la parola d’ordine è “coordinamento”. Decidere e agire insieme.

Prima zona da riqualificare e al centro dell’attenzione, lo scalo ferroviario di Porta Romana. Era stato sgomberato oltre un anno fa dal Comune. La struttura, piena di rifiuti e macerie, è poi rimasta abbandonata e lasciata di nuovo accessibile ai senzatetto in cerca di rifugio. Uno dei quali è morto intossicato pochi giorni fa. C’è l’intesa con Ferrovie dello Stato, proprietaria dell’area, per demolire parte della struttura e recintarla, così da renderla inaccessibile. «Il progetto ci verrà presentato la prossima settimana — spiega l’assessore Marco Granelli — e nel giro di qualche mese la situazione sarà risolta. Lo abbiamo fatto per l’ex scalo merci Farini, intervento da circa un milione di euro ma problema risolto». Soldi che anche stavolta metterà l’azienda proprietaria dei fabbricati.

Ma l’elenco del prefetto riguarda soprattutto gli insediamenti abusivi dei rom: parco Forlanini, l’area dismessa di via Giovanni Battista Grassi, la riva del Lambro in via Idro e via Palmanova, via Pompeo Leoni, il quartiere Aler di Chiaravalle. Sgomberi e contro sgomberi, accampamenti che vanno e vengono, lamentele per i furti e la sporcizia, residenti esasperati a volte a torto e a volte a ragione. «Certamente il tema è il più sentito di tutti — dice l’assessore provinciale Stefano Bolognini — ma la verità è che sono le periferie a soffrire e a sentirsi insicure. Mi chiedo se la scelta di non aver voluto i militari sia stata quella giusta». Mentre il consiglio dell’ex vicesindaco Riccardo De Corato è tranchant: il sindaco Giuliano Pisapia «faccia come Hollande: raddoppi gli sgomberi».

In via Cavezzali c’è la storia infinita della casbah al civico 11, otto piani di anarchia e abusivismo sopravvissuti negli anni a sgomberi e operazioni di bonifica, l’ultimo avvenuto lo scorso agosto. Ci vivono quasi 500 persone, quasi un paese, per questo il resto del quartiere ne soffre ancora oggi la presenza. Poi c’è il mercato abusivo in zona Molise (piazzale Cuoco), che tutte le domeniche impegna gli agenti della municipale per far rimuovere le bancarelle. E infine il quartiere Ticinese, tra locali notturni e schiamazzi: in fondo nessun dramma, eppure per i residenti fastidio e senso di insicurezza spesso vanno a braccetto, e gli episodi sporadici di vandalismo fanno il resto, aumentando la tensione.

«Il coordinamento tra le varie forze è giusto ma deve prevalere la suddivisione dei ruoli — ragiona Mirko Mazzali, presidente della commissione Sicurezza a Palazzo Marino — al Comune spetta vigilare e intervenire nelle situazioni di degrado». Sarà più facile farlo quando il nuovo regolamento edilizio sarà legge, con l’articolo 12 che, in sostanza, dà maggiori poteri all’amministrazione sui fabbricati privati lasciati abbandonati. Trascorsi cinque anni, li si potranno obbligare a intervenire per la messa in sicurezza. E in casi limite si potrà arrivare a una sorta di esproprio.

(16 gennaio 2014)

avatar Vittorio Bortot 11 anni fa
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Spiacente di contraddirla, in via Cavezzali 11 la proprietà è divisa tra circa 96 condomini e solo una piccola parte di questi gestisce i propri appartamenti in maniera scorretta. La Polizia di Stato è tenuta...