8 anni fa
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La Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU “La promozione, protezione e godimento dei diritti umani su Internet”(A/HRC/32/L.20) del 27 giugno è un passo avanti nella affermazione di Internet come Bene Comune, aperto, accessibile e neutrale.

E' una questione che riguarda da vicino anche Milano Città Metropolitana, non solo perché la rete è glocal, cioè disintermediata, tant'è che i sistemi autoritari devono usare filtri in accordo con le corporation per risalire agli indirizzi IP di chi digita "democrazia, libertà, partecipazione". Ci riguarda perché nella società e nell'economia della conoscenza la produzione di valore poggia sulla condivisione e su modelli di cooperazione interattiva in condizioni di accessibilità garantite. Il dibattito sul Dopo Expo, nella sua farraginosità, ruota intorno ad un Polo della Conoscenza e la Rete è lo spazio pubblico nel quale questa ipotesi si colloca e dal quale non si può prescindere.
La Risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani è quindi un atto utile politicamente ma non è la risoluzione ONU sull'Internet Bill of Rights. Spero che questa risoluzione sia un utile sprone per il nostro Governo e il Parlamento per attivarsi sul piano nazionale, europeo e internazionale per l'adozione dei principi contenuti nella Carta dei Diritti in internet, approvata alla Camera e per istituire la consulta della comunità italiana multistakeholder per la governance della Rete.

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