8 anni fa
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Isabella Baldan è la fondatrice e Presidente di Fata Onlus, con sede a Cesano Boscone (Mi) Associazione che dal 1999 accoglie e si prende cura di minori in condizioni di grave difficoltà sociale e morale, convenzionata col Comune di Milano.

Nel 1981 è iniziata la sua esperienza di volontariato come famiglia affidataria, accogliendo nella sua casa minori in difficoltà, supportandoli nel loro cammino e aiutando le loro famiglie, avendo sempre come priorità il benessere del bambino .

Ha consolidato la sua esperienza presiedendo il Comitato di accoglienza verso i bambini provenienti dalla Bielorussia. Le sue capacità e la sua dedizione , oltre alle sue doti di imprenditrice nel sociale, hanno coinvolto altre famiglie fino alla fondazione di Fata e della sua prima comunità educativa residenziale per minori.

Le sue qualità morali e imprenditoriali le hanno fatto conseguire importanti risultati: ad oggi lavorano presso FATA 35 dipendenti, oltre a 12 consulenti, e 45 volontari, ed i minori ospiti sono 35.

Dal1999 ad oggi Fata ha contribuito a migliorare il futuro di 131 bambini

In Fata Isabella Baldan è il perno oltre che parte attiva della vita comunitaria, si prende cura dei bambini condividendo con loro un percorso di crescita e coordina i rapporti con la rete dei Servizi Sociali e dei Tribunali per i Minori.

 

Alleghiamo brani di una sua intervista per esporre il suo pensiero in tema di educazione.

 

“Credo nei ragazzi e nei bambini, ma soprattutto credo nelle capacità e potenzialità che ognuno di loro possiede; sono convinta che siano bambini speciali con risorse incredibili e che sono in grado, nonostante la loro storia, di credere ancora negli adulti.

Ho sempre creduto fermamente nel fatto che in ogni bambino e ragazzo che noi accogliamo risieda la speranza e la capacità di poter cambiare il loro futuro. Questi bambini hanno bisogno di credere che esistano adulti diversi da quelli che hanno incontrato e hanno inoltre bisogno di credere che esistano altre possibilità.

In questo credo e per questo mi adopero. Ogni mio sforzo è volto a offrire un’alternativa costruttiva a questi minori.

E’ spesso necessario che i bambini abbiano un tempo tutto loro per potersi ricostruire e per poter rimettere in ordine i pezzi andati in frantumi. Hanno bisogno, con l’aiuto di adulti positivi, di rimettere uno sopra l’altro i mattoncini della loro vita presente e del loro passato, in modo che questi due aspetti convivano insieme serenamente nell’ottica della costruzione e non più della distruzione.

 

“Fare la differenza” significa offrire a questi bambini la possibilità di poter credere che c’è speranza, che ci sono altre possibilità e altre vie da percorrere. Attraverso un modello positivo di adulto, differente da quello incontrato finora, e attraverso la filosofia di lavoro basata sul “bello educa” i bambini possono imparare la differenza tra ciò che è la loro esperienza fatta di disagi, privazioni e sofferenze e ciò che invece può essere realmente la vita.

E’ importante offrire loro gli strumenti per poter scegliere nella vita, per poter “fare la differenza”.

Sono loro che alla fine fanno la differenza, nel momento in cui scelgono di fidarsi e affidarsi nuovamente a un adulto, di prenderlo come punto di riferimento, come modello educativo. Attraverso “il bello che educa” si dà valore alle cose, si dà valore a questi bambini perché ognuno di loro, con le proprie risorse, fragilità ed emozioni, ha un valore.

 

Il mio motto, da sempre, è “Il Bello educa”.

“Il Bello Educa” perché per me nelle molteplici sfaccettature del mondo che ci circonda, dei nostri comportamenti e dei nostri desideri c’è sempre del bello.

Bello per me, non è mero estetismo, ma è la metafora della ricerca, dell’incentivo alla continua crescita; è il saper trasmettere a chi non ha nulla la speranza della dignità.

Infatti, il bello è la ricerca ed affermazione della propria dignità, soprattutto in chi da sempre non ha mai avuto nulla.

Per me il “bello” significa saper guardare negli occhi i miei bambini e convincerli che il mondo vale sempre la pena di essere vissuto.

E guardandoli negli occhi provo gratitudine verso questi bambini e ragazzi che mi danno passione, energia, entusiasmo, voglia di rischiare e di affrontare le sfide per vederli crescere come protagonisti del proprio futuro, come uomini e donne capaci di scegliere.”

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