7 anni fa
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Gentile Assessore Pierfrancesco Majorino;

Preme raccontarle una vicenda, dalla quale spero possa scaturire una riflessione.

 

Da un fatto vero, tra i tanti…

                                                                              Milano 1 Febbraio 2017,

                                                                              Clinica de Marchi, Porta Romana.

 

Capita che una famiglia si trovi in difficoltà.

Capita che questa famiglia abiti in periferia.

Capita che una mamma da sola, debba recarsi per più giorni ad assistere il proprio figlio nel reparto di pediatria alla clinica De Marchi ( Porta Romana ) comprese le notti ( in pediatria vige la regola della presenza costante da parte di un adulto di riferimento ).

Milano è certamente una città di eccellenze ad ogni livello, tanto è la clinica De Marchi.

Capita che questo tipo di assistenza al paziente, non possa essere erogato in una qualche clinica periferica.

I trasporti pubblici ci sono, ad ogni livello e per ogni tasca, ma quelli veloci ed economici che permettono spostamenti, in tempi ragionevoli, sono solo in certe zone della città.

Al disagio della distanza da percorrere giornalmente, si aggiunge un bisogno, quello di poter percorrere la tratta “recto/verso” più volte al giorno per supportare un altro figlio a casa, poi la scuola, poi la spesa, e così via .

Unica possibilità, l’auto privata.

La famiglia decide di affrontare le spese necessarie convinta che il comune di Milano possa in qualche modo essere di aiuto almeno in termini di esenzioni o riduzioni su parcheggi, Area C, ecc..

Primo step: i mezzi pubblici;

tram o autobus o passante da Certosa poi metro, tempi di percorrenza medi per tratta: 1h,45, impossibile fare andata e ritorno più volte al giorno anche in considerazione dei tempi terapeutici ( prima terapia: mattino 9 – 12 / seconda terapia: 14 –17 poi cena alle 19 e poi la notte ).

Secondo step: Auto privata / Autosilo Barnaba ( adiacente le cliniche specialistiche );

Con l’auto si riesce ha coprire la tratta in circa 20 minuti.

Parcheggio San Barnaba, nessuna convenzione è prevista per il cliente che ha un familiare ricoverato nelle cliniche adiacenti ( si parla di bambini spesso con gravi patologie quindi con risvolti psicologici terribili a livello familiare ).

La famiglia ricorre ad una trattativa privata ( anche umiliante dove la persona deve dare informazioni personali ad uno sconosciuto in quanto "gerente" del parcheggio ) che approda in una tariffa applicata ai residenti, una sorta di sconto "ad personam" legato al fatto che sarà senz’altro una lunga degenza ( minimo15 gg. altrimenti non rientra nelle spese ).

Manca totalmente una tariffa " ad hoc ", mensionata nel regolmento del parcheggio, che tenga conto del fatto che è stato costruito proprio lì per supportare le cliniche e il tribunale.

Terzo step: Area C;

La famiglia telefona al servizio clienti di Area C, chiedendo un’esenzione o una riduzione eventualmente anche con la presentazione di un documento compilato del responsabile della clinica De Marchi dove vi sia descritta la patologia, i tempi di degenza, ecc.( altre informazioni sensibili da dare ad uno sconosciuto ).

Dall’ufficio clienti la risposta è: l’esenzione è possibile solo in casi estremi dove è in gioco la vita del “caro” o pre-mortem o post-mortem ( questo è quanto detto dalla " voce ", per questo non ho parole spendibili pubblicamente ).

Quarto step: i taxi;

ivi presenti non hanno una tariffa calmierata o convenzionata con le cliniche, vanno anch'essi  “ad personam”, lasciamo perdere la sensibilità attesa e assente davanti a certi argomenti, del resto non è che ci si possa aspettare chissà che.

Quinto step: Car sharing;

se non si è iscritti non si può accedere al servizio di noleggio, peraltro con costi aggiuntivi per le zone periferiche. Un altro problema è la capienza dei bagagliai, non si possono trasportare più oggetti di una certa dimensione ( valigie, più oggetti, ecc. ).

Il car sharing è certamente nato per supportare lo shopping in centro e le valigette 24h dei manager ( niente di male in questo ).

Nelle cliniche specialistiche molti sono “i fuori sede” in arrivo da tutta Italia, molti i casi di grande impatto emotivo, tutti meritevoli di attenzioni, piccole cose.

Il personale ed i medici, eccellenti, fanno senz’altro un grande lavoro anche dal punto di vista psicologico, spesso dando informazioni anche logistiche su cose si può fare a Milano e dove.

Questa famiglia ha un motivo in più, è milanese, ma non abita a Porta Romana.

La famiglia ha dovuto sostenere a pieno le spese dovute al fatto che l’assistenza indispensabile al figlio, è in area C, dove i parcheggi sono a pagamento senza deroghe tranne che per i residenti, dove i taxi hanno tariffe senza uguali nel mondo, dove non c’è un parcheggio stradale libero da pagamento neanche in prossimità degli ospedali, dove non è possibile avere nessuna esenzione o riduzione in tema di sanità pubblica, dove tutto “volta le spalle” ma non di facciata, perché siamo a Porta Romana, il decumano della storia meneghina.

Area C come un vallo impenetrabile, a giusta tutela del quartiere e dei suoi abitanti.

Ma c’è un elemento che non dovrebbe mai essere trascurato, quando c’è in ballo un qualsiasi diritto del cittadino, sia esso di salute o di tutela di sè, e la fruibilità al servizio pubblico è possibile solo in determinati centri o luoghi non dotati di infrastrutture d’accoglienza pubblica adeguate ( parcheggi, ecc. ), si deve intervenire in qualche modo soprattutto quando si è autorizzato un parcheggio privato enorme come quello di S.Barnaba (Autosilo), certamente pensato per supportare le stesse cliniche e il tribunale, luoghi deputati all’esercizio del diritto del cittadino che, in questo caso, sono anche luoghi per fare cassa sia a livello pubblico che a livello privato.

L'idea che si possa avallare una responsabilità pubblica versus un diritto del cittadino milanese allo spostamento in tempi ragionevoli, giocando la carta del trasporto pubblico, ha valenza quando, da ogni zona della città, i tempi di transito e il livello di spesa, sono ragionevolmente uguali, cosa che a Milano non c'è ancora, pare doveroso sopperire a tale mancanza con tutte le possibili soluzioni alternative, e questo è un dovere morale.

Il privato esercente di un parcheggio, ed è un suo diritto inalienabile, può o non può aderire al welfare, certamente pensa al guadagno indiscriminato, tranne i casi in cui l’amministrazione pubblica interviene con degli accordi precisi e puntuali.

Epilogo:

Unicamente per un sacrosanto principio offeso da uno stato di fatto trovato mancante, la famiglia, molto provata da questa vicenda, sostenuta da un buon avvocato, ricorre al Tribunale del Malato e a tutti i livelli di ricorso giuridici possibili in ambito civile, avverso l'amminastrazione pubblica.

da comunicazione del fatto, ai vari organi di stampa, avendo valide motivazioni per farlo.

Certo, altre spese, altro stress, altra storia.

Se questa è Milano…

                                                                                                              Gianluca Gennai

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