La fiesta de los latinos

Si tratta di un problema generalizzato all'intera città, anche se è ovvio che le zone più periferiche siano quelle più colpite.

Le forze di polizia agiscono in base alle direttive che ricevono, oltre che alle risorse di cui dispongono.
Non sta a noi stabilire se il problema sia di risorse, da impiegare in pattugliamenti notturni, oppure nelle direttive, che prescrivono di NON intervenire.

Da quando, un paio di anni fa, un consigliere di Zona 9 della sinistra mi disse in faccia che le forze di Polizia dovevano restare nelle caserme, non nelle strade, perchè la Polizia picchia la gente, e mi fece l'esempio del caso Cucchi, io ho seri motivi di dubitare se non ci sia anche una volontà politica di non dislocare le forze dell'ordine sul territorio, nel nome di non so quale ideologia distorta che immagina le forze dell'ordine solo come forze di repressione del popolo lavoratore.

Confido nel fatto che il Sindaco Sala si dia una mossa e destini alla sicurezza ed al decoro dei milanesi le tante risorse disperse in altri rivoli per fare cosa gradita a tante piccole lobbies elettorali.

Vi ringrazio per il pronto intervento. Purtroppo la cosa si ripeterà se in qualche modo gli organi di Pubblica Sicurezza non riusciranno a tenere lontani i bivaccatori dall'area.
Il Municipio 9 ha deliberato una formale richiesta all'Amministrazione Comunale affinchè pattuglie della Polizia Municipale intervengano nell'area verde, in questa come in altre, per garantire ordine pubblico e nettezza urbana senza dover ogni volta richiedere uno specifico intervento di AMSA.

Aggiungo che le panchine hanno anche subito danni, in passato, e che quest'area, che è di fruizione pubblica, fa tuttavia parte di una concessione comunale rilasciata per la costruzione di BOX sotterranei all'area verde, con la clausola che siano i condomini dei BOX a dover garantire la manutenzione del verde e delle strutture soprastanti a loro spese.

Quindi i "bivaccanti" latinos fanno un danno multiplo:
- disturbano la quiete notturna degli abitanti dei palazzi adiacenti
- degradano l'ambiente lasciando i resti delle loro libagioni sul terreno
- costringono AMSA ad intervenire, a spese proprie o del Comune, ma è in ogni caso un costo
- producono danni a strutture ed al verde, con aggravio di spese dei condomini dei BOX

Se le incursioni non verranno fermate con interventi ripetuti e convincenti delle forze di Polizia, i condomini dei BOX saranno costretti a cintare l'area sottraendola all'uso pubblico.

Una presa di posizione dell'assessore Rozza è il minimo che ci si possa aspettare dall'amministrazione di una città come Milano, ed alle parole, devono seguire i fatti.

Assai soggettiva potrà essere una reazione nel guardare una fotografia.

Ma queste fotografie sono altro, sono una denuncia ed al tempo stesso una testimonianza.

E’ necessario superare i luoghi comuni per tentare di approfondire il tema dell’abuso che esplode nell’immagine della panchina divaricata e trasferita dalla sua sede naturale al luogo della "fiesta" come giustamente scrive l’ottimo Franco Puglia.

Cosa può autorizzare una tolleranza che arriva fino all’abuso giustificato?

Un disegno politico che sovrasta una normale condivisione delle regole è l’unica spiegazione plausibile.

Pare che tutto sia basato sulla mediazione, dove si permettono certi abusi tutto sommato gestibili attraverso il pronto intervento di AMSA che tuttavia ha un costo per la collettività, nei casi peggiori attraverso l’intervento delle forze dell’ordine che tuttavia non hanno ne' gli strumenti giuridici ne' l’appoggio politico per essere efficaci, infine una sorta di assuefazione dell’opinione pubblica non direttamente interessata agli eventi in quanto residente in altri quartieri e quindi portata a non essere troppo attenta al tema invece molto sentito da quei cittadini direttamente interessati.

La finalità di una mediazione accettabile potrebbe essere legata ad una logica degli equilibri per evitare discordanze più pesanti, fratture che potrebbero culminare in conflitti veri e propri e periodi incerti nella città.

Come dire: < permetto ai latinos di abusare di qualche parco periferico prima che si metta a tagliare la gente con il macete>.

tuttavia quali sono i fattori in gioco ?

Un’immagine chiara potrebbe darla un triangolo equilatero dove ai vertici porre :

a) amministrazione pubblica = 1

b) forze dell'ordine = 1

c) gruppi etnici border line = 1

esso posto come "punto triplo" dove necessario mantenere gli angoli ad uno stesso valore per mantenere la "pax civitas", nel caso vi sia un cambiamento di un valore di uno di essi, viene meno l’equilibrio geometrico della figura e quindi si perderebbe la "pax civitas". 

Se da una parte certi accordi possono essere comprensibili, si arriva alla percezione da parte dei cittadini, di una accettazione "omnia", in nome della "non belligeranza" dove si lascia che " i gravi " cadano su una parte della cittadinanza che tuttavia risponde con moderazione e quindi resta gestibile all’interno degli spazi amministrativi.

Il cittadino guarda con fiducia verso i propri amministratori nella speranza che essi intervengano e attende, i balordi guardano con furbizia il politico di riferimento essendo portatori di certi interessi probabilmente discutibili, le forze dell’ordine attendono il punto di non ritorno per intervenire e difficilmente questo equilibrio cambierà finché non riusciremo ad avere una cultura dell’amministrazione pubblica che prevarichi sulla cultura della poltrona.

Tuttavia non tutto si è detto.

Sono del parere che una buona amministrazione passi anche dalla formazione degli assessori che sono nominati dal sindaco il quale dovrebbe scegliere i propri collaboratori sulla base della loro preparazione, " con scienza e coscienza " salvo il fatto che i candidati sono, nella maggior parte dei casi, imposti dai partiti secondo una logica delle % derivanti dai voti acquisiti e dagli apparentamenti, questo ci riporta al punto di partenza, un vero e proprio corto circuito.

Il risultato è che non si riesce mai a capire di chi siano le responsabilità.

Si ha una visione d'insieme preoccupante alla quale va aggiunta l'impotenza nonostante la possibilità di denunciare gli abusi, di protestare, di essere attivi. Certo, l'unione fa la forza ma sempre passante per quelle che sono delle logiche politiche ad oggi dominanti. 

Gianluca Gennai