14 anni fa
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Pisapia ha vinto. E' il risultato di una lunga giornata uggiosa passata in diversi seggi, sezioni di partito, circoli associazionistici, circoli ARCI, alcune sedi curiose come quella di un parrucchiere o una vineria in Via Padova, tra schede elettorali, certificati elettorali esibiti, carte d'identità, versamenti di euro e moduli contrassegnati. Pisapia ha vinto con un margine discreto rispetto al secondo distacco, Boeri. Io ho sempre espresso il mio sostegno a Valerio Onida, Presidente della Corte Costituzionale, docente di diritto costituzionale, insegnante e uomo di cultura giuridica, che rende questa figura notevole, nobile ed eticamente ineccepibile. Valerio Onida per il sottoscritto rappresentava e rappresenta tutt'ora quella società civile che pensa che da Milano si possa partire con una buona amministrazione, con un buon progetto politico, con una buona prassi etica civile nel segno della Carta Costituzionale. Credo che il risultato configurato per Valerio, a cui faccio non solo i miei complimenti ma anche esprimo la mia stima imperitura e intramontabile, sia notevole, 13,41%, e indica che esiste una cittadinanza non "partiticizzata", con il rispetto per i partiti, ma che rivendichi un ruolo da protagonista di una società civile, senza scadere in trionfali retoriche e messaggi di purezza e premazia moraleggiante. Di questa cifra, di cui faccio parte come votante e sostenitore di Valerio Onida, la prossima "squadra" candidata a essere alternativa di governo della disastrosa e "immorale" amministrazione Moratti non può non essere tenuta in considerazione e deve essere un riferimento per un plus valore di alto contenuto che apporti in modo coinvolgente linfa programmatica vitale per il disegno di una Milano altra e delle alterità. Bassa l'affluenza ai seggi rispetto ai dati delle scorse primarie del 2006 sempre per la candidatura a sindaco di Milano del centrosinistra. E', questo, un dato su cui occorre riflettere per declinare proposte politiche e progettuali per una città futura, diceva Gramsci: di eguali, di persone che rivendicano trasparenza, etica nella gestione della cosa pubblica, tutela del pubblico contro un privato affarismo bieco e truffaldino, esclusivo ed escludente. Occorre fare comprendere che il protagonismo per costruire una Milano altra è della cittadina e del cittadino, il quale dovrà essere il perno attorno a cui si edificherà quel progetto politico di città, che potrebbe essere stilizzato nel quadro celeberrimo e meraviglioso di Leon Battista Alberti: la città dell'umanesimo. Pisapia quindi ha vinto e credo che sia da sostenere in modo convinto. Ma occorre dare segnali di rinnovamento delle metodologie di espressione del consenso e della partecipazione, che non devono essere appannaggio delle burocrazie, spesso perpetranti gli schemi sterili dell'amministrativismo puro, dei partiti, ma conseguenze di uno stile nuovo e dinamico di intendere l'attività civica, senza soffocanti "ismi", dove ognuna e ognuno di noi diventa responsabile di idee e di proposte per un progetto partecipato e partecipante di società collettiva. Direi a Pisapia, da futuro sostenitore attivo e convinto di una coalizione di centrosinistra che batta la Moratti e l'inquietante e devastante modello di pessima amministrazione guidata in modo cencelliano e lobbistico dalla Lega, dal PdL e da un centrodestra dissipatore quanto alienante, disumanizzante, di declinare i punti principali della proposta su Milano sui capisaldi della nostra Costituzione, che è la lex fundamentalis dirà Kelsen, che può vedere la sua applicazione partendo dal nostro comune, dalla nostra area municipale, dalla nostra collettività sociale milanese contemporanea. La Costituzione deve diventare il fondamento come fosse una vera carta programmatica, quale essa è, l'unica a cui mi sento di appartenere e di ispirarmi idealmente, e che si invera in un progetto, mai applicato, spesso disatteso oggi offeso e vilipeso, di società futura, ritorna Gramsci, ma ritorna anche Calamandrei; in un sintonico e armonico coacervo sinfonico di ideali e valori equilibrati sulle basi organizzative che un'amministrazione politica deve sapersi dotare. Suggerisco a Pisapia, ora, ma sono convinto che sarà così, a bocce ormai ferme e fermate di una competizione spesso vissuta come contrasto personalistico delle primarie, di recepire un'idea di città che sappia nutrirsi di esperienza costituzionale e valoriale rappresentata da Valerio Onida, sostenuto e votato da quella parte cosciente e responsabile di un'altra Milano o di una Milano delle alterità civiche, che vuole riaffermare una democrazia della trasparenza e dell'eguaglianza, della solidarietà non caritatevole ma umanizzante, della laicità, dello sviluppo sostenibile partendo dal concetto di persona, mi viene in mente il significato etimologico e romantico di questo termine in senso greco, in un contesto angariato e violentato da basse furbizie di potere, da violente misure disumanizzanti, da pratiche di contrasto e di conflittualità sociale interiorizzata e strumentalizzata da un potere che offende la memoria di questa città da riscattare. Dico questo non in modo comparativo e alternativo a coloro che, votanti e desiderosi di cambiamento, hanno sostenuto altri candidati: non voglio adombrare le ricche esperienze politiche e culturali che possono essere unitariamente apportate al disegno "umanistico" di una Milano delle alterità. Ma proprio perché ogni candidato esprimeva una propria sensibilità, dovuta anche alla professione e al percorso politico culturale, Valerio rappresenta la rivendicazione non urlata né gridata, ma con moderazione non moderata, spesso l'indignazione dirà Martin Luther King si esprime anche coi silenzi nonviolenti, di una società civile che può e deve diventare uno dei tanti perni fruttuosi e fruttiferi per una rinascita di questa città che vuole potenzialmente rigettare modelli esasperanti ed esasperati a essa alieni, ma imposti da una sottocultura dell'ignoranza e dell'individualismo ferino e bestiale, le libertà, e non la libertà, intese come fare ciò che si vuole fare non prendendosi cura dell'altro. Valerio Onida e con lui le migliaia di votanti e suoi sostenitori possono trovare un protagonismo attivo e costruttivo per una rinascita etica e civile di questa città vilipesa: si tenga conto che diversi cittadini hanno detto che la società civile non è quella disegnata spesso con carattere di subordinazione rispetto ad altre società ma è una comunità che vuole proporsi come responsabile soggettività civica per una crescita collettiva. Vi ricordate il "socialismo municipale" di Caldara, sindaco di questa città? Oggi parlerei di "solidarismo municipale", parlando di un'idea di comunità di eguali liberi e coscienti. La Costituzione incarna questa idea, Valerio Onida può rappresentare senza logiche di parte o faziose eterodirette questa proposta in spirito unitario, che deve alimentarci ora, conclusa la competizione spesso esasperata delle primarie.

Alessandro Rizzo
Capogruppo La Sinistra - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

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Gentilissimo Rizzo, non ho partecipato alla consultazione tenutasi la scorsa domenica e mi fermo a metà della lettura di ciò che scrive... crede che le persone disilluse dalla politica si possano...
avatar Cecilia Bonatti 14 anni fa
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E' una vita che dico che solo i fatti contano, in politica e non solo, ma il discorso di Rizzo mi sembra un commento, una riflessione, una meditazione quasi sul significato delle primarie. Io non ho votato...
avatar Alessandro Rizzo 14 anni fa
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gentile signor alessandro, un fatto sarebbe stato concretamente andare a votare domenica scorsa. E rispondo dicendo che c'è tanto dire sul fare, sulla politica del fare ... spesso questa tendenza ha...