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Informativo
14 anni fa
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Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/caso_del_giorno/10_novembre_18/caso-1804194917668.shtml

dalla parte del cittadino

Milanesi senza una bussola nella città che cambia volto

Gentile signora Bossi Fedrigotti, l'area della stazione Garibaldi e delle ex Varesine di Milano si presenta come un caotico intreccio di cantieri. Da diversi assi stradali si aprono prospettive ugualmente allarmanti: da via Solferino, da corso Garibaldi, da viale Tunisia, dal ponte di via Farini. Non è la «futurista» città che sale, non si ha la sensazione di una città che cresce, ma di una esplosione di speculazioni immobiliari, una gara tra imprenditori. Cacio sui maccheroni il grattacielo di cristallo con il quale la Regione Lombardia sembra aver voluto battere tutti in velocità, non senza la nota e contestata distruzione di aree verdi. Non posso fare a meno di ricordare, per contrasto, e vorrei suggerirla ai candidati a sindaco di Milano, quanto ho ammirato a Berlino dopo la caduta del famoso muro. Anche lì, nell'area di Potsdamer Platz e lungo la linea dei manufatti abbattuti, l'intreccio dei cantieri naturalmente era su scala ben più vasta, impressionante, fittissimo. Ma il pubblico non era affatto disorientato, anzi veniva magnificamente informato e orientato a conoscere e a capire lo sviluppo della città, tramite l'Info box: una grande architettura provvisoria a tre piani, che si presentava come un gigantesco container rosso su palafitte metalliche. Al suo interno il visitatore aveva l'impressione di trovarsi in un museo di architettura contemporanea dotato di tutti gli elementi per la più completa conoscenza di ciò che fuori stava accadendo: planimetrie, plastici, fotografie, videoregistrazioni, progetti tra i quali quelli del nostro Renzo Piano. E i finestroni offrivano vedute dirette sui cantieri anche lontane. Perché Milano non può tentare qualcosa di simile, sia pure su scala minore?

Roberto Togni

Sarebbe magnifico, e si sarebbe ancora in tempo a realizzare qualcosa del genere per informare e tranquillizzare i tanti cittadini— non soltanto quelli che scrivono a questa rubrica — disorientati o anche spaventati da quanto vedono accadere nel quartiere Gioia-Garibaldi e dagli orizzonti giorno per giorno modificati o anche occlusi (come sta succedendo, per esempio, in via San Marco e via Solferino), ma io penso ai costi di un simile Info box. Tra l'altro, per deformazione professionale, leggevo proprio su un giornale di Berlino alcune lettere di lettori che scrivevano di questo Info box lamentando le sue prospettive ingannevoli e ottimistiche, non realmente corrispondenti a quel che poi effettivamente succedeva giù nei cantieri. Mi scuso per i cattivi pensieri, però, se sono capaci a Berlino di modificare la realtà, figuriamoci cosa saremmo capaci di fare noi a Milano!

Isabella Bossi Fedrigotti
18 novembre 2010

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Milanesi senza una bussola nella città che cambia volto

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avatar Cecilia Bonatti 14 anni fa
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Non siamo cittadini senza bussola, siamo cittadini senza persone capaci di gestire una città come Milano. L'impudenza sfacciata delle scelte non solo architettoniche della Milano che cambia, sono sotto...