Qualità della vita: un nuovo piano regolatore degli orari

Da milanesi.corriere.it:

http://milanesi.corriere.it/2012/03/07/conciliare-i-tempi-della-vita-con-quelli-del-lavoro-non-e-una-mania-delle-donne/

Conciliare i tempi della vita con quelli del lavoro non è una “mania” delle donne

di Chiara Bisconti, assessore al Tempo libero

Quale miglior occasione dell’8 marzo per dirlo e ribadirlo con forza: la conciliazione non è un problema delle donne. Aspirare all’equilibrio tra tempi del lavoro e tempi personali non è una mania femminile; non sono solo le mamme equilibriste che necessitano di aiuto; non sono solo le donne con figli ad avere improvvisamente un problema in più.

Tenere in equilibrio le diverse parti della propria vita, dedicando il giusto tempo ad ognuna di esse è, e deve essere, aspirazione di tutti e fondamento di qualità della vita per ognuno di noi.

E ognuno ha un ruolo da giocare: le donne, madri o non madri, che spesso si muovono per prime, che chiedono tempo, perché intuiscono che conciliare, tenere insieme i vari pezzi della vita significa dare pienezza alla vita stessa; gli uomini, che devono farsi carico sempre di più della cura e degli affetti, affiancando le donne, divertendosi ad entrare in un ruolo che storicamente è stato loro negato; i datori di lavoro che devono chiedere e concedere allo stesso modo flessibilità e modi nuovi di lavorare, premiando la meritocrazia e non la presenza nei luoghi fisici di lavoro; le istituzioni, che devono innovare, stimolare e orientare il cambiamento, offrendo soluzioni pratiche di conciliazione e ponendosi come stimolatori e catalizzatori del cambiamento.

Per questo il comune di Milano si sta impegnando sulla revisione del piano regolatore dei tempi della città, offrendo a chi già si muove su questa strada il contenitore per accogliere idee, riflessioni e sperimentazioni concrete; e al tempo stesso, come datore di lavoro, il comune ha già introdotto maggiore flessibilità oraria per il proprio personale e sta avviando ulteriori sperimentazioni legate alla presenza sul luogo di lavoro.

Perché la città che stiamo “costruendo” è una città in cui la possibilità di conciliare sarà per tutti e sarà garanzia di alta qualità di vita, per uomini e donne

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/07/15/news/il_comune_via_al_piano_dei_tempi_cos_la_metropoli_cambier_ritmo-39067001/

IL CASO

Il Comune: via al piano dei tempi
così la metropoli cambierà ritmo

In autunno le regole, al lavoro sei “saggi”. Primo incontro con Atm. Ora l’Anagrafe aperta alla domenica, i bus by night e i giovedì dedicati allo shopping sono i punti di partenza
di ORIANA LISO

Per fare la carta d’identità a un bambino serve la firma - e quindi la presenza - di entrambi i genitori. Impossibile in settimana conciliare gli impegni di lavoro: ecco perché all’Anagrafe di via Larga è partita, con ottimi risultati, la sperimentazione dell’apertura domenicale. È solo l’ultimo esempio, in ordine cronologico, di come il Comune stia rivedendo i tempi di Milano: un programma più ampio e ambizioso che porterà, entro l’autunno, al nuovo 'Piano regolatore dei tempi della città'. L’ultimo risale al 1994, quando il sindaco era il leghista Marco Formentini: un’era geologica fa, insomma, e non solo dal punto di vista politico (basti pensare che i cellulari più conosciuti non erano i telefoni).

Giovedì scorso l’assessore alla Qualità della vita Chiara Bisconti ha riunito per la prima volta il comitato scientifico che dovrà mettere nero su bianco il piano (che è un documento programmatico obbligatorio proprio come il Pgt) facendo sintesi dei sei mesi di incontri con cittadini, commercianti, associazioni, aziende, scuole. Il comitato che dovrà occuparsi di 'Rimettere a posto l’orologio della città' (come da slogan) è formato da docenti delle università milanesi: Francesca Zajczyk e Matteo Colleoni per la Bicocca, Roberto Zedda per il Politecnico, Simona Cuomo per la Bocconi, Giovanni Gasparini per la Cattolica, Antonio Chiesi per la Statale.

Uno dei primi incontri in programma, per il comitato, sarà quello con Atm: «Per capire come migliorare gli orari della città dobbiamo capire come la città si muove», spiega Bisconti. Basti pensare a quanto siano cambiati i tempi degli spostamenti: non più orari di punta nettamente definiti (tra le 8 e le 9 del mattino, tra le 17 e le 18 del pomeriggio) ma spostamenti diluiti nell’arco dell’intera giornata, perché telelavoro, part time verticali e orizzontali, flessibilità varie hanno inciso sui ritmi canonici anche della produttiva Milano.

Palazzo Marino, in questi mesi, ha sperimentato alcune innovazioni che diventeranno parte del nuovo Piano regolatore: i 'Giovedì dello shopping', ad esempio, che ripartiranno proprio in autunno e che intercettano lo spostamento in avanti, nel corso della giornata, della necessità dei milanesi di trovare una città aperta. Un test importante è anche quello delle 'Domeniche a spasso', ma c’è anche il rafforzamento del progetto dei 'Bus by night' e - ultima novità - la proposta di 'restituire' al gioco dei bambini i cortili dei palazzi.

Fondamentale, poi, è l’implementazione degli Sportelli unici: il sindaco Pisapia ha annunciato di voler rafforzare la delega alla Semplificazione proprio per migliorare il rapporto  non solo in tema di tempi  tra cittadini e burocrazia. «In passato si sono visti singoli interventi che, di fatto, restavano spot: la formula vincente, invece, può essere quella per cui tutte le iniziative dei diversi assessorati diventano pezzi di una visione unica» spiega Francesca Zajczyk.

«Il nostro obiettivo è passare da un piano di pura regolamentazione degli orari cittadini a un piano che sappia coniugare diritti, esigenze e doveri di tutti», è la sintesi dell’assessora Bisconti. Come tanto di quello che accade a Milano in questo momento, anche il nuovo Piano degli orari dovrà guardare a Expo e a cosa significhi offrire una città aperta e accogliente — «non necessariamente 24 ore su 24, ma quando serve», aggiunge Bisconti — per i venti milioni di visitatori previsti nei sei mesi di evento.

(15 luglio 2012)