Lo spirito (svanito) delle primarie unica chance per battere la destra - di Ivan Berni - La Repubblica - 19/12/2010
Uno spettro s'aggira per Milano: lo spirito delle primarie. A un mese dal voto che ha indicato in Giuliano Pisapia il candidato sindaco per il centro-sinistra, è come se l'energia, la partecipazione, la speranza - e la voglia di innovazione - che hanno animato la campagna per la scelta del competitor di Letizia Moratti, si fossero disperse o annichilite, lasciando il passo a un dibattito "tecnico" su come presentarsi alle elezioni vere. Meglio una rosa ampia di liste a sostegno di Pisapia o una lista unica degli ex candidati sindaci Boeri, Onida e Sacerdoti?
Finora la discussione è stata reticente e deludente, perchè ridotta al rango di una disputa su quale sia la forma più utile e conveniente per raccogliere il maggior numero di voti e non sulla proposta di governo alla città, e quindi sul valore politico di questa proposta.
I sostenitori della tesi "più liste meglio è", argomentano che l'offerta di più opzioni è la più adatta al mercato politico milanese. Come se la sfida per la conquista di Palazzo Marino fosse l'allestimento di uno scaffale dove ciascuna delle microidentità del centro sinistra milanese può trovare il suo prodotto. Chi invece propone il listone civico "unitario" parte dal presupposto che per battere la Moratti non basti l'addizione di sigle, partiti e partitini o identità, ma che occorra, anche nella forma della presentazione elettorale, un forte elemento di discontinuità col passato. Che occorra un contenitore che interpreta il nuovo progetto per Milano. Un progetto per il quale possano votare anche elettori del centrodestra delusi dalla Moratti e, soprattutto, tornino a votare i delusi dalla politica tout court: quelli che, davvero, potrebbero far pendere la bilancia a sfavore della Moratti.
Il dibattito sulla lista unitaria - proposta da Boeri e sostenuta anche da un dirigente Pd pro Pisapia come Davide Corritore - finora, si è arenato su due scogli. Il primo è la diffidenza di partiti e partitini: dal Pd, a Sel alle microformazioni della diaspora comunista tutti sembrano preoccuparsi del giorno dopo. Ovvero di come salvare la faccia dopo l'eventuale sconfitta, perpetuando lo sport nazionale dei commenti post elettorali all'insegna dell'"Abbiamo perso ma io ho vinto". Il secondo è il no secco di uno dei partecipanti alle primarie: il professor Valerio Onida. Il costituzionalista si dice disponibile a una lista promossa da Pisapia, non alla coabitazione con Stefano Boeri. Piuttosto Onida sarebbe pronto a farne una propria, di lista. Il professore ha fatto sapere di voler marcare la propria presenza alle elezioni in aperta polemica con l'apparato di partito del Pd, cui imputa slealtà e scorrettezza nella scelta del candidato Boeri alle primarie. E se anche Boeri si presentasse senza Pd, Onida non lo vorrebbe comunque come compagno di lista.
La matassa può essere sbrogliata soltanto da Giuliano Pisapia. Il vincitore delle primarie ha già dimostrato di aver doti di coraggio politico, lanciando per primo la sfida e portando a casa il risultato. Pisapia non può essere il notaio di decisioni che, con tutta evidenza, possono condizionare la sua corsa a Palazzo Marino. Occorre uno scatto da protagonista. La lista unitaria può essere uno strumento decisivo per la vittoria. Al di là dei piccoli interessi di partito. E di risentimenti incomprensibili.