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La vendita al dettaglio soffre di implosione da anni, tante e note le ragioni del comportamento dei consumatori, tuttavia la qualità il know-how, la professionalità di pochi resiste e prospera. Chi rimane anchilosato nel grigiore talvolta, anche non per demerito ma per altri fattori, soccombe. Il consumatore si orienta laddove pensa di trovarsi meglio e tende a spendere meno valorizzando così il proprio reddito il lenta erosione da tasse ed inflazione, comportamento sacrosanto. L'estensione dell'orario di apertura è una opportunità per il negoziante, non un obbligo, occorre solo capire se serve e quando serve, e al negoziante sta il compito di intuire bene il suo potenziale, capire se ne vale la pena e fare scelte conseguenti in libertà, nessun obbligo, la polemica a mio avviso è eccessiva e pretestuosa.

Se ne parla nel seguente articolo sul CORRIERE DELLA SERA web:

Saldi, gli affari non decollano ancora. In pochi hanno aderito all'apertura fino alle 22

Negozi sempre aperti: i «piccoli» si ribellano

«Per sopravvivere dovremmo consorziarci»

MILANO - Nemmeno i saldi riescono a distrarli. Battono scontrini, sorridono ai clienti, lavorano («E di questi tempi c'è solo da ringraziare»), ma l'umore resta nero. Il motivo va oltre la crisi e ha un nome preciso: liberalizzazione degli orari dei negozi. Milano deve ancora decidere come e quando adeguarsi alla legge «salva Italia», ma ormai è questione di poco. E i commercianti a conduzione familiare cominciano a preoccuparsi: «La grande distribuzione ci costringerà a chiudere». Ci sono anche i possibilisti: «Se ci consorziamo, forse possiamo farcela».

Milano aperta 24 ore su 24, la sfida è aperta
e divide chi vuole cogliere l'occasione da chi prevede un futuro drammatico. «Non è per il lavoro in più, ma così che vita faremo? Per noi c'è solo rabbia e sofferenza». Marco Luti, cognome storico della biancheria per la casa con vetrina in via Moscova, risponde a una cliente («Il reggiseno? Sì, è scontato») e poi dice: «A cosa serve tenere aperto di notte quando i negozi sono vuoti?». Il nodo è proprio quello, le aperture notturne che i «piccoli» non vogliono accettare. «Avete idea dei costi di gestione?». Tempi duri, e non da oggi. Luti negli ultimi anni ha chiuso quattro negozi. E se dovrà rinunciare anche all'ultimo, pazienza: «Io metto davanti a tutto la vita privata. Non posso mettere a repentaglio la mia famiglia. Piuttosto chiudo».

In giro per saldi

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Un pacchetto regalo. Un chiarimento su un prezzo. Un cliente che ringrazia. «Contano i rapporti umani, non gli orari», dice Ada Comoretto, classe 1927, titolare con il figlio Roberto del negozio di tecnoelettrica che porta il suo cognome dal 1943 in corso Como. Si muove agile e sicura tra cavi e lampadine, risponde alle domande di tutti con tono gentile (purché non scambino il suo «emporio» per un ferramenta) e sul prolungamento degli orari commenta: «Bene, chi vuole ne approfitti. Io di certo non cambierò le mie abitudini. Resto convinta che il successo di un negozio stia nella specializzazione, nella qualità e nell'affidabilità. Non in qualche ora in più. I centri commerciali? Non mi fanno paura: noi siamo un'altra cosa».

È dello stesso parere - e da anni punta sul commercio di nicchia - Sergio Anzani della storica Cappelleria Melegari di via Paolo Sarpi. Il futuro non lo preoccupa più di tanto: uno che ha resistito all'assalto dei cinesi può «fronteggiare tutto». Anzi, la liberalizzazione degli orari potrebbe essere perfino vantaggiosa: «Noi commercianti di via possiamo metterci insieme e organizzare serate a tema, eventi, iniziative. In questo modo saremmo un centro commerciale a cielo aperto nel centro di Milano». Insomma, se ci sono buone idee, tenere aperto fino a mezzanotte per qualche sera alla settimana potrebbe non essere così drammatico. «La sfida è lavorare in gruppo. Ma chi è in periferia sarà lasciato solo». Un commento amaro. L'ultimo di tanti. Come quello di Franco Catalano del negozio di intimo Matisse, in corso Buenos Aires: «Altro che sempre aperti, dovremo portarci la branda in negozio. Così si tutelano solo i grandi, non c'è rispetto per il nostro lavoro».

Rabbia e sofferenza. Anche ieri, secondo giorno di saldi:
lavoro sì, ma con fatica. Federmoda conferma la tendenza (-3% rispetto al 2011), segnala la presenza di russi e cinesi in centro, ritocca (ecco la buona notizia) i numeri dello scontrino medio: da 150 a 160 euro. Sempre ieri, in attesa delle decisioni della prossima settimana (lunedì tavolo sulle liberalizzazioni in Comune, mercoledì Osservatorio regionale sul Commercio, venerdì le scelte di Palazzo Marino), era stata concessa la possibilità di tenere aperto fino alle 22 (anche domani). Alle 19 Luti spiegava: «Io chiudo, esiste anche il diritto al riposo». Gaetano Bianchi di Ascolorenteggio: «Scherza? Qui c'è il problema della sicurezza». Una telefonata a Zara in piazza Duomo: «Venga, la aspettiamo fino alle 22».

Annachiara Sacchi 7 gennaio 2012 | 12:28

avatar Yuri Guaiana 13 anni fa
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Sono d'accordo con Sergio Anzani ed Enrico Vigo: la liberalizzazione degli orari è una grande opportunità per i commercianti. Non è un obbligo, ma una possibilità che chi ritiene può sfruttare creando anche...
avatar Oliverio Gentile 13 anni fa
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: COMMERCIO. IL COMUNE PROROGA SINO A MARZO LE INTESE SUGLI ORARI  E LE APERTURE DOMENICALI Milano 13 gennaio 2012 – Sono  state approvate oggi dalla Giunta comunale...
avatar Oliverio Gentile 13 anni fa
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: COMMERCIO. VERSO INTESA PER I NUOVI ORARI Concluso il secondo incontro tra assessore e operatori. D'Alfonso: "Sostanziale unanimità". Le aperture saranno concordate...
avatar Massimo Roselli 13 anni fa
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I negozi aperti magari un pò di più la sera per chi arriva tardi dal lavoro può essere un'alternativa al supermercato sotto casa che ora chiude alle 21.00  Aperti tutta le sera può far comodo per acquisti con...
avatar Oliverio Gentile 13 anni fa
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: COMMERCIO. D'ALFONSO "SALVAGUARDARE IL PATTO AMBROSIANO PER L’APERTURA DEGLI ESERCIZI" Milano, 26 aprile 2012 – “Ieri la maggioranza degli esercizi commerciali di...