La Festa della Liberazione a Milano

Questa è la festa di alcuni italiani contro altri italiani, non è mai stata la festa di tutti gli italiani.

A mio giudizio andrebbe ripensata come una festa della liberazione dalla guerra, dalla miseria, dalla fame, dalle atrocità, dall'odio, una festa in cui gli italiani ritornino ad essere uniti e fratelli, non vincitori e vinti.

Converrebe ripensarla.

Caro Vigo

è proprio nel corso degli anni che ho maturato la mia riflessione.

Ho guardato le manifestazioni, ho sentito discorsi, ho letto libri ed ho capito che siamo passati dalla dittatura del fascimo, durata 22 anni a quella dell'antifascimo, che dura da 67 anni.

Io mi riconosco negli ideali di coloro che hanno combattuto per difendere la loro patria, da qualsiasi parte abbiano combattuto, purché non sparando alle spalle, non torturando, non ricattando la popolazione inerme.

Io riconosco agli angloamericani il merito di aver vinto la guerra, ma , ahimè, facendoci passare dal dominio tedesco a quello americano.

Ai partigiani onesti, quelli che combattevano per cacciare i tedeschi va la mia sincera ammirazione, rispetto e ringraziamento, a tutti quelli che volevano cacciare il nazifascimo per instaurare il comunismo, il mio rammarico.

Io sono per la mia Italia, per la mia Patria, non per un'ideologia.

Manifestare contro, impedire altri modi di pensare, negare le stragi avvenute sopratutto a fine guerra, è infantilismo, non è storia.

La storia non giudica, la storia racconta, ed alla storia di quegli anni mancano parti vistose, artatamente nascoste, modificate, stravolte per portare avanti un'idea, nonché un'ideologia.

Per anni il mio 25 aprile era la festa della fine della guerra, dove gli italiani si trovavano assieme per riprendere un cammino in libertà. Ho capito che non è così.

Per cui, mi spiace, questa festa, così fatta, non è la mia, io aspetto la festa di tutti gli italiani, senza odio, senza vendetta, senza insulti, senza mistificazioni.

Al sindaco Pisapia un augurio: che sappia unire e non dividere. Questo è un valore che deve avere il primo cittadino di Milano.

come complemento alle ragioni, ne aggiungo altre non mie.

Forse è da ripensare la festa e gli attori.

http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1002533/Cosi-l-Anpi-si-e-fregata-la-Resistenza.html

La ricorrenza si avvicina, e rileggendo il discorso di Pisapia ho fatto una riflessione: La festa della liberazione non è la festa dell'impegno sociale.

"Perché, ne sono certo, ne sono convinto, facciamo Liberazione quando investiamo sulla cultura libera e plurale.
Facciamo liberazione quando ci battiamo per il diritto allo studio, quando difendiamo l’ambiente e il diritto alla casa.
Facciamo Liberazione quando non cediamo alla falsa retorica della paura del diverso e dello straniero.
Facciamo liberazione quando facciamo buona politica insieme alla gente.
Facciamo Liberazione quando pratichiamo la parità di genere, dentro e fuori dalle istituzioni.
Facciamo Liberazione quando ci impegniamo per il diritto al lavoro e all’eguaglianza.
Facciamo Liberazione anche quando costruiamo una memoria comune: una memoria che non dimentica chi stava dalla parte giusta.

Ecco perché diciamo con forza che le scelte nazionali di chi ci governa e chi sta in Parlamento non possono non tener conto di queste domande, di queste speranze."

Questo a mio avviso è un messaggio sbagliato che snatura il valore della liberazione.

La lotta agli oppressori non è stato un evento di un solo giorno.

Il 25 aprile al contrario si è finalmente smesso di lottare contro l'oppressione nazista e fascista, e in questo sta il senso e il valore della liberazione.

Pensare di dover continuare quella lotta anche dopo tale data, anche oggi, vorrebbe dire che in realtà non siamo ancora liberi.

Il vero significato di "l'iberazione" è la vittoria definitiva, lo sgravamento dal giogo di persone che ci creano un problema tangibile.

Quando ci battiamo per il diritto allo studio, l'ambiente, la casa, la parità di genere... e tutto il resto non significa affatto liberazione ma semmai il contrario, ovvero che ci troviamo purtroppo sotto il giogo di persone che ci creano tali problemi obbligandoci a non essere liberi ma in continua lotta per ottenere la libertò negata.

Altra grossa inesattezza, lo studio, la casa, l'ambiente, la parità di genere, ecc. in condizioni di normale libertà dovrebbero essere disponibili a tutti i cittadini. Se così non è dobbiamo ricordarci che c'è la responsabilità di qualcuno e l'unico modo per recuperare la libertà è rendere inoffensive quelle persone che ce la negano.

Saremo liberi quando sconfiggeremo chi ci nega lo studio e la proprietà di una casa, chi distrugge l'ambiente, chi non rispetta la parità di genere.

Possiamo liberarci di loro; dobbiamo liberarci di loro.

Farò il complottista dicendo che la loro stessa esistenza è occultata dai continui messaggi sul tenore di quello di Pisapia (probabilmente in buona fede) da cui traspare che basta lottare per una causa per essere liberi. La libertà di lottare e dimostrare contro le ingiustizie ci viene venduta come fosse essa stessa la libertà dall'ingiustizia.

Vi chiedo solo di riflettere un po' su queste mie parole, e pensare a quanto sia ipocrita festeggiare la libertà ottenuta a caro prezzo da un vecchio nemico senza preoccuparsi di valutare quanto oggi siamo liberi in questo mondo dominato da soldi, finanza, politica ed interessi che dispongono delle nostre vite.

Mi sento solo di dire che la festa della liberazione (ainoi essere liberati non è come liberarsi) la preferirei festa delle liberazioni, inquanto nella storia dei popoli non si contano i morti e le lotte necessarie a ribadire più e più volte la difesa della libertà personale.

Ciò che si festeggia è solo l'ultima liberazione in termini di tempo, ma si dovrebbe invece ricordare come il popolo, periodicamente, deve essere in grado di riaffermare la propria sovranità, possibilmente prima che la violenza diventi mezzo necessario per spodestare chi di volta in volta si pone al di sopra degli altri.

Oggi l'Italia è schiava delle imposizioni economiche volute dalla germania e dal sistema bancario/capitalista, ostaggio dell'incapacità di governanti corrotti e di un sistema che riporta il cittadino ad essere suddito.

Sfruttiamo queste occasioni per manifestare civilmente il nostro dissenso, non ai politici, non ai giornalisti ma a noi stessi e agli altri come noi che devono ricordare sempre che in popolo è in grado di liberarsi oltre che essere liberato.

non credo che questo argomento c'entri con il 25 aprile.
Forse il legame è dato dalla volontà della liberazione di portare la libertà, invece è rimasta la stessa violenza e la stessa demagogia di prima.

In Italia c'è libertà di espressione fino alla legge e qui non c'è nessuna legge a prouire, ma solo una ideologia contraria a pretendere di dominare.

Fare cori o saluti romani, belli o brutti che siano, non è ricostitituzione del partito fascista e non è neanche apologia (difesa) dello stesso.

Sono passati 69 anni dalla fine della guerra e pretendere di fare i partigiani ancora, mi sembra eccessivo: bisogna tollerare anche i pensieri degli altri.

Milano e l'«idea»

L'«idea» del fascismo, della sopraffazione, dell'«ordine» imposto sui più deboli con libertà di fare tutto per i più forti.

L'«idea» della morte, per contrastare il "disordine" della vita.

In qualche parte nascosta del nefasto "laboratorio", attecchito sul nostro territorio, continua ad operare un qualche "dr Frankenstein", in quello che purtroppo non è un film.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/04/23/news/l-altro-25-aprile-nella-lombardia-dal-cuore-nero-1.162635

No, Roberto.

Il comunismo è uno strumento che male utilizzato porta a dei risultati anche tragicamente contrari agli intendimenti enunciati.

Il nazismo è sempre uno strumento (come tutto nella vita) che però del bene mai potrebbe farne.

http://www.qelsi.it/2012/dichiararsi-fascista-e-reato-falso-ecco-perche/

E' corretto a livello legislativo vietare il saluto romano, perché purtroppo è stato adottato dai gruppi nazisti, defraudando la storia italiana e romana dal quale è stato preso, assegnandogli un valore che sfocia nella dimostrazione della superiorità della razza, tesi assurda in quanto siamo tutti uguali e con uguali diritti e doveri.

Ma la manifestazione è per ricordare un ragazzo che è stato assalito a colpi di chiave inglese, picchiato selvaggiamente, e morto dopo giorni di agonia.

Questo poi è un forum di partecipazione alla vita civica e civile di Milano, trattare temi politici è sempre "pericoloso" perchè spesso ci si lascia trasportare e si diventa degli ultras.

La manifestazione festosa del 25 aprile c'è stata e l'esposizione provocatoria di parte di FN di uno striscione è stata subito condannata.

Ora ci sarà una manifestazione per ricordare un ragazzo, e non verrà esposto uno striscione provocatorio dagli antagonisti, ma verrà bensì fatta una contro manifestazione. Non ditemi che tutto questo non è pericoloso.

Se verranno commessi reati durante la commemorazione le istituzioni vigileranno e puniranno i colpevoli. 

Tentare di bloccare una manifestazione è impedire la libertà che tanto abbiamo festeggiato.

Il gesto distensivo del sindaco ha permesso lo svolgimento di entrambi i cortei senza tensioni o scontri.

E' stato molto importante e saggio nel farlo, questo gli va riconosciuto, come va riconosciuto ad entrambi i cortei di aver espresso le loro posizioni senza creare disordini.

Lo spiegamento di forze dell'ordine è stato comunque imponente e il ringraziamento va anche a loro che hanno gestito il cordone di sicurezza.

Una bella giornata di democrazia.