candidate's picture

A cosa mi candido

Sindaco

E-mail

giancarlo.pagliarini@fastwebnet.it

Liste elettorali

candidate's picture candidate's picture

Liste elettorali

Lista Pagliarini per il Federalismo, Lega Padana Lombardia

Perché mi candido

Ecco una sintesi del programma amministrativo  della lista Giancarlo Pagliarini “esposta” sull’albo pretorio del comune di Milano

Primo: noi non “saremo” né della maggioranza né della opposizione. Saremo indipendenti.  Valuteremo i documenti sulla base del loro contenuto e non sulla base di chi li ha firmati o della parte politica che li ha presentati.

A nostro giudizio della Giunta dovranno fare parte, chiunque sia il sindaco, rappresentanti della maggioranza e rappresentanti dell’opposizione. Le due diverse parti si rispetteranno, ognuno farà dei passi indietro, e il testo approvato in Giunta non sarà più l’oggetto di lunghissime lotte ma “solamente” il documento da approvare dopo averlo discusso ed aver proposto eventuali miglioramenti. Nella Confederazione Svizzera questo è esattamente quello che succede da anni. Quindi la nostra prima proposta è che in Giunta, a governare, ci siano i rappresentanti della maggioranza e anche della minoranza: basta con l’assurdo «muro contro muro» dei partiti politici che blocca la nostra città

Secondo: noi proponiamo che a Milano le nomine siano fatte sulla base delle capacità professionali. I partiti politici devono smettere di fare gli uffici di collocamento. Basta con le nomine «in quota» a questo o a quel partito.

Terzo: il nostro programma amministrativo prevede che i cittadini siano coinvolti, consapevoli e ascoltati. E che, come in Svizzera, tutte le volte che è logico e ragionevole si svolgano referendum deliberativi senza quorum. Il motivo di questa dichiarazione è semplice: per noi i “detentori del potere” sono i cittadini. Non gli amici degli amici o i signori della Casta.

Ecco un esempio recente : governo e parlamento Svizzeri hanno proposto un aumento dell’IVA, ma la decisione finale l’hanno presa i cittadini e i Cantoni che con il referendum del 27 Settembre 2009 hanno deciso di “aumentarsi” l’IVA. Tra l’altro l’aumento dell’IVA serve per finanziare le spese della AI (l’Assicurazione della Invalidità). I contributi non erano più sufficienti e il “buco” veniva chiuso con trasferimenti dall’AVS (l’Assicurazione Vecchiaia e Superstiti: in pratica l’ente che paga le pensioni). Il consiglio federale ha fatto questa proposta ma la decisione finale  è stata del popolo.

In quel fortunato paese, ogni singolo Cantone ha competenze irrevocabili perfino nel campo della giustizia e in quello fiscale. Eppure ogni 100 metri sventola una bandiera rossocrociata. Dunque, il federalismo non divide, come dicono i signori della Casta preoccupati solo di non modificare la mappa del potere e di tutelare i loro privilegi.

Quarto: trasparenza. Che tutti sappiano da dove vengono i soldi del Comune e come sono usati. E dove vanno a finire tutte le tasse che pagano i milanesi.

Se chiedete a mille cittadini di Milano o di qualsiasi altro comune cosa sanno del bilancio della loro città quasi tutti vi risponderanno che non ne sanno niente. Nei paesi federalisti non è così. Questo succede anche perché in Italia i bilanci dello Stato e della altre Pubbliche Amministrazioni sono caratterizzati da tantissimi dettagli e dall’assenza di principi di “accountability” , di resa di conto e di trasparenza. Questa è  una delle (tante) malattie del nostro paese.

Il programma amministrativo della lista Giancarlo Pagliarini per il federalismo prevede che come allegato al bilancio del Comune, siamo resi pubblici anche questi tre dati:

1) Il totale delle tasse pagate dai milanesi a tutte le pubbliche amministrazioni della Repubblica. Questo dato può essere ragionevolmente stimato utilizzando (e naturalmente integrandole) le tabelle del libro “La regionalizzazione delle entrate erariali” pubblicato dal Dipartimento per le politiche fiscali (Ufficio studi e politiche economiche fiscali) del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

2) Il valore dei servizi che tutte le Pubbliche Amministrazioni della Repubblica, direttamente o indirettamente rendono ai cittadini di Milano, in modo da poter così identificare ed evidenziare la cifra commentata nel successivo punto 3). Anche questa cifra può essere ragionevolmente stimata utilizzando le tabelle e le analisi pubblicate ogni anno dalla Ragioneria Generale nel libro “La spesa statale regionalizzata”. Naturalmente anche in questo caso integrandone il contenuto. Per la gestione dei dati relativi alle pensioni i dati necessari per le proiezioni si trovano nei cinque rapporti sulla “regionalizzazione del bilancio previdenziale italiano”. Noi pensiamo che i milanesi hanno il diritto di conoscere questa cifra e riteniamo che sindaco e giunta hanno il dovere di stimarla e di renderla pubblica.

3) la differenza tra quello che i milanesi versano al Comune, allo Stato centrale e a  tutte le altre Pubbliche Amministrazioni della Repubblica e la stima del valore dei servizi che, in cambio delle imposte che pagano, i milanesi ricevono dal Comune, dallo Stato centrale e da tutte le altre Pubbliche Amministrazioni. Questo numero, questa differenza tra quello che i milanesi pagano e quello che ricevono, a nostro giudizio  rappresenta l’ABC della trasparenza. E’ un numero che misura la generosità e la solidarietà dei milanesi verso i loro concittadini: molti milanesi ne saranno orgogliosi e molti altri milanesi non lo saranno per niente. Questo sarà argomento di dibattito, ma noi abbiamo il dovere di stimare e rendere pubblici questi dati.

Quinto la cultura del rispetto delle leggi. Voglio parlare di una gravissima malattia. Nel nostro paese, ma ormai anche a Milano, si sta perdendo la cultura del rispetto delle leggi. Nei mercati all’aperto ogni tanto vedi gente sprovvista di qualsiasi permesso che mettendo assieme un paio di cassette della frutta si costruisce un banchetto e vende carciofi o altri ortaggi. Quando sanno che passa la polizia in 10 secondi spariscono per riprendere subito dopo. Tutti lo sanno, tutti li vedono e li conoscono, ma dopotutto “è meglio che facciano così: altrimenti devono andare a rubare”. E’ ragionevole, ma non è giusto. D’altro canto le statistiche dei viaggiatori che non pagano il biglietto dell’ATM sono impressionati. Per non parlare dei numeri dell’evasione fiscale e dei processi che non si celebrano per “scadenza dei termini”.
Il 21 Giugno a Montecitorio avevamo dato la fiducia al Governo Berlusconi . Ecco cosa avevo detto nella circostanza (fonte il resoconto stenografico dei lavori dell’aula):

“….in questi giorni al Senato e sui giornali si è parlato della possibilità di una amnistia. Ieri nella sua replica al Senato lei non ha chiarito il suo pensiero in proposito. Io sono contrario a quest'ipotesi e chiedo a lei e al suo saggio guardasigilli, Roberto Castelli, di investire molto sui meccanismi necessari per accelerare lo svolgimento dei processi. È necessario che nel nostro paese i processi siano sempre celebrati in tempi ragionevoli, che gli innocenti siano completamente scagionati per il risultato di un giudizio e non grazie ad un'amnistia o ad una cervellotica prescrizione dei termini e che i delinquenti non vivano tranquilli in attesa di processi che non si celebrano mai, ma vadano in galera e ci restino finché non hanno pagato i loro debiti con la società. “

Forse questa considerazione non ha portato significativi vantaggi alla mia carriera politica ma cosa posso farci: io sono nato e cresciuto a Milano e il rispetto delle leggi è nel mio dna. Mi dicono che in presenza di un procedimento penale le “stregie difensive puntano sempre più spesso ad ottenere la “prescrizione”. In Svizzera, per la cronaca, credo che in 720 anni non ci sia mai stato un caso di prescrizione. Ma lì comandano i cittadini. Il sindaco e i gruppi di Palazzo Marino hanno visibilità ed ecco dunque un quinto impegno della lista Giancarlo Pagliarini per il federalismo: ricordare sempre che questa è una grave malattia e , con gli scarsi poteri a disposizione, cercare di curarla. Con ragionevolezza .. per esempio chiedendo con ostinazione che ai sindaci siano dati i poteri dei prefetti.. Ecco quello che scriveva Liugi Einaudi nel 1994 in un famoso testo intitolato “Via il prefetto!”, nel quale analizza la realtà accentratrice dello stato italiano, modellato (in versione corretta e peggiorata) su quello francese, e propone l'abolizione dei prefetti. Un provvedimento indispensabile che i "rivoluzionari" di casa nostra non hanno mai preso (ecc ecc)

Altre informazioni

Due parole su di me

  1. Sono nato a Milano nel 1942
  2. Mi sono diplomato in Ragioneria al Collegio San Carlo, poi ho preso la laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore e mi sono iscritto all’Ordine dei dottori commercialisti di Milano
  3. Ho fatto il militare (ero soldato semplice) nel 1961: paracadutista a Pisa e poi a Livorno. Bei tempi: dovevi fare 5 chilometri di corsa in 20 minuti tutte le mattine e di notte se “arrivava” un gavettone dovevi saltare giù dalla branda e gridare “Folgore”. Ma di fanatici non ne ho conosciuto nemmeno uno. Ridevamo, ci autoprendevamo in giro, e tutti ci rendevamo conto che la vita era duro lavoro e che il futuro era nostro.
  4. Sono sposato. Mia moglie è di origine armena: i suoi genitori erano riusciti per miracolo a scampare al genocidio del 1915. Abbiamo due figli ormai adulti.

La mia professione

  1. Ho lavorato con la multinazionale Arthur Andersen per poco meno di 20 anni: erano tempi eroici, quando la revisione contabile indipendente era una cosa strana e sconosciuta. Poi mi sono “messo in proprio” e ho costituito la mia società di revisione, la Giancarlo Pagliarini & Soci. A essa, in pochi anni, si sono aggiunte altre 15 società che ho costituito con altri colleghi di tutta Italia, da Cuneo a Siracusa.
  2. A quei tempi ero professore a contratto all’Università di Parma; ero anche socio e membro del consiglio direttivo dell’AIAF, l’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari; membro del Board of Directors dell’Associazione di società di revisione IA International (Independent Accountants).

Ma adesso basta, che divento noioso. Vi racconto della mia esperienza politica.

 

Nel 1990 ho conosciuto Umberto Bossi

Fino a quel momento la politica “non mi piaceva”. Ho conosciuto Bossi e ho cominciato a frequentare la Lega: non erano razzisti, non “mangiavano i bambini” e soprattutto cercavano di organizzare meglio il Paese. Nel 1992 sono diventato Senatore. Poco dopo ho ceduto agli altri soci e ai dipendenti le quote di tutte le mie società di revisione , mi sono dimesso da tutti gli incarichi professionali e mi sono messo a lavorare a tempo pieno per la Lega.

In sintesi ecco le tappe del mio impegno politico
1992 – XI Legislatura – Senatore
Ero il capogruppo Lega nella Commissione Bilancio. A quei tempi cercavo di accelerare al massimo il processo di privatizzazioni delle aziende dello Stato.

1994 – XII Legislatura – Senatore
Sono stato ministro del bilancio nel primo Governo Berlusconi. Mi chiamavano “Tagliarini” perché ho cercato di eliminare spese ed enti che consideravo inutili e che noi continuiamo a mantenere con le tasse che paghiamo. Dopo l’uscita dal governo, sono stato capogruppo Lega nella Commissione Finanze.

1996 – XIII Legislatura – Deputato
Ero il presidente del Gruppo “Lega Nord Padania”. Nel 1997 sono stato eletto anche Consigliere Comunale a Milano.

2001 – XIV Legislatura – Deputato
Ero il capogruppo Lega nella Commissione Bilancio. Ho cercato di riformare in senso federalista fisco ed economia. Fino al 2005, per quattro anni, ho tenuto le Lezioni di Economia a TelePadania e ho collaborato con il settimanale Il Federalismo

Nel 2006, lasciato Montecitorio, ho continuato a lavorare come Consigliere Comunale a Milano per la Lega Nord.

Nel 2007, a gennaio, dopo il Congresso della Lega Lombarda, ho lasciato la Lega ma sono rimasto leghista nell’anima e nella testa e ho continuato, in totale indipendenza, a diffondere le idee federaliste. In Comune a Milano sono entrato nel Gruppo Misto. Sono diventato presidente della sottocommissione per il (cosiddetto) Federalismo Fiscale.

A fine 2007 ho aderito al progetto Decidere.Net di Daniele Capezzone (sono tra i primi firmatari)

A gennaio 2008 ho accettato di presentarmi, sempre come indipendente, al Senato (Lombardia e Veneto) con La Destra; il messaggio è sempre lo stesso: una costituzione federale per cambiare il Paese.
Date un’occhiata qui al documento di intenti che i dirigenti de La Destra hanno sottoscritto. Solo dopo questa firma ho accettato di candidarmi.

Veniamo al presente
Sono e resto un indipendente, un libero pensatore. 

A Novembre 2008, con tre amici, ho costituito l’Associazione Giancarlo Pagliarini per la riforma federale
Abbiamo un “sogno”: diffondere l’Abc del federalismo ovunque, a destra come a sinistra, perché i cittadini possano conoscerne i principi base. Vorremo concretizzare l’idea del professor Gianfranco Miglio che, con lucidità, aveva capito che senza una cultura federalista non c’è federalismo. Solo un sogno? A noi piace sognare, mettendoci sempre la nostra faccia.

Allegati (3)

Manuale Giancarlo Pagliarini per il federalismo da stampare.doc

Il forum della Lista PAGLIARINI per il FEDERALISMO attivato qui su ComunaliMilano2011...

PAGLIARINI: PER IL POSTO DI SINDACO CI SONO ANCHE IO