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Milano Civica per Pisapia Sindaco

Perché mi candido

Mi candido alle elezioni comunali 2011 perché ritengo di poter mettere la mia esperienza e la mia professionalità al servizio dei cittadini e delle cittadine di Milano.

Ho 44 anni e di professione faccio la ricercatrice presso l'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano. Mi sono laureata in scienze biologiche all'Università di Milano, ho un dottorato in biochimica, due anni trascorsi negli Stati Uniti presso un'importante struttura di ricerca e infine l'approdo in uno dei migliori istituti scientifici in Italia, il vero e proprio coronamento di un sogno, oggi ormai quasi un'utopia per tanti giovani scienziati.

Sono credente, cristiana, valdese e da circa dieci anni sono membro della Commissione Bioetica della Chiesa Valdese. Di qui nasce il mio interesse, dalla prospettiva di una cristiana credente, per i temi della laicità dello stato e deidiritti civili: il testamento biologico, la ricerca sulle cellule staminali, la procreazione medicalmente assistita e il diritto a vivere liberamente il proprio orientamento sessuale. Diritti per i quali mi sono apertamente battuta, così come ho posto molto impegno, nella mia vita personale e all'interno della Chiesa per un comportamento rispettoso dell'ambiente.

 

Non sono nata a Milano, ma vi abito da quando ero adolescente. Milano è una città contraddittoria: la si critica considerandola invivibile, inquinata, rumorosa e caotica, ma non si riesce a staccarsene, perché offre ancora moltissimo. Milano è una città attrezzata per raccogliere tutte le sfide che ha di fronte: dall'immigrazione, all'expo fino alla gestione delle polveri sottili; ma per farlo bisogna uscire dalla logica del mercato e del potere ed entrare nell'unica cultura che ci farà uscire vittoriosi: quella di un Comune al servizio dei cittadini e delle cittadine. Per questo ho deciso di sostenere Giuliano Pisapia, candidandomi nella lista Milano Civica per Pisapia Sindaco: il futuro è già qui, non voltiamogli le spalle.

Tutti i miei progetti su Milano sono sul mio sito www.monicafabbri.it

Altre informazioni

Sono nata 44 anni fa a Ivrea da genitori ferraresi, ultima di tre fratelli. Mio padre era impiegato all'Olivetti, mia madre casalinga. La carriera di mio padre mi ha portato a fare il liceo scientifico nelle province di Brescia prima e Milano dopo.

La scienza.

La passione per la scienza è cominciata in quegli anni, come spesso accade grazie ad un professore straodinario che mi ha fatto apprezzare con la sua dedizione una materia spesso sottovalutata. Per questo non ho avuto dubbi sulla facoltà a cui iscrivermi: da grande volevo fare la scienziata ed ha questo mi sono dedicata con tenacia. Mi sono quindi laureata in scienze biologiche ed ho conseguito il dottorato in biochimica.

L'entusiasmo e la voglia di imparare mi spinsero a fare un'esperienza all'estero: scrissi 6 lettere (sì lettere, con carta busta e francobollo, la posta elettronica avrebbe fatto capolino solo dopo un paio d'anni!!) ad altrettanti direttori di laboratori negli Stati Uniti. In due non risposero, in due declinarono e due accettarono di prendermi. Fu così che a 26 anni volai a San Diego, California, con due enormi valigie e molte incertezze. Potrei scrivere un libro su cosa voglia dire stare due anni lontani da casa nell'epoca pre-internet, ma esula dalla finalità di queste righe: ho imparato l'inglese, ho imparato a vivere da sola, ho conosciuto il mondo attraverso persone che ne provenivano da ogni parte, ma soprattutto, ho imparato a rendermi indipendente come ricercatrice. La scienza è come una droga, ne diventi dipendente e non riesci a staccarti più. E' un lavoro coinvolgente che richiede passione, capacità, dedizione e tantissima tenacia. E' anche un lavoro che necessità di qualità creative e, anche per questo, noi italiani eravamo molto apprezzati. Mi fu offerto di rimanere, ma io faccio parte di quei fortunati che sono riusciti a rientrare in patria. Ora è un privilegio riservato a pochissimi, allora era difficile ma non impossibile. L'occasione era ghiotta: una sostituzione di aspettativa al San Raffaele, di gran lunga il miglior Istituto di ricerca in Italia. Con gli anni venne l'assunzione a tempo indeterminato, il coronamento di un sogno.

La fede.

La mia famiglia paterna è valdese e così sono stata educata: esonero da religione a scuola e catechismo in Chiesa Valdese. Ho frequentato per anni il movimento giovanile evangelico, dove ho stretto legami e condotto molte lotte sociali, ma la fede si è fatta attendere, immersa com'ero nei dubbi. Mi sono battezzata a 31 anni e da allora sono membro elettore della Chiesa Valdese di Milano. Da 5 anni sono membro delConcistoro (è l'organo direttivo della chiesa locale) e da 10 sono membro della Commissione Bioetica nominata dalla Tavola Valdese (l'organo direttivo a livello nazionale). La collaborazione con la Commissione mi ha portato ad amare la bioetica, una passione che non mi ha ancora abbandonato. Sono tantissime le sfide che la ricerca scientifica pone alla società civile e la riflessione a riguardo è molto più approfondita di quanto i media non vogliano farci credere.

E' indubbio che i casi che salgono agli onori delle cronache ci hanno stimolato profondamente ed hanno indotto scelte importanti. Per questo sono stata fra i promotori, nella Chiesa Valdese di Milano, dello sportello per depositare il testamento biologico, prima chiesa in Italia, unico luogo dove a Milano si può esprimere questo diritto.

La Chiesa valdese non è però solo un luogo di culto, è incontro, relazione, scambio. Le sfide della società si propongono allo stesso modo nella nostra comunità: l'immigrazione, le difficoltà economiche, la diversità, le coppie dello stesso sesso.

La famiglia.

Sono sposata da otto anni con mio marito Samuele. Lui ha avuto un precedente matrimonio da cui sono nati Giulia e Jacopo, di 20 e 17 anni. Quasi sette anni fa è arrivata l'ultima componente della famiglia, Sofia. Le famiglie come la nostra oggi vengono chiamate allargate: e va bene, accettiamo l'aggettivo, l'importante è non modificare il sostantivo.

Per concludere vorrei dire qualcosa che dovrebbe essere ovvio: io pago il canone TV!