Dario Perini

Perché mi candido

Qualche settimana fa mi è stato chiesto di fare la mia parte per Milano, mi è stato proposto di candidarmi come consigliere nel sesto Municipio: dopo una profonda riflessione ho deciso di accettare.
Da anni mi occupo di restauro e di conservazione di beni artistici; ho lavorato per la Soprintendenza e per il privato. Da sempre sono sensibile all'aspetto della città, come bene storico e comune, sono attento ai fenomeni artistici e culturali che si generano spontaneamente sul territorio, come la street art o come i sempre più numerosi artisti di strada che scelgono Milano per esibirsi, anche grazie al lavoro fatto in questi anni e che porteremo avanti Ancora Meglio con Luca Gibillini.
In questi cinque anni abbiamo assistito a un vero e proprio cambiamento nella nostra città: Milano si è liberata, sta finalmente diventando una capitale europea come merita di essere. Ciò è stato reso possibile soprattutto grazie al lavoro minuto svolto sul territorio da tante persone, cittadini, associazioni e centri sociali, lavoro che non è finito... c'è ancora molto da fare in continuità con l'esperienza che si sta per concludere con i cinque anni di Giuliano Pisapia. Sono consapevole che le sfide che attendono Milano saranno ancora più dure e difficili, poiché la crisi economica ha colpito soprattutto i giovani e chi già si trovava in difficoltà: è a loro che dobbiamo dedicare tutti gli sforzi nei prossimi anni di governo. Bisogna offrire servizi e spazi che possano aiutare a far fronte alle difficoltà quotidiane (in molti quartieri in italia si stanno sperimentando forme di mutuo soccorso dalle quali si può prendere ispirazione) e promuovere la creazione di impresa e di lavoro.

Bisogna riuscire a rispondere alle necessità di una cittadinanza sempre più multiforme, con particolare attenzione a non lasciare nessuno indietro e con l'ambizione di includere tutti, mantenendo alta la guardia contro ogni forma di discriminazione e di esclusione, mantenendo forti gli ideali che ci hanno guidati fin qui: inclusione, sostenibilità ambientale, cultura e, non meno importante, antifascismo. Perché Milano deve essere di tutti e per tutti!

Qualche tempo fa leggevo sui muri della nostra città: "Chi getta fiori al vento farà fiorire il cielo". Bene ... il cielo non è fiorito ma i semi sono stati gettati: nella terra, nelle strade, nei quartieri e nelle teste delle persone: vorrei vedere fiorire Milano nei prossimi cinque anni, per il cielo... ci organizzeremo!

Altre informazioni

Da anni milito nel circolo "Quelli di Calusca" Sel Milano come responsabile dei diritti civili. Attivamente ho partecipato alle mobilitazioni del movimento LGBTQI, anche all'interno del coordinamento arcobaleno, soprattutto  perchè vivo sulla mia pelle questi problemi e li ritengo alla base di una società moderna e inclusiva.

Professionalmente mi occupo di conservazione di opere d'arte, specificatamente sono un restauratore di dipinti su tela e tavola e mi scontro quotidianamente con le problematiche che un lavoro a partita iva genera nella vita di un lavoratore.

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